Autore: Redazione
29/06/2023

A me gli occhi: Marcolin lancia il magazine “Stories”, la comunicazione dell’eyewear si rinnova

Notizie, approfondimenti e curiosità legati all’universo moda & lusso, tematiche ESG (Environment, Social, Governance), storie di persone, interviste, reportage e appunti di viaggio, in una chiave lifestyle raccontati da Clara Magnanini, Group Communication Director dell’azienda

A me gli occhi: Marcolin lancia il magazine “Stories”, la comunicazione dell’eyewear si rinnova

Clara Magnanini, Group Communication Director di Marcolin

Sotto questo sole, bello pedalare… Ma gli occhi? Come li proteggiamo dai raggi della consueta estate torrida? Come possiamo acquisire più carisma e sintomatico mistero? Dailyonline accoglie la richiesta popolare e vi porta a spasso nel mondo dell’eyewear. Si chiama Marcolin ed è un’azienda tra i leader a livello mondiale nel settore dell’eyewear, un marchio che certo non trascura le leve della comunicazione, tutt’altro, come dimostra il fresco neo progetto editoriale: un brand magazine online, “Marcolin Stories”. Un prodotto che ha un proprio spazio all’interno del sito web dell’azienda (https://www.marcolin.com/it/stories/) e che permette di accedere nella realtà Marcolin attraverso notizie, approfondimenti e curiosità legati all’universo moda & lusso, tematiche ESG (Environment, Social, Governance), storie di persone, interviste, reportage e appunti di viaggio, in una chiave lifestyle. Marcolin ha deciso di sviluppare un proprio linguaggio, fatto di codici estetici, una narrativa e contenuti espressivi di alta qualità con l’obiettivo di coinvolgere ancora di più la propria community di appassionati, clienti e stakeholder. Per saperne di più abbiamo raggiunto Clara Magnanini, Group Communication Director (protagonista della puntata di DailyOnAir - The Sound Of Adv).

Alla luce del neo-progetto editoriale, come deve comunicare oggi un’azienda del settore eyewear? Come si è evoluta la comunicazione di Marcolin?

«Oggi viviamo nell’era della reputation economy, un’epoca in cui l’obiettivo dell’azienda deve essere quello di ispirare e trasmettere valori: per questo possiamo dire che la reputazione – che rappresenta circa il 25% del valore finanziario di una società - rappresenta il primo asset strategico su cui i comunicatori devono concentrarsi. Nel settore eyewear, da sempre, la comunicazione è fortemente sbilanciata verso il prodotto, con un dominio del content marketing mirato a spingere all’acquisto. Una tendenza che negli anni ha evidentemente portato molte aziende a dimenticare l’importanza del brand storytelling. I valori aziendali, le persone dietro al marchio, questi i topic su cui va investito per portare la brand awareness a crescere in modo significativo: le aziende sono entità multidimensionali, basate su un ecosistema di storie spesso nascoste e non abbastanza raccontate, che possono supportare una narrativa a 360 gradi. Da qui siamo partiti per far evolvere la strategia comunicativa di Marcolin in una nuova direzione: da una comunicazione molto allineata con gli altri player del settore, siamo passati ad una narrazione editoriale. Certamente abbiamo nei media offline e online sempre un punto di riferimento, ma abbiamo deciso di fare un passo in più, per smarcarci dai nostri competitors, e per accrescere il riconoscimento del nostro brand: investire in brand journalism per noi significa anche e soprattutto creare, grazie ai contenuti, legami più solidi e duraturi con i nostri stakeholder».

Perché un magazine, un’attività che qualcuno, soprattutto le nuove generazione potrebbe vedere come superato?

«Stories, il magazine di Marcolin, nasce come una piattaforma nativa digitale, creata per adattarsi alle dinamiche del mondo online e sfruttare appieno la visibilità offerta dai social media. È grazie a questi strumenti che possiamo rivolgerci direttamente alle nuove generazioni, comunicare il nostro brand e condividere la nostra storia. Fin dall’inizio, abbiamo deciso di concentrarci sui nostri clienti, la nostra fan base, allargando il nostro bacino di follower e raggiungendo sia il consumatore finale sia i nuovi stakeholder. Vogliamo creare una community di Marcolin lovers più ampia, che conosca non solo il nostro brand ma anche, e soprattutto, le persone che si celano dietro ai nostri prodotti. Attraverso il Magazine vogliamo condividere il nostro mondo, i nostri valori e la nostra passione per l’eyewear. Vogliamo raccontare le storie delle persone che lavorano dietro le quinte, gli artigiani, i designer e tutti coloro che contribuiscono alla creazione di occhiali eccezionali. Vogliamo che la nostra community comprenda il nostro impegno per l’innovazione, la qualità e il design distintivo. Vogliamo che questa community conosca veramente chi siamo e cosa rappresentiamo come brand. Creare un legame forte con i nostri follower, coinvolgerli nelle nostre iniziative, raccogliere il loro feedback e ascoltare le loro storie è perciò fondamentale. Attraverso articoli, interviste, video e altro ancora, il Magazine sarà il nostro strumento principale per raggiungere questi obiettivi, vogliamo diventi un punto di riferimento per gli eyewear lovers». 

