Autore: Redazione
31/07/2025

Nielsen: investimenti adv a +1% nel primo semestre, -0,4% senza OTT

Il mese di giugno è in calo del 4,8%; Bordin: “Flessione prevedibile, in relazione alla spinta degli Europei di calcio 2024; normalizzazione degli investimenti dopo una spesa rilevante”

Nielsen: investimenti adv a +1% nel primo semestre, -0,4% senza OTT

Andamento negativo per gli investimenti pubblicitari nel mese di giugno, che chiude con una contrazione del 4,8% così che la raccolta pubblicitaria del primo semestre si attesta su una minima crescita dell’1%. Se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search, social, classified (annunci sponsorizzati) e dei cosiddetti over the top (OTT), l’andamento del primo semestre del 2025 si attesta a -0,4%. “L'andamento complessivo degli investimenti pubblicitari a giugno 2025 in Italia mostra una contrazione del -4,8% rispetto a giugno 2024. Questa flessione era ampiamente prevedibile e va interpretata principalmente in relazione alla straordinaria spinta generata dagli Europei di calcio svoltosi a giugno 2024, un evento che storicamente convoglia ingenti risorse pubblicitarie, soprattutto sul mezzo televisivo. L'assenza di un evento di tale portata quest'anno crea un confronto sfavorevole con un periodo eccezionalmente performante dell'anno precedente – commenta Luca Bordin, Country Leader Italia di Nielsen -. Se da un lato continua l’andamento positivo dell'indice di fiducia dei consumatori che è salito a 97,2 a luglio, rispetto al 96,1 di giugno (rappresenta il livello più alto da febbraio), dall’altro si evidenzia un quadro generale più stabile per quanto riguarda le imprese, infatti l'indice composito del clima di fiducia delle imprese (IESI) è calato a 93,6 dal 93,9 del mese precedente. Nei prossimi mesi capiremo meglio l’impatto che il recente accordo sui dazi potrà avere sulle decisioni di investimento in pubblicità delle aziende. Comunque il quadro macroeconomico positivo ha consentito di accumulare un vantaggio nei primi 5 mesi di quest’anno rispetto all’anno precedente che ci consente di registrare un +1% nel primo semestre”.

 

NIELSEN-GIUGNO-2025

I singoli mezzi

Relativamente ai singoli mezzi, la tv è in calo nel mese di giugno del -12,5%, mentre il primo semestre chiude flat (+0,2%). I quotidiani e i periodici sono in calo rispettivamente dell’11,5% (primo semestre -5,2%) e del 12,9% (primo semestre -8,2%). In calo anche la radio del 3,5% (primo semestre +4,4%). Sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’intero universo del web advertising nel primo semestre 2025 chiude con un +2,6% (-2,4% se si considera il solo perimetro Fcp AssoInternet). Segno positivo per l’out of home (Transit e Outdoor) che cresce nel primo semestre del 3,4% e per il cinema che nel primo semestre segna un +5%, In calo il direct mail che segna un -6,1%. Sono solo 6 i settori merceologici in crescita nel mese di giugno, il contributo maggiore è portato da alimentari (+19,5%) e finanza/assicurazioni (+7,5%). In calo a giugno gli investimenti di distribuzione (-23,2%), turismo/viaggi (-27,4%) e automobili (-32,5%). Relativamente ai comparti con la maggiore quota di mercato, si evidenzia, nel primo semestre 2025, l’andamento positivo di alimentari (+10,2%), abitazione (+9,5%) e bevande/alcoolici (+9,1%). In calo invece distribuzione (-14,4%), gestione casa (-7,5%) e automobili (-5,1%). “Analizzando l’andamento dei primi 5 settori si evidenzia che il settore Alimentari si distingue come l'unica eccezione, registrando una crescita robusta del +19,5% a giugno 2025. Gli altri 4 settori analizzati, Automobili (-32,5%), Distribuzione (-23.2%), Farmaceutici (-2.2%) e Gestione casa (-16.5%) mostrano tutti un andamento negativo a giugno 2025, ma questa flessione è direttamente riconducibile agli investimenti eccezionalmente elevati che questi settori avevano riversato nella pubblicità a giugno 2024, in concomitanza con gli Europei di calcio, Automobili (+66,6%), Distribuzione (+42,6%), Farmaceutici (+21,2%) e Gestione casa (+55,1%) - sottolinea Luca Bordin -. La contrazione quindi non segnala una crisi, ma piuttosto una normalizzazione degli investimenti dopo un periodo di spesa particolarmente rilevante”. 

SETTORI