TIG Media: l’innovazione oggi passa anche dall’ambito offline
L’agenzia del del gruppo TIG - The Innovation Group ha recentemente annunciato l’uscita della nuova release di A.I. MaticBox, ne parliamo con il Direttore Generale Marco Di Gioacchino
Marco Di Gioacchino
TIG Media, l’agenzia media del gruppo TIG - The Innovation Group, ha recentemente annunciato l’uscita della nuova release di A.I. MaticBox, la piattaforma proprietaria per l’ottimizzazione degli investimenti media digitali. La struttura è stata fin dal 2017, allora si chiamava MediaMatic, fra le primissime agenzie in Italia a sviluppare una propria soluzione di AI, MaticBox, disegnata con la collaborazione del Politecnico di Milano. Ma il progresso non ammette tentennamenti e i recenti sviluppi legati alla diffusione e all’integrazione delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale da parte dei principali players digitali, come Meta e Google, hanno spinto TIG Media verso una nuova versione della piattaforma, rinominata A.I. MaticBox. Ne parliamo con Marco Di Gioacchino, Direttore Generale di TIG Media (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
Da quali presupposti nasce e cosa offre A.I. MaticBox?
«Nasce nel 2017, in sinergia con il Politecnico di Milano, con l’esigenza di integrare i vari media digitali in unica scatola, per organizzarli così da poter ottenere miglioramenti sostanziali in chiave predittiva dei risultati finali, parliamo quindi di lead e performance marketing. Con il passare delle stagioni abbiamo assistito a forti accelerazioni innovative sul fronte dell’AI e cominciamo a vedere risultati veramente eccellenti. È arrivato quindi il momento di un rilancio».
Un progresso che in quanto tale pare irrefrenabile, possiamo già anticipare un ulteriore rinnovamento di MaticBox o occorrerà attendere un lasso di tempo più ampio?
«Prima, grazie all’esperienza maturata nell’utilizzo dei tool e delle competenze, si poteva prevedere qualcosa di sicuro, ma ora l’approccio è divenuto più sperimentale, quindi i risultati dovranno essere più consistenti e continuativi, e gli stessi scienziati stanno valutando il comportamento di un machine learning sempre più sorprendente. Su tutta la parte di data analysis c’è una crescita molto forte, mentre sulla parte predittiva è difficile ora come ora fare delle previsioni».
Come è cambiato l’ambito, come si sta evolvendo?
«Non è solo più complesso, cambia anche la numerosità dei mezzi con cui dobbiamo avere a che fare. Pensiamo alla no linear tv ma anche alla digital radio. Avere dei sistemi che possano controllare una grande mole di dati in crescita sarà fondamentale e questo fa sì che preferiamo ormai definirci una media consulting agency che deve anche convincere il cliente a prendere la strada della sperimentazione, con un approccio fatto di tentativi, mirato, focalizzato. Prima bastava generare lead, oggi occorre controllarne anche la qualità».
In una simile complessità, come si implementa l’AI e quali sono le vostre soluzioni?
«Facciamo una distinzione da quella che è la GenaAi, che entra direttamente nelle nostre vite, nelle attività quotidiane, pensiamo alle varie app che modificano le nostre pagine social; un’area in grande crescita, che forse potrebbe anche impattare sulla parte creativa. Ma poi c’è una parte più nascosta, eppure determinante, legata all’analisi dei dati. Come si a migliorare questo tipo di analisi? I grandi player, come Meta, da diversi mesi hanno implementato accessi, prima in chiave beta ora aperti a tutti i professionisti, che consentono di ‘settappare’ una campagna utilizzando una serie di suggerimenti che vengono forniti in base agli obiettivi. Se prima avevi un numero di setup preciso, oggi hai un numero di parametri crescente, differente che deve essere sempre raffinato, in maniera dinamica. In tutto questo, c’è un supporto da parte delle piattaforme sempre più attivo, le stesse hanno dei big data che quasi nessun altro può avere. A noi arrivano informazioni già preparate dalle quali possiamo evincere gli incrementi di risultato».
Facciamo un passo indietro: cosa ha caratterizzato il 2023 di TIG Media?
«C’è stata un lavoro di revisione a livello di gruppo. La nostra azienda è nata 30 anni fa si occupa di eventi, di implementazione di soluzioni di system integration e di media. L’essere entrati nel cappello di TIG - the Innovation Group ha significato condensare e portare il tutto a un altro livello. TIG Media nel 2023 ha inserito attività di content e social marketing che dovranno essere ulteriormente sviluppate».
Cosa caratterizzerà il vostro 2024?
«A gennaio abbiamo integrato un team dedicato all’offline, che ci consente di prevedere un raddoppio del nostro billing a circa sei milioni di euro ed è anche un modo per mettere al centro dell’offerta l’omnicanalità. Siamo nati digital ma siamo anche consapevoli che nel mondo delle performance se non si hanno conoscenze anche in ambito offline si perde molto. Abbiamo anche cominciato a sfruttare i contenuti esclusivi prodotti internamente, abbiamo una società che si occupa di ricerche, e recentemente abbiamo prodotto una survey su 150 aziende nazionali sull’impatto delle tecnologie Web3 e AI, e vogliamo utilizzarla come una leva di marketing rivolta ai nostri 1.200 clienti attivi».