SoundCloud, bilancio 2015 in profondo rosso; e spunta Google
Dopo il fallimento relativo alla cessione a Spotify, la società presenta dei numeri tutt’altro che positivi: la perdita ammonta a 51 milioni a fronte di ricavi di circa 21 milioni
Dopo anni di sofferenza il business dello streaming musicale sembra aver trovato la propria strada. Nel 2016 gli abbonati a livello globale hanno toccato i 92 milioni grazie a un’impennata del 50%. Nonostante ciò i principali attori del comparto non se la passano benissimo.
Prendiamo Spotify: non è profittevole a causa di accordi svantaggiosi con le major musicali. Nel 2015 l’azienda data per molti come una delle matricole più papabili per l’approdo a Wall Street ha segnato un rosso di 175 milioni di dollari con le royalties pagate alle case discografiche a 1,6 miliardi. Eppure a far parlare di sé nel corso dei primi giorni di quest’anno è stata SoundCloud, il servizio di streaming musicale tedesco su cui ha investito anche Twitter. Fondata nel 2007 a Berlino, la società ha costruito una audience di 175 milioni di utenti con 135 milioni di tracce, podcast e user generated content, ricorda un lungo articolo di Bloomberg.
SoundCloud: successo di pubblico ma business model non sostenibile
In Europa SoundCloud è apprezzata dalla gran parte degli artisti e del pubblico. La realtà è però un’altra: l’utenza non aumenta più come una volta e la raccolta pubblicitaria stenta a decollare così come l’adozione del servizio a pagamento SoundCloud Go lanciato nove mesi fa (secondo Mulligan sarebbero 250mila le sottoscrizioni).
Nel 2015 le perdite di SoundCloud sono cresciute più in fretta dei ricavi: 21,1 milioni di euro il fatturato, a +21,6%; 51,22 milioni il negativo (+30,9%). Solo i costi per gli stipendi sono ammontati a più di 26 milioni. Numeri poco incoraggianti per la società partecipata dalle maggiori etichette mondiali: Sony, Universal e Warner.
Dopo Spotify emerge l’interesse di Google
E mentre le trattative per una cessione a Spotify sono sfumate per una mancanza di accordo sul prezzo, i fan di SoundCloud scelgono anche altri servizi, in voga in questo momento c’è Mixcloud, e i dj si alleano con la stessa Spotify e con Apple Music per veicolare i propri remix.
Se SoundCloud non sarà capace di rendere sostenibile la propria attività sarà costretta a cercare nuove risorse o a trovarsi un altro acquirente. In questo senso alcune indiscrezioni hanno parlato di un interessamento da parte di Google, pronta a mettere sul piatto 500 milioni sull’azienda tedesca per assorbirne funzionalità, tecnologie e library.
Alexander Ljung, ceo della startup, si è limitato a dire che abbonamenti e pubblicità crescono. Ljung afferma che il vero punto di forza della piattaforma è l’audience più giovane, alla quale è dedicato un vasto catalogo di tracce in generi che spaziano dall’indie alla techno e disco music. Basterà a convincere un eventuale compratore?