Spotify amplia l’offerta advertising sui podcast Original & Exclusive in Italia
Una nuova offerta title-by-title, attraverso cui brand e inserzionisti potranno inserire i propri annunci, che potranno essere letti direttamente dai creator dei podcast. In un panorama sempre cangiante, il commento di Alberto Mazzieri, Head of Sales di Spotify Italia e Spagna
Alberto Mazzieri
In tutto il mondo, le persone che creano, scoprono e ascoltano podcast sono in continua crescita. Secondo una ricerca di eMarketer, entro il 2024 a livello globale gli ascoltatori di podcast supereranno la quota di 500 milioni e l’Italia è tra i paesi che hanno mostrato la crescita più forte nell’offerta e nell’ascolto dei chiacchierati format audio, con oltre 11 milioni di ascoltatori mensili. Di conseguenza, il valore della pubblicità sui podcast per gli inserzionisti diventa estremamente chiaro: le potenzialità dei contenuti audio, coinvolgenti e divertenti, possono essere sfruttate per far arrivare messaggi a potenziali clienti mentre la loro attenzione è rivolta all’ascolto di notizie, storie o ad apprendere cose nuove. E oggi Spotify annuncia l’ampliamento della propria offerta di advertising nei podcast per brand e inserzionisti in Italia. Con la nuova proposta title-by-title, brand e inserzionisti potranno inserire i propri annunci nei podcast Spotify Original & Exclusive, con la possibilità di essere letti direttamente dai creator dei podcast.
Accuratezza SAI
Gli annunci potranno essere trasmessi direttamente attraverso Streaming Ad Insertion (SAI), la suite di strumenti di marketing di Spotify che mette a disposizione delle aziende un alto livello di qualità degli annunci podcast tradizionali unita alla precisione e all’accuratezza del marketing digitale moderno. Il lancio odierno vede già protagonisti due brand: Adidas, supportati da MediaCom e Mc Donald’s, con pianificazione di OMD, hanno deciso di sperimentare l’ultima frontiera dell’inserzione audio su podcast. Con la tecnologia alla base dei podcast ads, è possibile fornire nuovi strumenti di misurazione come impression degli annunci, insight sulle audience e nuove performance creative. In questo modo, Spotify amplia la propria offerta pubblicitaria, con nuove modalità per raggiungere audience diverse, misurare le prestazioni e le performance delle proprie campagne e raggiungere differenti obiettivi.
Una piattaforma di audio streaming: le parole di Alberto Mazzieri, Head of Sales di Spotify Italia e Spagna
Sarà la musica che gira intorno, che cambia le proprie modalità di fruizione e quindi il suo vissuto e, di conseguenza, anche le sue caratteristiche. Il nuovo secolo ha rivoluzionato le usanze di ascolto, in maniera netta. Una trasformazione progressiva, costante, frenetica che ha partorito ulteriori cambi di marcia e oggi, dopo oltre venti anni, il discorso si è allargato e oggi abbraccia l’intero spettro sonoro. Quella dell’audio è diventata la nuova caccia all’oro, in una sorta di ritorno al passato, alle origini mass mediatiche di cento anni fa, quando la radio entrò prepotentemente nelle case, ma con un approccio attuale che profuma ogni giorno di futuro. Perché il mercato corre in fretta e gli aggiornamenti sono sempre dietro l’angolo, perché le capacità immersive e sensoriali della voce sono note ma sembrano rinnovarsi di volta in volta, partorendo conquiste, traguardi. E così, oggi, ma anche ieri, non si fa altro che parlare, discutere di podcast, prima una chimera, poi una possibilità, oggi un’icona. Tutti sono interessati, tutti vogliono partecipare, qualcuno, ogni tanto, fa notare come, dopo passione divertimento debba necessariamente subentrare un discorso legato alla monetizzazione. Spotify comincia a mettere le carte in tavola, come ci racconta Alberto Mazzieri, Head of Sales di Spotify Italia e Spagna.
