Oggi inizia IF! in presenza. Giuseppe Mastromatteo: «Il tema del Rock’n Roll è un appello anche ai clienti ad uscire dalla zona di comfort»
Il President & CCO di Ogilvy Italia, V.P. di ADCI e membro del comitato organizzativo della manifestazione, spiega la scelta del tema
Questa mattina inizia la fase in presenza al teatro Franco Parenti, di IF! Italians Festival che, come noto, è incentrato sul tema del Rock’n Roll. Abbiamo intervistato per l’occasione Giuseppe Mastromatteo, President & Chief Creative Officer di Ogilvy Italia, Vice President ADCI e membro del comitato organizzativo della manifestazione.
Come mai questo titolo per IF! e come mai in questo momento?
«Il tema del Rock’n Roll, nel decimo anno del Festival, vuole rappresentare un punto di svolta e un appello al nostro settore e ai nostri clienti ad uscire dalla zona di comfort e ad essere più coraggiosi, un ritorno alla sperimentazione e al confronto appassionato che genera discussioni e talvolta porta a nuovi percorsi creativi inesplorati, un invito a rinnovare una genuina passione per il nostro bellissimo lavoro. E soprattutto a provarci, proprio come una band che scrive un pezzo. Ci provano, poi il mercato decreterà il successo o meno della canzone. Oggi vogliamo precisione ossessiva sui risultati».
Parlate di idee giuste come di idee noiose che dovrebbero essere superate da grandi idee: ma cosa vi sostiene nell’idea che sia la fase giusta per una comunicazione disruptive?
«È sempre un buon momento per una buona idea, indipendentemente dalla fase che attraversiamo. Un’idea semplice può essere disruptive, l’importante è che alla base ci sia sempre uno human insight forte. E poi ci sono le emozioni che non vanno mai sottovalutate. Da sempre sostengo che ad esempio lo humor rappresenti il modo migliore per creare un legame con le persone, perché suscita un’emozione istantanea e crea relazione. Lo humour è il bond più veloce per stabilire una connessione umana, è così tra le persone è così anche nella comunicazione pubblicitaria. Le persone potranno anche dimenticarsi di quello che hai detto o fatto, ma raramente si scorderanno come le hai fatte sentire (cit)».
IF! è come Cannes la celebrazione della creatività. Ma anche a Cannes, exploit a parte, vincono le strategie in grado di essere declinate in modo omni-channel: ammesso che tu sia d’accordo, rilevi che siamo a un buon punto da questo punto di vista in Italia? Ovvero, ci sono per te molte marche che riescono a declinare su più touchpoint un’idea di brand forte e coerente?
«Posto che la capillarità dei touchpoint dipende spesso dal budget di investimento, credo la vera sfida delle agenzie sia quella di non porsi come media filler ma di trovare sempre la comunicazione giusta per ogni canale. In Ogilvy ad esempio lavoriamo sull’intersezione tra talenti e capability, in questo modo perseguendo gli stessi obiettivi strategici, possiamo affrontare un brief da diverse angolazioni».
Non è un po’ troppo ardito per non dire conflittuale sostenere il primato emotivo della creatività in opposizione a una razionalità che però persegue, al di là dei risultati, un’efficacia e un’efficienza della comunicazione?
«David Ogilvy sosteneva una grande verità: “If it doesn’t sell it isn’t creative”. Il concetto è semplice e vale oggi come cinquant’anni fa».
Ci segnali uno degli incontri programmati a tuo giudizio imperdibile e perché?
«Quest’anno abbiamo l’occasione unica di vedere e soprattutto ascoltare una persona che ha scritto per decadi la storia del nostro mestiere con talento, coraggio e osando senza paura. Sto parlando di Sir John Hegarty. Lui è stato ed è un innovatore, ha firmato campagne che sono rimaste nella storia e negli annual ma soprattutto campagne che hanno fatto parlare la società, sempre. Per me è un grande onore poterlo vedere sul palco di IF!, anche perché ho fatto tutto il possibile per averlo qui in Italia».