Autore: Redazione
13/11/2018

Fabrizio Angelini: «Mercato in crescita, ma rimane alta la necessità di una maggiore trasparenza»

Il membro del consiglio direttivo di IAB Italia e Ceo di comScore Italia, sottolinea i passi in avanti, in un contesto in cui si può fare di più

Fabrizio Angelini: «Mercato in crescita, ma rimane alta la necessità di una maggiore trasparenza»

Secondo Fabrizio Angelini, membro del consiglio direttivo di IAB Italia e Ceo di comScore Italia, incontrato da DailyNet a IAB Forum, nel mercato sono stati fatti molti passi avanti riguardo a trasparenza e auditabilità, ma serve uno sforzo in più. Le prospettive del digital sono comunque stimolanti, e sarebbe utile che gli editori mettessero i dati a fattor comune per creare un polo domestico di iperprofilazione che si costituisca come alternativa ai grandi operatori internazionali

Come commenta il 2018 della industry alla luce della plenaria?

Il sistema digitale ha vissuto una crescita in chiaroscuro. Le prospettive sono molto stimolanti, ma in molti hanno evidenziato la necessità di aumentare i processi di trasparenza e auditabilità. Sono stati fatti molti passi avanti quest’anno, ma la industry non può più permettersi di appoggiarsi sulle autodichiarazioni degli Ott, che pesano per circa il 90% sul totale del mercato»

Quali iniziative ha proposto IAB per mantenere equilibrio nel settore?

Quest’anno IAB si è esposta su temi di particolare importanza per il mercato. Il bureau ha preso posizione sul tema della Web Tax, e ha lanciato il Quality Index Project, un sistema di certificazione di terza parte che intende dare supporto agli editori aperti alla trasparenza.

Per quanto riguarda la trasparenza l’Italia sta mantenendo un’immagine molto pulita rispetto a molte altre country…

L’Italia ha dimostrato di essere un mercato molto più trasparente di altri. Il tasso di adblocker e quello di ad fraud sono molto più bassi della media dei Paesi in cui il mercato è fortemente sviluppato.

Su cosa dovrà lavorare il mercato italiano per crescere ulteriormente?

Credo che per gli editori sia fondamentale trovare un modo per mettere dati a fattor comune e creare dei consorzi, come sta succedendo ad esem pio, in Germania. È l’unico modo in cui un sistema domestico possa reagire all’iperprofilazione.