L’offerta adv che viene ampliata, nuovi strumenti si aggiungono, un 2022 che inizia con il classico botto…
«È un momento storico, fondamentale per l’adv su Spotify. Lavoriamo con aziende, brand che vogliono relazionarsi con l’audience della piattaforma e trovare inedite vie di promozione. In Italia abbiamo 13 milioni di utenti, nel mondo quasi 400 milioni, di cui circa 210 milioni sono free. La conferma arriverà a breve con la pubblicazione della trimestrale relativa al Q4, la prossima settimana. La nuova offerta sancisce anche un passaggio definitivo, un cambio di concetto: non siamo più solo uno spazio dedicato alla musica, stiamo investendo sui podcast, tra acquisizioni e tecnologia, oggi Spotify è una piattaforma di audio streaming».
Come descrivere oggi il panorama podcast?
«Uno strumento sempre più fondamentale, con i suoi contenuti differenziati che moltiplicano le possibilità di contatto. Nel nostro Paese, il numero dei titoli è cresciuto dell’89%. Chiunque può produrre un proprio format, anche Spotify che, attraverso la sua unit Studios, commissiona e produce titoli originals, dei quali detiene i diritti, ed exclusive, quelli che vivono solo attraverso la nostra piattaforma».
Si parla spesso di un fenomeno in crescita ma di difficile monetizzazione. È un fenomeno che riguarda solo l’Italia?
«Da questo momento inizieremo a monetizzare, inserendo messaggi pubblicitari solo in alcuni titoli, quelli che generano maggior ascolto. Ci sono Paesi, anglofoni, o con una dimestichezza maggiore con la lingua inglese e quindi con un accesso nettamente più ampio ai contenuti, nei quali la conversione economica è già fattibile. Con il tempo e con la crescita del numero dei titoli, anche in Italia il processo diverrà più naturale».
Cosa cercano i brand che hanno aderito per primi alla vostra offerta?
«Adidas e McDonald’s monitorano una audience giovane, che si aggira attorno ai 40 anni, la fascia di età che maggiormente frequenta Spotify. Si tratta di aziende che si rivolgono a target molto ampi, a un pubblico trasversale, che per questo hanno sposato titoli che abbiamo suggerito per presidiare un certo tipo di pubblico, diverso, unico, particolare».
Quando l’intrattenimento mediatico si sposa alla pubblicità non sono pochi a mugugnare, come vi muovete in questo senso?
«Facciamo affidamento sulla tecnologia Streaming Ad Insertion (SAI) che inserisce l’annuncio in maniera dinamica, un messaggio che non deve essere mai disruptive, invasivo, bensì integrato con il flusso. Una tecnologia che permette non solo l’inserimento ma anche la conseguente reportistica, un’innovazione che prima non esisteva, e che permette di avere la stessa efficacia di una veicolazione digital classica».
Quali sono le tematiche predilette dagli ascoltatori di podcast?
«Una risposta che necessita di aggiornamenti costanti, all’interno di un panorama in cui aumenta l’audience, il tempo speso di fruizione. Ma se volessimo fare una sintesi attuale, allora dovremmo citare tutto quello che fa lifestyle, ma anche educazione/formazione, società, news e, ovviamente, intrattenimento. Quello che conta è però la ricerca di contenuti di qualità. Spotify riflette con precisione quello che succede in società, è accaduto con la musica e ora avviene anche con i podcast. Ce ne accorgiamo dal monitoraggio dei format creati su alcune tematiche, come la sostenibilità, per fare un esempio».
Come accaduto per lo streaming musicale nei confronti dei classici supporti, i podcast potranno il posto di qualche media classico?
«Non è un mistero che l’audio digitale stia dominando, anche e soprattutto perché l’esperienza è personalizzata. Spotify si muove in maniera congeniale, propone un’esperienza fluida, e il futuro vedrà una fruizione ancora più massiccia. La radio potrebbe subire qualche contraccolpo, ma anche lei sta cambiando. La nostra piattaforma offre un’enorme produzione di contenuti: 70 milioni di canzoni, 3,2 milioni di podcast, 5 miliardi di playlist, la possibilità di ascoltare qualsiasi cosa, di essere guidato, di ricevere suggerimenti, di personalizzare l’ascolto».
