Autore: Redazione
17/03/2019

USA: Nutella utilizza i voice assistant per inviare campioni gratuiti agli utenti

Sfruttando il comando “mandami un sample” della voice application, il brand di Ferrero ha messo un piede nel voice marketing, un segmento poco percorso dai marchi della grande distribuzione organizzata

USA: Nutella utilizza i voice assistant per inviare campioni gratuiti agli utenti

Il voice marketing è una terra pressoché inesplorata. Al suo interno vale tutto, si può sperimentare e non c’è uno storico a cui rifarsi. Nutella ha deciso di porsi le vesti di pioniere e provare ad approcciare gli smart assistant con una novità: l’invio di campioni gratuiti.

Negli Stati Uniti, chiunque abbia l’azione “mandami un campione” attivata su Echo o sui device di Google potrà usare la frase-comando seguita dal nome del brand per avviare la spedizione del sample al proprio indirizzo -  ricavato dai dati inseriti nella costituzione dell’account. Questa app è stata già utilizzata da Diageo in Gran Bretagna, e la scelta ha avuto un buon riscontro con oltre 6.000 richieste durante la prima settimana.

Nutella comunque sta già valutando altre opzioni, ha dichiarato Rachel Tetreault, Head of Ecommerce in USA di Ferrero, aggiungendo che la voice search sarà un tema di grande attenzione durante l’anno. “La voice sta guadagnando una forte trazione dai consumatori, ed è solo questione di tempo prima che diventi un cardine del customer journey, in particolar modo nel momento in cui le vendite a scaffale migreranno online. Stando alle nostre previsioni, questo cambiamento sarà più evidente nei prossimi 3-5 anni”, dice Tetreault.

In Cina le vendite online valgono il 15% del totale annuale di Ferrero. Paragoni con il mercato americano non sono disponibili, ma il manager ha fatto sapere a Digiday che un balzo nelle vendite attraverso ecommerce lo hanno spinto a ripensare le relazioni con partner tecnologici come Amazon e Google, oltre agli accordi già esistenti con i supermercati.  “Stiamo costruendo relazioni solide con piattaforme come Amazon e Google, ma questo non deve avvenire a spese dei nostri retailer partner, che stanno lavorando molto per interpretare il customer journey online”, conclude.