Integral Ad Science lancia una nuova tecnologia AI volta a rilevare e a evitare i siti “made for advertising”
L’ultima innovazione sfrutta l’intelligenza artificiale per identificare su scala siti di bassa qualità e ridurre al minimo lo spreco di spesa pubblicitaria
Yannis Dosios, Chief Commercial Officer di Integral Ad Science
Integral Ad Science, piattaforma globale leader nella misurazione e ottimizzazione dei media, ha annunciato una nuova soluzione che utilizza l’intelligenza artificiale per rilevare ed evitare i siti MFA (made for advertising). La tecnologia dell’azienda per i siti MFA mira a migliorare la trasparenza sulla qualità delle campagne pubblicitarie, a identificare dove viene allocata la spesa e a informare sulle ottimizzazioni per ridurre al minimo gli sprechi. I siti di MFA sono pagine web con contenuti di bassa qualità (per esempio, siti di spam o ad farm) creati esclusivamente per pubblicare annunci pubblicitari e che sono ottimizzate per funzionare bene nei parametri di performance tradizionali, come la viewability. Tuttavia, la spesa pubblicitaria su questi portali non porta a risultati significativi, come conversioni o miglioramento della brand awareness. La nuova soluzione di IAS, che utilizza l’AI per rilevare i siti MFA su larga scala, consentendo agli inserzionisti di riprendere il controllo della qualità dei propri media e di ridurre gli sprechi di spesa, ha completato il test alfa nell’ottobre 2023 ed è ora disponibile come offerta di misurazione beta per clienti selezionati. Dovrebbe essere generalmente disponibile per tutti i clienti all’inizio del 2024
Tre funzionalità
Durante i test Alpha, IAS ha fornito un’analisi completa delle campagne dimostrando un’identificazione dei siti MFA superiore per alcune delle più grandi aziende e agenzie del mondo. La soluzione di IAS supporta la recente definizione di siti MFA dell’Association of National Advertisers e incorpora funzionalità come il rapporto annuncio-contenuto, il tasso di aggiornamento degli annunci e la fonte del traffico che arriva al sito per classificarlo come MFA. Secondo il Programmatic Media Supply Chain Transparency Study dell’ANA, il 21% di tutte le impression degli annunci misurate è stato pubblicato su siti MFA. “Il nostro prodotto è stato progettato per offrire una trasparenza senza precedenti agli inserzionisti e fornire loro la possibilità di rilevare ed evitare i siti MFA, al fine di reindirizzare la loro spesa pubblicitaria verso editori che producono un ritorno”, ha dichiarato Yannis Dosios, Chief Commercial Officer di Integral Ad Science. “Il settore si trova ad affrontare una sfida significativa. Sfruttando l’intelligenza artificiale, abbiamo sviluppato una soluzione scalabile per identificare queste fonti di inventory di bassa qualità e migliorare le performance complessive delle campagne”.
Importanti ma quanto conformi?
Gli inserzionisti e le loro agenzie hanno bisogno di avere la certezza che il settore stia convergendo verso un accordo sui siti web specifici che compongono la categoria MFA. Addestrando il suo modello rispetto all’elenco di domini made for advertising ampiamente adottato da Jounce Media e incorporando i segnali di Sincera, IAS ha sviluppato la prima soluzione testata del settore per rilevare e bloccare i portali su larga scala. “Gli inserzionisti dovrebbero riconoscere che i siti web MFA possono rappresentare una parte importante della loro campagna complessiva e dovrebbero determinare, in modo indipendente, se gli stessi sono conformi agli standard di brand suitability per quanto riguarda i contenuti e l’esperienza dell’utente. Ci congratuliamo con IAS per aver agito dopo la pubblicazione dei risultati del nostro report sulla trasparenza in programmatic e per aver sostenuto la nostra definizione di MFA”, ha dichiarato Bill Duggan, Executive Vice President del gruppo ANA. “Abbiamo riscontrato che la conoscenza della problematica all’interno della comunità ANA di professionisti dei media era limitata. Attendiamo con impazienza ulteriori progressi da parte di IAS nell’identificazione e nell’ottimizzazione della spesa pubblicitaria per educare e informare meglio gli acquirenti”.