La scomparsa di Silvio Berlusconi, imprenditore, politico, tycoon sportivo e “rivoluzionario” del sistema mediatico italiano
Partito dal settore immobiliare e approdato ai più alti livelli della politica, il Cavaliere ha segnato un’epoca nel mondo della televisione e dell’editoria, anche a livello internazionale
Silvio Berlusconi
“Sono un sognatore pragmatico. Altri fanno sogni che restano sogni, io cerco di trasformare i sogni in realtà”. È con queste parole di Silvio Berlusconi, deceduto ieri, che si può riassumere il suo percorso imprenditoriale. E’ stato grande imprenditore edile, dello sport e dei media, presenza politica e sportiva di primo piano. Prima venditore porta a porta di scope elettriche, poi la vita da imprenditore. Prima ancora l’esperienza, da giovanissimo, come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all’amico Fedele Confalonieri, tutt’ora Presidente di Mediaset, oggi MFE. Un dettaglio, riportano i giornali, che spiega la doppia natura di Berlusconi, che non lo ha mai lasciato: da una parte un imprenditore geniale, serio; dall’altro un comunicatore, un talento delle battute e della “risposta pronta” in qualsiasi occasione. Una dote che gli ha permesso di entrare anche nella storia, ad esempio contribuendo alla storica stretta di mano tra Putin e Bush a Pratica di Mare, nel 2002. Da agente immobiliare prima a fondatore di un’impresa poi, nel 1961. Nel 1963 crea la Edilnord. È con la costruzione di Milano 2 che Berlusconi acquista la notorietà, quando nel 1968 compra alcuni terreni a Segrate per i quali ottiene l’autorizzazione a costruire 2,5 milioni di metri cubi in cambio dell’impegno a provvedere alle opere di urbanizzazione. In parallelo, decide di allargare il proprio raggio di affari ai media.
L’impero mediatico
Approfittando della sentenza n. 202 del 1976 della Corte costituzionale, che apre definitivamente la strada all’esercizio dell’editoria televisiva – che era stata fino ad allora appannaggio dello Stato con la Rai – nel 1976 Berlusoni rileva TeleMilano, che dal dicembre 1980 cambia nome in ‘Canale 5, marchio che raccoglie venti televisioni locali che trasmettono lo stesso programma, alla stessa ora. È un escamotage per aggirare il divieto di trasmissione in diretta nazionale, previsto dalla legge dell’epoca. Da quel momento Berlusconi inizia a coinvolgere grandi nomi della tv pubblica italiana, cominciando da Mike Bongiorno, registra le trasmissioni in anticipo sui cosiddetti ‘pizzoni’ (i nastri, ndr), che diffonde alle reti regionali per la trasmissione in simulcast. In via ufficiosa nasce una nuova televisione nazionale. A tutti gli effetti. E grazie a questa nuova dimensione nazionale, la sua concessionaria Publitalia, inizia a vendere gli spazi pubblicitari a grandi inserzionisti nazionali. Nel 1978 fonda Fininvest, la holding che coordina tutte le sue attività. Nel 1982 decide di allargarsi con l’acquisto di Italia 1 e poi nel 1984 di Rete 4. È di fatto la nascita del duopolio televisivo. Nel 1990, grazie alla Legge Mammì, si rende definitivamente legale un sistema radiotelevisivo misto pubblico e privato. È la fine del monopolio Rai. Non solo televisione. Nello stesso anno acquisisce la maggioranza azionaria di Mondadori e diventa il principale editore italiano nel settore dei libri e dei periodici. La citata legge Mammì inserisce però anche uno scudo antitrust. I soggetti che esercitavano l’attività televisiva in ambito nazionale con più di due reti non potevano acquisire partecipazioni in imprese editrici di quotidiani o prendere parte alla costituzione di nuove imprese editrici di quotidiani. E così quando Berlusconi pensa di dare l’assalto al Gruppo Espresso, è costretto a dismettere Repubblica, L’Espresso e i quotidiani Finegil.
L’Europa
Il successo del polo delle tv private, la prima e per decenni unica concorrenza alla tv di Stato, con una situazione definitivamente stabilizzata nel 1990 dalla Legge Mammì, consente al Cavaliere di sviluppare varie iniziative sempre sotto l’egida di Fininvest. Mediaset lancia la televisione commerciale in Europa: in Francia La Cinq (1986), in Germania TelefOnf (1987), in Spagna Telecinco (1989). Conosciuto fino al 2021 come Gruppo Mediaset oggi Mfe-Media for Europe è la holding che ha come core business la tv commerciale generalista. In Italia con Canale 5, Italia 1 e Retequattro. In Spagna controlla Telecinco e Cuatro. In Germania è il primo azionista del polo televisivo ProsiebenSat1.