Autore: Redazione
07/09/2023

TER: alla fine di questo mese scade il termine per rispondere alle richieste di AgCom, rigettato il ricorso Rai contro la pubblicazione degli ascolti

L’Authority ritiene “non procrastinabile” il ricorso al modello del JIC per la governance e indica l’adozione di un modella di ricerca ibrido

TER: alla fine di questo mese scade il termine  per rispondere alle richieste di AgCom, rigettato  il ricorso Rai contro la pubblicazione degli ascolti

Flavio Mucciante, vice direttore di RaiRadio e Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente di UPA

E’ stato rimandato al 30 settembre, secondo quanto risulta a Dailyonline, il termine stabilito da AgCom perché il mondo della radiofonia cominci a dare corpo al progetto di JIC – joint industry committee – partecipata da tutti i membri del mercato, per la produzione della ricerca sugli ascolti. A fine luglio l’Authority per le comunicazioni ha pubblicato la delibera n. 202/23/CONS in cui si forniscono a Tavolo Editori Radio raccomandazioni e indicazioni sulle misure da prendere in merito alla rilevazione degli indici di ascolto della radio e per la trasformazione della forma societaria da MOC (media owned company), a JIC. Nel documento, rilasciato a fine luglio, l’Autorità dichiara “non procrastinabile il ricorso al modello del JIC come forma societaria di riferimento”, sollecita l’adozione di un sistema ibrido tra metodologia tradizionale – la CATI nel caso della ricerca RadioTER prodotta da Tavolo Editori Radio – e rilevazione passiva, e invita TER a trasmettere “un piano dettagliato delle azioni che intende intraprendere in esecuzione di quanto prescritto all’art. 1”. Nel frattempo, lo scorso luglio il Tribunale di Milano ha rigettato il ricorso ex articolo 700 che la Rai aveva presentato per chiedere di bloccare la pubblicazione dei dati di ascolto delle proprie emittenti iscritte a TER – Radio1, Radio2, Radio3 e Isoradio - relativi al primo semestre di quest’anno, e anche il successivo reclamo sempre presentato da Rai contro questa decisione del tribunale. I dati sugli ascolti delle radio Rai sono stati comunque pubblicati all’interno della ricerca RadioTER, diffusa lo scorso 3 luglio. 

Rai fuori da TER

La Rai però prosegue nella sua opposizione a TER, da cui ha annunciato che sarebbe uscita nel 2024, annuncio confermato da un comunicato stampa del 1° settembre 2023. La Rai, si legge, “non ha più rappresentanti in cda e nel comitato tecnico di Ter. Non partecipa più alle sedute del cda e alle assemblee. Intende uscire dalla compagine societaria e non iscriverà le sue emittenti radiofoniche per il 2024. Stesso discorso per Player editori radio”. Nel comunicato si esclude una possibile conciliazione tra Rai e TER, poiché “ogni ostacolo posto in essere dalla presidenza TER verso Rai alimenta sempre più l’impossibilità di un dialogo sul tema della rilevazioni d’ascolto della radiofonia”. Parole dure che il vice direttore di RaiRadio Flavio Mucciante spiega così: «Una delle criticità che contestiamo a TER è la metodologia, attualmente basa solo sulla telefonica CATI, mentre si dovrebbe aggiungere la misurazione dell’ascolto attraverso il meter. Si punta quindi a una consistente CATI e un campione meter, da armonizzare, come dice anche AgCom. L’altro punto critico è l’ingresso del mercato nella governance della società. La Rai pensa che una riedizione di TER non sia accettabile, ma la presidenza di TER (in capo a Federico Silvestri, ndr) su questo tema non è stata molto chiara, e non ha proceduto all’adeguamento della ricerca che noi di Rai abbiamo chiesto più volte». Il mercato, afferma Mucciante, ha bisogno di dati e per questo la Rai è disponibile a partecipare a un tavolo, a patto di un superamento del capitolo TER con la nascita di una nuova società con un nuovo impianto di ricerca. 

La posizione di UPA

Nonostante Rai non abbia più rappresentanti in CdA e in comitato tecnico, è presumibile che anche nel secondo semestre i dati di ascolto delle emittenti del servizio pubblico siano inclusi nella pubblicazione: «Noi vogliamo i numeri – afferma Mucciante -, ma il servizio pubblico ha il dovere di segnalare se il mercato paga per spazi valorizzati in base a numeri poco coerenti con la realtà e fare da garante. E questa nostra azione ha fatto smuovere le cose, accelerando i processi». A proposito dei tavoli che si dovrebbero costituire con i rappresentanti del mercato in vista della nascita di una JIC della radiofonia, recentemente il Presidente UPA Lorenzo Sassoli de Bianchi in una dichiarazione rilasciata al quotidiano Italia Oggi ha chiarito la posizione degli utenti pubblicitari: «Noi seguiamo le indicazioni dell’Autorità. Si è espressa in modo molto chiaro sull’esigenza di un JIC per la radio che coinvolga tutto il sistema non solamente le emittenti. Siamo disponibili, d’altronde io stesso ho parlato di questa necessità in occasione dell’assemblea annuale (di UPA che si è tenuta il 5 luglio, ndr). Ci faremo guidare dalle indicazioni dell’Agcom anche per la nuova rilevazione».