Come si articola il magazine e come gestite la dimensione online più frequentata, ossia il mobile?

Il magazine si sviluppa all’interno del sito web dell’azienda e permette di accedere al mondo Marcolin con un semplice clic. Notizie, approfondimenti, curiosità legate al settore, ma anche temi ESG e le persone dietro il brand. Interviste, reportage e appunti di viaggio, Stories è il racconto dell’universo che si cela dietro la nostra azienda leader nel mercato dell’occhialeria. I contenuti sono raggruppati sotto quattro rubriche: Tell me a story, la sezione dedicata alle storie inedite, alle curiosità nascoste, come quella che abbiamo recentemente raccontato dell’occhiale Maria Frida, un oggetto da collezione realizzato dalla maestria dei nostri tecnici della prototipia per una sfilata di CGDS e ispirato alla grande Frida Kahlo. Un occhiale composto da 250 fiori stampati in serigrafia, dipinti a mano e posizionati singolarmente; 3 questions to, format intervista da tre domande che permette di scoprire le persone dietro i personaggi, come il talent Yanis Serbout o Emilio Fulgione, Group Operations Director di Marcolin; Behind the scenes, che racconta cosa si cela dietro collezioni e modelli che hanno fatto la storia della moda, come l’influenza Bauhaus, che grazie a ovali e rettangoli manifesta una realtà emozionale solida e rasserenante; Around the world è infine lo spazio per raccontare i luoghi, dalla valle di Longarone, casa di Marcolin, per arrivare alle ispirazioni romantiche della costiera sorrentina». 

Gli obiettivi e i primi numeri cui ambite?

«A oggi, Marcolin conta su 193.000 follower sui social media, con un engagement rate abbastanza buono, ma il nostro obiettivo è quello di crescere ancora di più. In questa prima fase ci siamo concentrati sull’aumentare la frequenza di pubblicazione, aprendo le porte del mondo Marcolin e cercando di fare un po’ di rumore. Vogliamo puntare su contenuti di qualità che raccontino qualcosa di inedito e che abbiano un valore significativo per chi ci legge.Consapevoli di vivere nell’era dello stopping power, in cui le aziende che sono in grado di catturare l’attenzione del lettore su ciò che pubblicano saranno le vincitrici, la qualità delle nostre storie e dell’impianto multimediale che ci creiamo attorno per distinguerci dagli altri è fondamentale. Più avanti ci piacerebbe anche esplorare la possibilità di creare un prodotto fisico. Il digitale ha un forte impatto immediato, ma in un’epoca in cui siamo sommersi da un’infodemia può anche essere dimenticato. Un oggetto fisico può valorizzare ulteriormente il nostro prodotto intellettuale. Potrebbe rappresentare uno strumento di grande valore, soprattutto per i nostri clienti, offrendo loro un’esperienza tangibile e duratura».

Quanto è importante la sostenibilità per Marcolin e come si comunica senza incorrere in greenwashing?

«In Marcolin ricopro anche il ruolo di Responsabile della Sostenibilità del gruppo, una grande responsabilità considerata l’imprescindibilità dei valori della sostenibilità per l’azienda. Ci siamo dotati di un codice etico che rappresenta la nostra carta costituzionale, il nostro impegno ci ha portato ad aderire agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) e a lanciare vari progetti nel corso degli anni, come la tracciabilità dei nostri prodotti, le certificazioni ambientali e le partnership con organizzazioni come Treedom. Inoltre, continuiamo a investire nella ricerca e sviluppo di materiali bio-based. La sostenibilità è un mondo complesso che richiede il lavoro di un team dedicato. Abbiamo avviato un percorso strategico che ci impegna sempre di più a mappare la nostra impronta di carbonio, ridurla e lanciare progetti che contribuiscano a rendere il nostro pianeta un posto migliore. Siamo consapevoli di come alcune aziende facciano pratica del greenwashing, noi evitiamo tutto ciò attraverso una comunicazione autentica, basata su progetti concreti e dati tangibili. Per noi la comunicazione della sostenibilità deve seguire il principio del “less is more”, concentrandosi sui risultati ottenuti più che creando enfasi sul nostro impegno. Anche il pubblico è sempre più consapevole e difficile da ingannare, per questo la trasparenza è fondamentale. In Marcolin siamo determinati a essere un vero agente di cambiamento e a contribuire a costruire un futuro migliore per tutti, dai nostri dipendenti, al territorio in cui siamo inseriti fino ai nostri clienti e partner e le generazioni future».