Quasi 1 ragazzo su 2 ammette di comportarsi in modo diverso online rispetto a quanto farebbe nella realtà
Ad affermarlo è uno studio condotto da Terre des Hommes in collaborazione con ScuolaZoo in occasione del Safer Internet Day. L’obiettivo è indagare l’universo comportamentale delle ragazze e dei ragazzi italiani sull’uso dei social network, ma anche sulla violenza e sugli stereotipi di genere
Sexting, stalking, cyber bullismo e privacy online: i ragazzi e le ragazze italiane sembrano avere le idee chiare sui pericoli correlati ai social network e chiedono di essere lasciati liberi, convinti di sapersi difendere anche da soli. A rivelarlo è l’indagine realizzata da Terre des Hommes in collaborazione con ScuolaZoo, la più importante community per studenti in Italia, su un campione di oltre 1.600 tra ragazzi e ragazze compresi tra i 14 e i 19 anni, diffusa ieri in occasione del Safer Internet Day. L’obiettivo dell’indagine, ormai alla sua seconda edizione, è indagare l’universo delle ragazze e dei ragazzi italiani sull’uso dei social network, ma anche su violenza e stereotipi di genere. Terre des Hommes è un’organizzazione nata nel 1960 a Losanna e arrivata nel 1989 in Italia che si occupa della protezione dei bambini da ogni forma di violenza o abuso, garantendogli il diritto alla salute, all’educazione e alla vita.
Online tra libertà e consapevolezze
Per l’81,5% degli intervistati è chiaro il pericolo nello scambiarsi foto o video a sfondo sessuale via sms o chat, ma solo il 38,7% accetterebbe una qualche forma di controllo su questa attività a fronte di un 44,1% tra le ragazze, probabilmente più consapevoli di esserne sovente le vittime. L’81,7% degli intervistati, ma l’85,2% delle ragazze, pensa di essere “brava/o a proteggere la propria privacy su Internet”, ma al contempo sembra trasparire una certa disponibilità a fidarsi, dimenticando che la rete e i file digitali raramente garantiscono il diritto all’oblio. Il 54,3% ritiene, infatti, che le proprie foto a sfondo sessuale andrebbero condivise solo tra persone che si fidano ciecamente l’una dell’altra senza tenere in conto, però, che in questo campo la fiducia rischia di essere sempre mal riposta. Non a caso, probabilmente, proprio le ragazze che sono le principali vittime del sexting, rispondono solo al 45,7% di essere d’accordo con questa affermazione.
Tra reale e virtuale
Resta la convinzione che Internet sia uno schermo dietro cui nascondersi o attraverso il quale mettere in scena una vita diversa, virtuale: il 34,7% pensa ancora che quello che gli accade su Internet sia esclusivamente virtuale, in contrapposizione a un reale inteso solo come fisico. Il 43,1% ammette di comportasi online in maniera differente da come farebbe offline, da un lato rivendicando un uso più libero e fuori dalle etichette dello strumento, dall’altro dimenticando che questa separazione è solo illusoria. Un dato che in qualche maniera contraddice l’idea di una separazione tra virtuale e reale emerge dalla consapevolezza dei danni dei reati informatici. Per il 74,8% degli intervistati, infatti, “vedere le proprie immagini a sfondo sessuale circolare senza il proprio consenso online o su cellulari altrui è grave quanto subire una violenza fisica”.
La funzione di internet nelle scuole
Nonostante gli intervistati si dicano attivi anche nel segnalare agli amici contenuti a rischio (lo fa l’80,4%) o a denunciare contenuti illeciti (dice di farlo il 65,5%, il 73,9 delle ragazze e il 59,5 dei ragazzi), emerge in maniera netta la richiesta di poter inserire Internet a scuola sia come strumento di apprendimento che come oggetto di insegnamento (libertà di espressione su Internet, netiquette, ecc.): un’affermazione che trova d’accordo l’83,3% degli intervistati.
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