Autore: Redazione
05/05/2023

La tecnologia di Channel Factory tutela gli investimenti media: i costi possono essere abbattuti fino al 12%

Le procedure di valutazione di PwC hanno anche rilevato che le funzionalità di targeting dell’azienda riducono la dispersione negli investimenti pubblicitari del 23%

La tecnologia di Channel Factory tutela gli investimenti media: i costi possono essere abbattuti fino al 12%

Luca Di Cesare, Country Manager Italia e Spagna di Channel Factory

Channel Factory ha affidato a PwC la valutazione della sua piattaforma proprietaria ViewIQ per certificare il livello di efficienza e di risparmio che può raggiungere un posizionamento pubblicitario di qualità. I test di PwC hanno rilevato che la tecnologia di Channel Factory, offerta ai brand e alle agenzie, riduce la dispersione di investimenti media del 23%, con un risparmio sui costi del 12%, risultati che assumono un’importanza sempre più rilevante in un contesto di crisi economica. In due fasi di test, Channel Factory ha potuto dimostrare come la sua tecnologia contribuisca a una pianificazione capace di diminuire la dispersione degli investimenti media, offrendo il massimo livello di trasparenza verso tutti i clienti. La prima fase ha analizzato il metodo di classificazione dei contenuti di Channel Factory per garantire l’allineamento con i criteri individuati da associazioni come GARM (Global Alliance for Responsible Media) e IAB. La seconda fase ha misurato l’impatto della tecnologia di Channel Factory sulla dispersione degli investimenti media per identificare l’efficienza offerta ai brand e alle agenzie. “L’ecosistema dei media digitali può essere complesso e impegnativo da interpretare: a questo corrisponde una conseguente richiesta di maggiore trasparenza”, ha commentato Adam Edelshain, Director PwC UK. “A Channel Factory va il merito di aver sottoposto la propria piattaforma ViewIQ ai test e alle verifiche di PwC”. 

La dispersione degli investimenti

Uno studio condotto da PwC nel 2020 per conto dei big spender, ha identificato come unattributable il 15% dei loro investimenti pubblicitari. Questo è uno dei tanti fattori che contribuiscono al problema della dispersione di investimenti media nella pubblicità digitale, e per il quale si stanno cercando soluzioni. Il successivo studio di PwC pubblicato all’inizio del 2023 ha mostrato che la situazione sembra migliorare nella fascia premium del programmatic. Secondo eMarketer, nei soli Stati Uniti la spesa per gli spot video digitali nel 2022 è stata pari a 76,2 miliardi di dollari in tutti i settori pubblicitari. Il potenziale risparmio sui costi ottenuto utilizzando la tecnologia di Channel Factory sarebbe di 8,7 miliardi di dollari negli Stati Uniti in un solo anno. Channel Factory ha invitato PwC a condurre verifiche sulla propria tecnologia, al fine di dimostrare che le sue soluzioni siano conformi agli standard del settore e rispettino le linee guida proposte ai clienti. La procedura di valutazione ha rivelato che l’accuratezza della classificazione linguistica di Channel Factory raggiunge il 99%. La tassonomia per la categorizzazione della suitability dei contenuti video ha raggiunto un tasso di corrispondenza superiore all’80% dei criteri IAS, IAB, ComScore e GARM. Channel Factory si è inoltre allineata agli standard IAB e IAS: dalle procedure di valutazione emerge che il 100% dei canali ha una categorizzazione IAB corretta e il 96% dei video risponde agli standard IAS. “Uno dei motivi principali che ci hanno spinto a coinvolgere PwC è stato quello di garantire che Channel Factory fosse una soluzione e non una parte del problema della dispersione degli investimenti media”, sottolinea Luca Di Cesare, Country Manager Channel Factory Italia e Spagna. “Dal rapporto di PwC abbiamo ricevuto conferma che manteniamo tutto quello che promettiamo ai clienti e che poniamo grande enfasi sulla trasparenza, un valore che consideriamo essenziale nel settore pubblicitario. I risultati dell’analisi di PwC non sono un punto di arrivo: il rapporto non ha fatto altro che accrescere il nostro impegno verso la continua innovazione, per dar vita a un’offerta conscious, che offra il massimo ROI, che elimini la dispersione dei budget media e che sostenga creator e comunità nel solco della diversità e dell’inclusione”.