Autore: Redazione
26/07/2016

Rai: avviata ufficialmente ieri l’operazione trasparenza

Il direttore generale di Viale Mazzini, Antonio Campo dall’Orto, ha presentato al Consiglio di Amministrazione il Piano di pubblicazione dei dati di gestione, a partire dai compensi oltre i 200 mila euro; e ha annunciato un intenso programma di formazione, da 15 milioni di euro

Rai: avviata ufficialmente ieri l’operazione trasparenza

Al via l’operazione trasparenza della Rai, voluta dal direttore generale Antonio Campo dall’Orto per avvalorare il nuovo corso del servizio pubblico come media company innovativa, digitale e soprattutto chiara. Il primo passo è rendere noti gli emolumenti delle prime linee manageriali con compensi superiori dai 200 mila euro. Presentati il Piano trasparenza e un programma di formazione che vale 15 milioni di euro Ieri il d.g. e la presidente Monica Maggioni hanno presentato al consiglio di amministrazione il Piano per la Trasparenza e la Comunicazione Aziendale, previsto dalla Riforma Rai (legge 220/2015) e approvato il 26 maggio scorso. Il piano consente di rendere consultabili e accessibili dal sito web istituzionale del servizio pubblico (www.rai.it), a partire da ieri, le informazioni riguardanti l’attività svolta dal CdA e i dati, i documenti e le informazioni sull’azienda indicati dalla Riforma, tra cui appunto i compensi dei dirigenti, le consulenze e collaborazioni non artistiche oltre gli 80 mila euro, appalti, bilanci e investimenti. «La trasparenza, per noi, non è solo un obbligo, ma un’occasione unica per continuare il nostro percorso di innovazione creando maggiore valore per l’azienda - ha detto il d.g. -. Grazie a questo Piano, nato da un proficuo rapporto con la politica, nulla sarà più come prima e siamo orgogliosi del nostro ruolo di apripista per la trasparenza in coerenza con il percorso del Paese. Da oggi, l’azienda fa un ulteriore passo avanti verso una moderna media company, aprendo le proprie porte a cittadini e stakeholders”. Sempre ieri il d.g. ha presentato Rai Academy, un progetto di formazione del personale e valorizzazione delle competenze, che dovrebbe coinvolgere fino al 50% del personale Rai, per un investimento complessivo di 15 milioni di euro. I compensi sono in linea con gli standard di aziende analoghe La Rai, dunque, è la prima azienda pubblica italiana - e la seconda in Europa dopo la Bbc - ad adottare uno standard di trasparenza di tale livello. Le prime informazioni riguardano, appunto, i compensi dei dirigenti: la Rai, alle polemiche sollevate dalle indiscrezioni sul compenso di Campo Dall’Orto (650 mila euro) e della presidente Maggioni (360 mila), risponde che si tratta di compensi in linea con gli standard di aziende di simili dimensioni, in Italia e all’estero. Il metodo utilizzato per valutare le posizioni manageriali permette di misurare il peso specifico delle posizione a partire dalla complessità del ruolo, del contributo allo sviluppo dell’azienda, delle risorse umane gestite, del budget a disposizione; e di metterlo a confronto con posizioni analoghe interne ed esterne. Le analisi retributive sono state effettuate dalla Korn Ferry–Hay Group, che ha messo a confronto le retribuzioni dei dirigenti e giornalisti Rai con compensi uguali o superiori a 200 mila euro con un campione di 249 aziende top italiane o controllate estere che operano in Italia, più un campione di 39 aziende Ict e media europee. Dal confronto è emerso che la retribuzione annua lorda nel complesso è in linea con la media di mercato; anzi, considerando l’intero compenso, comprensivo di incentivi, bonus eccetera, il posizionamento si colloca sulla fascia bassa del benchmark. Per quanto riguarda il top management, emerge ancora dall’indagine della Korn Ferry-Hay Group, il posizionamento della retribuzione è mediamente del 15% inferiore rispetto ai mercati di riferimento. Tra i compensi pubblicati, quello di Fabrizio Piscopo (322 mila euro) e Antonio Marano (390 mila euro), rispettivamente amministratore delegato e presidente della concessionaria Rai Pubblicità. Dei top manager di fresca nomina, il capo del digital Gian Paolo Tagliavia percepisce 280 mila euro, Carlo Verdelli, direttore editoriale informazione, 320 mila euro, Ilaria Dallatana e Daria Bignardi (alla direzione di Rai2 e Rai3) entrambe 300 mila euro, Gabriele Romagnoli, direttore di Rai Sport, 230 mila euro. Il CdA si dimostra “sensibile” sulle posizioni incongrue Dal Piano sono emerse, però, posizioni incongrue, come quelle di dirigenti e giornalisti titolari di importanti compensi, ma da tempo inattivi. Su questo tema il CdA di ieri si è dichiarato “sensibile”, e disponibile a supportare la dirigenza impegnata nella soluzione di queste incongruenze. Quello della trasparenza è un tema chiave, “per la trasformazione sostanziale dell’azienda e per questo si vuole affrontare la sfida con il futuro in una logica costruttiva, di profondo cambiamento, e attraverso una serie di proposte concrete” e interventi adeguati. Con chiarezza, il CdA si è dichiarato contro lo “spreco di risorse aziendali o il persistere di sacche di privilegio ereditate dal lontano passato e non in linea con la sua nuova missione per il futuro in cui i vertici e l’intero CdA sono impegnati”. Ma, ribadisce la nota emessa ieri, “Il problema è evitare gli sprechi tenendo però presente che Rai è impresa pubblica che opera in un mercato fortemente concorrenziale in cui le retribuzioni delle figure apicali non sono affatto anomale nel raffronto con il mercato, anzi mediamente inferiori e fondamentali per assicurare al servizio pubblico le necessarie professionalità. Tali posizioni rappresentano una frazione minima del monte salari complessivo, e per questo il consiglio respinge strumentalizzazioni improprie ribadendo che Rai, insieme a tutti i suoi lavoratori, svolge un ruolo fondamentale nella complessità della società contemporanea di cui è orgogliosa espressione”. Tutti i dati online da ieri Da ieri, quindi, sul sito istituzionale Rai sono pubblicati dati, documenti e informazioni su disposizioni generali e quadro regolamentare aziendale, dallo statuto aziendale al Contratto di Servizio, dal codice etico al modello di organizzazione, gestione e controllo. Tra le informazioni consultabili i curricula, i compensi e le dichiarazioni dei membri di CdA, collegio sindacale e società di revisione, nonché le attività del CdA compresi i collegamenti con la Commissione parlamentare di vigilanza. Inoltre, saranno pubblicati dati aggregati sugli investimenti nel settore audiovisivo relativi a prodotti nazionali e non, oltre i dati Qualitel, informazioni di ogni tipo su personale, collaborazioni non artistiche e consulenze con le condizioni descritte prima. I cittadini potranno, inoltre, verificare i criteri per le assegnazioni dei contratti del settore radiotelevisivo, visionare bandi di gara, bilanci degli ultimi 5 anni, procedure anticorruzione e trasparenza.