Intelligenza artificiale, come cambia il commercio in Europa
Le aziende italiane puntano su marketing e contenuti, più prudente l’approccio all’automazione. I dati della nuova survey targata Shopify sui piani di adozione AI dei merchant in Italia, Francia, Germania, Spagna e UK

Come cambierà il commercio grazie all’AI? Per scoprirlo, Shopify ha coinvolto oltre 1.000 dei suoi merchant in cinque mercati europei chiave - Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, con l’obiettivo di capire come intendano utilizzare l’intelligenza artificiale nei prossimi mesi. I risultati offrono uno spaccato utile per comprendere le priorità e i trend emergenti tra le PMI digitali europee. Dall’analisi emergono infatti approcci eterogenei, ma anche priorità condivise: contenuti generati con l’AI, marketing personalizzato, immagini di prodotto ottimizzate e customer service sempre più intelligente. Uno scenario in cui l’Italia, al pari degli altri Paesi, conferma una crescente apertura verso l’innovazione. I merchant italiani si dimostrano pronti a esplorare il potenziale dell’intelligenza artificiale per le loro attività, pur mantenendo un approccio realistico e pragmatico. Per un’azienda su due, le aree su cui si concentrano le maggiori aspettative sono il marketing (47%) e la generazione di contenuti (46%), mentre al terzo posto si posiziona l’uso dell’AI per le traduzioni, indicato da due merchant su cinque (39%). Seguono poi l’utilizzo per migliorare le immagini prodotto (35%), per offrire un customer service più efficiente (30%) e per analizzare dati e ottenere insight più rapidi e puntuali (30%). A dimostrazione di un interesse trasversale, seppure ancora contenuto, il 31% dei merchant intende utilizzare l’AI per personalizzare l’esperienza cliente, mentre uno su quattro pianifica di applicarla per automatizzare e rendere più snelli i processi operativi (27%). Completano il quadro altri ambiti di applicazione che, pur essendo meno prioritari, mostrano una crescente attenzione da parte delle imprese italiane: ottimizzazione dei prezzi (25%), fraud detection (20%) e sviluppo prodotto (20%). “L’intelligenza artificiale rappresenta una delle più grandi opportunità per le PMI italiane ed europee che vogliono fare un salto di qualità nel modo in cui vendono, comunicano e crescono - commenta Paolo Picazio, country manager per l’Italia di Shopify -. Oggi il potenziale dell’AI non è più appannaggio delle sole grandi aziende, ma diventa sempre più accessibile grazie a strumenti concreti e integrati”. Nel confronto tra i cinque mercati europei analizzati, emergono alcune differenze e peculiarità in termini di priorità e approccio strategico all’intelligenza artificiale. La Germania mantiene un approccio strutturato, con i livelli più alti di adozione per la generazione di contenuti (60%), le attività di marketing (51%) e la creazione di immagini prodotto (44%).
Il panorama europeo
Tra i dati spicca anche l’interesse per l’AI a supporto delle traduzioni (38%) e della protezione antifrode (24%). La Spagna mostra invece l’approccio più trasversale e dinamico all’adozione dell’AI, con percentuali tra le più alte in tutte le aree chiave: marketing (52%, il dato più alto rilevato tra i cinque Paesi), traduzioni (42%), analisi dati (41%) e automazione operativa (33%). La Francia si distingue per un forte focus sull’AI applicata al customer service, con il 38% dei merchant che intende adottarla per migliorare la qualità dell’assistenza, il dato più alto del campione. Anche qui le traduzioni (35%) e la personalizzazione (31%) risultano prioritarie. Il Regno Unito, pur allineandosi al dato globale per contenuti (54%), appare più conservatore in altri ambiti: è il Paese meno propenso a utilizzare l’AI per il customer service (27%) e per la fraud detection (14%, al di sotto della media globale del 24%). “L’eterogeneità nelle priorità riflette il diverso grado di maturità digitale dei mercati, ma anche le differenti esigenze locali. In questo contesto, l’Italia si posiziona in una fascia intermedia, con segnali di apertura che indicano una crescente consapevolezza del ruolo strategico dell’AI nel futuro del commercio digitale”, conclude Paolo Picazio.