Autore: Redazione
29/01/2016

The Gunn Report 2015: l’Italia fanalino di coda creativo, scivola dal 19° al 24° posto; solo “The Hero” di Publicis spicca nel ranking che allinea i 50 Film top

Il commento sull’esito della graduatoria raccolto da Bruno Bertelli, ceo & ecd di Publicis: «Nel nostro Paese non sono molte le agenzie che realizzano questo tipo di campagne e l’anno passato non è certo da annovarere tra i migliori»

The Gunn Report 2015: l’Italia fanalino di coda creativo, scivola dal 19° al 24° posto; solo “The Hero” di Publicis spicca nel ranking che allinea i 50 Film top

Le eccellenze del settore pubblicitario a livello internazionale. E’ stato rilasciato ieri l’aggiornamento annuale di The Gunn Report, il “global index of creative excellence in advertising”, che riassume le migliori performance della industry nel 2015, basandosi sui risultati di 45 contest a livello regionale e nazionale. Questi, in sintesi, i risultati: BBDO è il network creativo più premiato, con la sede di New York, agenzia con il maggior numero di riconoscimenti. Always #LikeAGirl di Leo Burnett Toronto è la campagna vincitrice in assoluto, mentre gli Stati Uniti sono il Paese con il maggior numero di lavori creativi premiati. Volkswagen è l’inserzionista numero uno. Smuggler, infine, guida la classifica delle case di produzione. Non solo non c’è traccia della creatività italiana al top del report realizzato in Gran Bretagna da Donald Gunn ed Emma Wilkie, ma per vedere il primo e unico premio assegnato al nostro Paese bisogna scendere al cinquantesimo  posto nella categoria Film, dove troviamo “The Hero”, lo spot di Publicis Italy per Heineken. Lo scarso successo tricolore a livello creativo si evince anche dalla tabella relativa ai Paesi più premiati, dove l’Italia, nel 2015, è scivolata nella 24ª posizione, dopo la Colombia e prima di Romania e Hong Kong, dalla 19ª occupata nel 2014. DailyMedia ha raccolto un commento di Bruno Bertelli, ceo & ecd di Publicis Italia oltre che dc Western Europe di Publicis Worldwide: «Per arrivare nelle shortlist del Gunn Report una creatività deve avere una serie di prerogative che non è poi così scontata. Innanzitutto, dev’essere una campagna di respiro internazionale con una solida strategia di base, poi dev’essere stata iscritta a premi internazionali e, confrontandosi con le migliori campagne mondiali, aver vinto numerosi premi. Aggiungiamoci che in Italia non sono molte le agenzie che realizzano questo tipo di campagne e che l’anno appena passato non è stato tra i migliori, come ha testimoniato anche il Festival di Cannes; e così si riesce a comprendere perché abbiamo fatto un passo indietro. Indubbiamente non abbiamo nulla da invidiare creativamente e il fatto che un brand come Heineken abbia scelto un’agenzia italiana per la gestione globale della sua comunicazione ne è un esempio».