Ag Digital Media, la scale up milanese con un libro soci di “peso” attiva sui social con la piattaforma Freeda, ha depositato l’istanza di liquidazione volontaria
I fondatori sono Gianluigi Casole (che ha fatto parte del team di investimenti di H14, il family office di Luigi, Barbara ed Eleonora Berlusconi) e il Presidente Andrea Scotti, l’azionista più importante è il fondo francese di venture capital Fpci Alven Capital V

Come anticipato dal Sole 24 Ore dell’11 giugno, Ag Digital Media, la scale up milanese attiva sui social con la piattaforma Freeda, ha depositato una settimana fa l’istanza di liquidazione volontaria. La liquidazione volontaria è la procedura attraverso cui una società cessa la propria attività, sciogliendosi volontariamente e senza l’intervento di un giudice, per distribuire il patrimonio ai soci una volta estinti i debiti: si distingue quindi dal fallimento in quanto è una decisione autonoma dei soci e non imposta da un giudice. Un’anticipazione sulle difficoltà “della startup editoriale femminista in versione “pop” con i suoi 3,17 milioni di fan su Facebook, 2,66 milioni di follower su Instagram, 108 milioni di views dei suoi video, 37 milioni di interazioni sui social e 126 milioni di persone raggiunte” era stata fornita da Affaritaliani lo scorso 31 gennaio.
I soci
“Dietro la decisione – riporta il quotidiano confindustriale - c’è un percorso andato avanti fra alti (nella prima parte di vita) e bassi (dopo il 2020) in un settore, quello dell’advertising digitale, alle prese con un cambio strutturale degli investimenti e nel quale le big tech da tempo ormai dettano legge”. Questa iniziativa – che vede come fondatori Gianluigi Casole (che ha fatto parte del team di investimenti di H14, il family office di Luigi, Barbara ed Eleonora Berlusconi) e il Presidente Andrea Scotti Calderini – ha incontrato il favore di imprenditori e investitori che hanno scommesso. Il libro soci è di un certo peso. L’azionista più importante di Ag Digital Media è il fondo francese di venture capital Fpci Alven Capital V, con un complessivo 32,28%. I due fondatori detengono invece intorno al 12,4% ciascuno; a seguire Ginevra Elkann (7,21%). Fra i soci poi c’è anche la Fidim dei fratelli Rovati, come la Our Group di Remo Ruffini patron di Moncler e con piccole quote manager di Publitalia e Luigi Berlusconi.
La diversificazione
“Il nome — un gioco tra “freedom” e Frida Kahlo — diceva già tutto – continua Il Sole 24 Ore -: libertà femminile, rappresentazione autentica, estetica curata e contenuti editoriali disegnati per lo scrolling. L’ambizione si è tradotta in investimenti per oltre 20 milioni raccolti da fondi come Alven Capital e Endeavor Catalyst, presenza in tre Paesi (Italia, Spagna, Uk), 250 dipendenti al picco operativo. Poi però è arrivato il Covid. E con il 2020 in Ag Digital Media si inizia a comprendere che forse lo sforzo in Spagna e Uk è stato superiore alle possibilità. Da qui l’idea di andare oltre l’advertising digitale. Nasce così la branch Marketing digital services. La business unit più redditizia, Freeda Platform, in soli tre anni ha generato oltre 20 milioni di ricavi, al fianco di circa 6 milioni di advertising digitale.Il bilancio 2023 (ultimo disponibile) evidenziava sì ricavi in crescita per 25 milioni di euro con un passivo, pari a circa 7 milioni di euro, che è stato completamente portato a nuovo. Poi però, nel 2024, il colpo decisivo: la perdita di due o tre contratti strategici ha eroso il 30% del fatturato, compromettendo l’equilibrio finanziario dell’intero gruppo. Da lì il tentativo — mai realmente coronato — di vendere il ramo media. Le trattative si sono estese poi anche alla piattaforma tecnologica. La situazione si è aggravata rapidamente. Nei primi mesi del 2025 viene avviata la procedura di composizione negoziata della crisi. Ma il tempo non è bastato”.