Lo stato del podcast
L'audio è sempre più al centro della vita dei consumatori, e Spotify continua a guidare la rivoluzione audio ponendosi l’obiettivo di realizzare il miglior servizio di streaming per creator e ascoltatori. I podcast sono sempre più protagonisti nel panorama dell’intrattenimento digitale in Italia e nel mondo, con i numeri che dimostrano un evidente interesse crescente da parte del pubblico. Spotify crede che il futuro dell'audio sia senza limiti, e l’obiettivo è quello di continuare a guidare la rivoluzione audio offrendo i migliori contenuti, personalizzati e accessibili ovunque. Abbiamo il potenziale per raddoppiare le dimensioni della nostra industry, e crediamo anche che nel prossimo futuro più del 20% dei contenuti ascolti su Spotify saranno contenuti non musicali. Inoltre, l'innovazione e la tecnologia stanno cambiando il modo in cui avvengono i consumi, con auto connesse e smart speaker che contribuiscono alla crescita dell’audio, mettendolo al centro dei comportamenti quotidiani delle persone. L'audio è sempre più al centro della vita dei consumatori, che passano all’incirca la stessa quantità di tempo ad ascoltare contenuti audio che a guardare video. Nell’ultimo anno la crescita è stata vertiginosa: tra il settembre 2020 e lo stesso mese del 2021 su Spotify sono stati aggiunti circa 1,5 milioni di nuovi podcast, con un aumento dell'85% rispetto all'anno precedente.
In Italia i titoli disponibili sono cresciuti dell’89%
Oggi i podcast disponibili sulla piattaforma sono oltre 3 milioni, e rispetto al 2018 il numero di how presenti su Spotify è aumentato di oltre il 2.500% - un dato che fotografa bene l’esplosione del fenomeno. Insieme all’offerta cresce anche la domanda: basti pensare che tra gennaio e il 21 settembre 2021, più di 84 milioni di persone nel mondo hanno ascoltato un podcast per la prima volta. L’Italia è tra i paesi che hanno mostrato la più grande crescita nell’offerta di podcast. Spotify ha registrato un’espansione del catalogo in lingua italiana dell’89% nell’ultimo anno, con la produzione di nuovi titoli di ogni genere e dedicati ai temi più disparati. Il nostro Paese è uno dei mercati in cui la crescita dei podcast è più evidente: i generi più popolari del 2020 su Spotify in Italia sono stati Education, Society & Culture, Arts & Entertainment, Comedy and Stories. Gli altri mercati in cui lo storytelling audio cresce più rapidamente sono Taiwan, Colombia, Giappone, Spagna, Perù, India, Turchia, Filippine, Francia, Polonia, Argentina e Olanda.
La pubblicità audio in streaming è efficace
Secondo il recente studio "Sonic Science" di Spotify, in collaborazione con Neuro-Insight (https://ads.spotify.com/it-IT/le-ultime-news/sonic-science/), il 93% dell'attenzione dei consumatori verso la musica e i podcast viene trasferita anche agli annunci che sfruttano l'audio digitale come mezzo, poiché le persone li ascoltano proprio quando la loro canzone preferita o il podcast finiscono. Inoltre, gli annunci audio su Spotify hanno ottenuto un impatto per il brand superiore del 19% rispetto ad altri media tradizionali come la radio e la tv. Altre conclusioni tratte dallo studio sono che l'audio digitale permette il 28% in più di conservazione a lungo termine dei dettagli dell'annuncio rispetto ai media tradizionali, e si connette il 25% in più con le nostre emozioni. Questo si ottiene perché è un mezzo più interattivo e coinvolgente con l'ascoltatore e con una maggiore personalizzazione. L'audio ci permette anche di arricchire le routine quotidiana senza sentirci “obbligati”, come dichiarato dall'80% degli intervistati, che ascoltano l'audio per una passeggiata, per fare esercizio, per svolgere le faccende domestiche, per andare al lavoro o per rilassarsi. E per il 66% del campione dello studio, l'audio è anche un modo per sfuggire all'eccesso di stimoli visivi con cui viviamo oggi. Quando Neuro-Insight ha misurato l'attività cerebrale degli utenti che ascoltano diversi tipi di audio, è risultato chiaro che l'impegno è aumentato del 27% in più rispetto ai social media; del 23% in più rispetto alla TV e del 9% in più rispetto ai video digitali e ai media audio tradizionali. In generale, si osserva che gli ascoltatori non sono semplicemente su Spotify, ma sono completamente immersi e presenti nel contenuto che stanno ascoltando e non sono distratti dal rumore intorno a loro. E questo spazio mentale, dove sono completamente concentrati, è di grande valore per gli inserzionisti e i marketer.