Stop a MFE anche dal Tribunale di Amsterdam, ma Mediaset continua a ristudiare il progetto, mentre Vivendi attende domani la sentenza UE sulla legge Gasparri
Nel contenzioso tra i Gruppi guidati da Pier Silvio Berlusconi e Vincent Bolloré, quest’ultimo ha messo a segno un altro punto nei confronti del primo che sta rivedendo le sue strategie

Pier Silvio Berlusconi, Amministratore Delegato Mediaset
Il Tribunale di Amsterdam, ribaltando il giudizio di primo grado, ha accolto ieri il ricorso in appello di Vivendi in cui si chiedeva la sospensione del progetto di fusione transfrontaliera tra Mediaset e Mediaset España. La Corte olandese ha richiesto modifiche dell’impianto del piano che, in realtà, per Mediaset – come riferisce un comunicato del Gruppo di cui è A.D. Pier Silvio Berlusconi - non era già più realizzabile dopo il verdetto del Tribunale di Madrid del 30 luglio.
Rispetto alle nuove strategie che il Gruppo di cui è Presidente Fedele Confalonieri sta studiando per concretizzare il progetto MFE – MediaForEurope, la holding nella quale Mediaset vuole concentrare le sue attività e partecipazioni - non cambia niente, visto che la messa a punto di un piano B che recepisca i nuovi rilievi sulla governance della società di diritto olandese su cui poggiare le fondamenta per il suo progetto di consolidamento europeo della tv generalista è già allo studio da agosto dopo l’analogo stop giunto da parte dei giudici di Madrid.
Il progetto è complesso ed è difficile pensare che possa essere già illustrato il 9 settembre in occasione della presentazione dei risultati del primo semestre, che verranno approvati il giorno precedente (oggi invece sono attesi quelli di Mediaset España).
L’andamento dei titoli
Non di meno, nella parallela battaglia di posizione che il Gruppo transalpino di cui è Presidente Vincent Bolloré sta conducendo nei confronti di quello italiano, la decisione del Tribunale olandese viene commentata come un punto a favore. “Vivendi - ha dichiarato un portavoce della holding parigina - è molto soddisfatta per la decisione dei giudici di Amsterdam, che riteniamo sia nell’interesse di tutti gli azionisti di Mediaset, ovvero quello che abbiamo sempre cercato di ottenere in tutti i tribunali dei diversi Paesi e alla Corte Europea”.
Il titolo Mediaset in ogni caso ieri ha perso l’1,87%, in rialzo, invece, il prezzo delle azioni del colosso dell’entertainment transalpino (+1,1% a 24,07 euro) alla Borsa di Parigi. Uguale strategia di logoramento psicologico potrebbe poi essere alimentata domani, quando ci sarà la sentenza della Corte di giustizia Ue, che si esprimerà sulla legittimità della Legge Gasparri, che ha di fatto limitato i diritti di voto dei francesi.
Vivendi ha infatti impugnato in Lussemburgo la normativa italiana in materia radiotelevisiva (in particolare dell’articolo 43 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) che l’ha portata da 3 anni a congelare le proprie quote azionarie in Mediaset al 9,9%. In realtà la sentenza della Corte UE – anche se andasse incontro alle desiderata di Vivendi – non cambierebbe nulla nell’immediato perché si avvierebbe un iter complicato per il quale il TAR dovrà recepire la sentenza e girarla alla Consulta che, a sua volta, dovrebbe inviarla al Parlamento per la discussione: tempi biblici o quasi, quindi.
Le ipotesi
In ogni caso, per ora, le distanze tra i due Gruppi restano forti. Nello scambio di lettere avvenuto tra Vivendi e Mediaset in estate, il primo ha dichiarato la propria disponibilità a sostenere un nuovo progetto MFE se modificato dei nodi contestati su governance e azioni speciali, ma il secondo chiede un risarcimento danni per l’ostruzionismo di Vivendi e per le cause relative al disaccordo del 2016 su Premium prima di ragionare su qualsiasi percorso condiviso.
Il nuovo schema di lavoro di Mediaset potrebbe anche non puntare sulla fusione ma prevedere il trasferimento in Olanda della sede legale solo della capogruppo italiana con le sue partecipazioni, compresa la quota della tedesca Prosiebensat1 (24,9%). E in un secondo momento, costituita la nuova MFE, l’assemblea di Mediaset España potrebbe votare l’integrazione nella holding olandese.