Stop al cookieless e l’ora dell’IDless: al via la sinergia tra Anonymised e Jakala
Il legame tra le due strutture, che si muovono volentieri in dimensioni internazionali, Nasce dal presupposto che per supportare l’adv online non è necessario rivelare i propri dati a mezzo mondo, possono rimanere sul device dell’utente. Le parole di Mattia Fosci, founder & CEO di Anonymised e a Adriano Coccia, strategic offering, media & innovation senior director di Jakala
Mattia Fosci e Adriano Coccia
Senza ID, senza cookie: in un mondo marketing pubblicitario dominato dalla tecnologia, dalla necessità di targetizzare, di monetizzare come pure di salvare la privacy, si sprecano i consigli, le idee, le soluzioni… Ed è qui che sbarca Anonymised, società con sedi a Londra, Barcellona, operativa in UK, America e ora anche in Italia, grazie all’accordo con Jakala, azienda incentrata su dati e IA. Come si è realizzata la partnership e cosa ci riserva per il futuro? Lo chiediamo a Mattia Fosci, founder & CEO di Anonymised e a Adriano Coccia, strategic offering, media & innovation senior director di Jakala (ospiti di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
Da quali presupposti nasce e su quali basi si evolve Anonymised?
Mattia Fosci: «Nasce dal presupposto che per supportare l’adv online non è necessario rivelare i propri dati a mezzo mondo, possono rimanere sul device dell’utente»
In cosa consiste e come funziona il vostro prodotto?
«Si tratta di una tecnologia che gli editori installano direttamente sui loro siti, con Tag o con un SDK su un’app. La tecnologia permette di spostare tutta la profilazione dell’utente, la raccolta e il processamento del dato, per creare un profilo utile all’inserzionista direttamente sull’apparecchio dell’utente senza per forza di cose trasferire tutti i dati sui server di altre compagnie. Quando navighiamo online, i dati vengono inviati solitamente ai server delle compagnie dei tracking, così si comincia a perdere il controllo e il tutto viene condiviso tra centinaia di entità differenti, per arricchire i profili, per permettere la targetizzazione dell’audience e la misurazione della campagne; capitava con i cookie e capita ancora con gli identificativi. Con Anonymised dimostriamo come si possano raggiungere gli stessi obiettivi in maniera differente e più ‘pulita’»
Tra mille discorsi inerenti privacy, cookie e dati i meno interessati sembrano essere proprio gli utenti; come si può educare il pubblico ai temi della “riservatezza” online?
«C’è una correlazione tra conoscenza e preoccupazione, più capiamo come si raccolgono e si utilizzano i dati e più ci interessiamo, ma il tema è complesso e quindi viene fuori il classico commento “Non ho nulla da nascondere”, ma i rischi sono dietro l’angolo perché i dati possono essere utilizzati in maniera non simpatica: dalle chiamate indesiderate, alla disinformazione, alla discriminazione fino alla frode. È importante spiegare agli utenti quale sia il quid pro quo, ossia che il dato viene utilizzato per supportare l’adv digitale e quindi l’economia di mercato e, di conseguenza, il contenuto gratis di cui fruiamo. L’alternativa sarebbe pagare… ».
Come si sviluppa l’accordo e quali sono le prospettive e gli obiettivi?
Adriano Coccia: «Jakala è alla costante ricerca di nuove tecnologie, che facciano progredire i clienti; la partnership nasce da questo obiettivo e dalla comunanza del DNA, per così dire: entrambe le società frequentano la dimensione internazionale, il che ci permette di collaborare ad ampio raggio su tutti i mercati coperti dai nostri clienti. Una relazione che offre la possibilità di essere più avanti rispetto ad altri player, considerato anche che la tecnologia targata Anonymised all’estero ha già preso piede; con loro, portiamo qualcosa di innovativo anche sul nostro mercato e in più già testato, il che significa che non partiamo da zero ma possiamo contare su benchmark che vanno avanti da un anno, con tante case history americane e britanniche».
Come si evolverà il discorso cookieless?
Mattia Fosci: «Basta con il cookieless, proponiamo il tema IDless: abbiamo scoperto che circa il 60% delle impressions non viene comprata o acquistata in maniera targetizzata perché l’identificativo dell’utente non viene riconosciuto dalle piattaforme. Non proponiamo una battaglia sulla privacy, non sappiamo quando Google spegnerà i cookie. Sono presenti delle tendenze cui far riferimento: ci sono meno cookie e ID, c’è la possibilità di fare revenue incrementali per gli editori e margini per gli inserzionisti. Il momento perfetto per IDLess, per targetizzare impressions che non vengono considerate dalle piattaforme. Una situazione che se si riuscisse a sbloccare farebbe felici tutti». Adriano Coccia: «L’alternativa non è un altro identificativo, bensì un sistema come quello di Anonymised che permette di non identificare gli utenti. La strada è tracciata».