Il tempo di caricamento è il fattore critico dell'ad blocking
A rivelarlo è uno studio di Secret Media, realizzato su venticinque top media company statunitensi
La ragione reale per cui le persone utilizzano sistemi di ad blocking è il consumo dei dati e non una pubblicità di scarsa qualità. È quanto sostiene un nuovo report di Secret Media. Gli annunci, infatti, occupano circa il 9% di una pagina web ma sono responsabili per il 54% del tempo di caricamento, sostiene lo studio. La tesi è che la frustrazione per la lentezza del caricamento spinga gli utenti ad adottare filtri antipubblicità. “Crediamo che l’abuso e la mancanza di controllo rispetto alle tecnologie pubblicitarie siano i principali fattori dell’incrementale adozione e utilizzo di soluzioni di ad blocking. Nella nostra ipotesi, le tecnologie pubblicitarie stanno impattando negativamente sui siti dei publisher”.
I risultati chiave
Secret Media ha preso in esame i siti web di 25 top media company americane, confrontando il tempo di caricamento, la larghezza di banda e le richieste URL di pagine con ad blocking spento e acceso. I dati sono stati resi anonimi – per questo non si conosce in che modo l’ad blocking abbia impattato sul singolo editore. In ogni caso, per tutti gli editori analizzati, la pubblicità incrementa il tempo di caricamento in modo significativo. Le stesse evidenze sono state individuate in Germania e Francia, gli altri Paesi coinvolti nell’indagine.
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