Autore: Redazione
19/05/2023

NIQ: ufficializzato il rebranding, il largo consumo vale 90 miliardi; GDO a +9,9% nel primo quadrimestre 2023

Partita ieri la tre giorni de Linkontro, l’Amministratore Delegato Italia Luca De Nard ha presentato la nuova linea strategica incentrata sui servizi di intelligence per l’analisi dei consumatori e dei loro comportamenti

NIQ: ufficializzato  il rebranding, il largo consumo vale 90 miliardi; GDO a +9,9% nel primo quadrimestre 2023

Da Nielsen, a NielsenIQ a NIQ: in occasione della 38ª edizione de Linkontro, il tradizionale convegno dedicato al mondo del largo consumo e della distribuzione organizzata in corso fino a domani a Santa Margherita di Pula, la società che studia e misura questi mercati – guidata in Italia da Luca De Nard – ufficializza il rebranding a due anni dalla separazione da Nielsen, spostata sul mondo dei media e della comunicazione, periodo che l’ha vista assumere la denominazione di NielsenIQ. «Dopo esserci staccati dal media nel 2020, oggi diventiamo NIQ e ci concentriamo sui servizi di intelligence per capire sempre più e sempre meglio consumi e consumatori - commenta l’Amministratore Delegato Italia Luca De Nard -. E’ la nostra mission da 100 anni (l’azienda è nata nel 1927, ndr), di cui 60 trascorsi in Italia: il concetto di quote di mercato l’abbiamo inventato noi; siamo stati il primo consumer panel in Europa». De Nard ha evidenziato alcune sfide del mercato da qui in avanti; una di queste è la frammentazione del rapporto con il consumatore dovuta alla moltiplicazione dei punti di contatto e di acquisto. Un’altra sfida da affrontare è l’evoluzione dei target, che dà vita ai nuovi consumatori nelle fasce più mature della popolazione e, di conseguenza, implica una rimodulazione dell’offerta; nonché la formulazione di nuove strategie che tengano conto dei mercati emergenti. E ora all’orizzonte c’è il progetto di unione con GfK “per diventare il principale fornitore globale di informazioni e analisi del settore retail e dei consumatori”, recita il comunicato con cui l’azienda ha annunciato l’iniziativa a luglio dell’anno scorso; «ma su questo non possiamo fornire tempistiche, stiamo lavorando fianco a fianco con la Commissione Europea» afferma De Nard. L’operazione infatti è sotto i riflettori per motivi di antitrust e GfK, secondo alcune fonti informate dei fatti, starebbe per vendere il proprio panel consumatori. 

I nuovi dati sui consumi

Come da tradizione, sono stati divulgati i numeri relativi al settore del largo consumo: complessivamente il giro d’affari raggiunge i 90 miliardi di euro. Nei primi quattro mesi di quest’anno si rileva una contrazione delle vendite (-3,9%) nel largo consumo confezionato, ma negli ultimi cinque anni (2017-2022), i volumi crescono dell’8%. Sempre da gennaio ad aprile l’incremento a valore si attesta sul 10,5%. Continuano i segnali di raffreddamento dell’inflazione: dal picco di febbraio (16%) si è passati al 14,4%; nel settore della GDO le vendite aumentano del 9,9% nel primo quadrimestre. Ad aprile si registra una variazione reale del mix del carrello della spesa in calo dello 0,4%. Ritorna in auge il ricorso ad acquisti più ravvicinati nel tempo, con la conseguenza che il carrello si fa più leggero e si riducono gli sprechi: la frequenza d’acquisto cresce del 3,7% la frequenza di acquisto e cala del 7,4% il numero di prodotti nel carello. La Spagna è il Paese europeo dove questa dinamica è più marcata: +6,8% la frequenza, -10,3% il carrello. Tuttavia, le famiglie italiane non rinunciano ai consumi fuori casa e lo dimostra il fatto che il comparto horeca da gennaio 2023 ad oggi ha registrato un +15,8%. Romolo De Camillis, Direttore Retail NIQ Italia, commenta: «A oggi la prospettiva economica è migliore rispetto ad un anno fa quando l’impennata dell’inflazione ha scosso molte famiglie italiane. Tuttavia dalle nostre previsioni, i prezzi nel corso dell’anno corrente si raffredderanno ma non torneranno agli standard precedenti. Una particolarità emersa dai dati raccolti da NIQ è che gli italiani compiono scelte virtuose per ciò che concerne i prodotti di largo consumo prediligendo la qualità seppur con qualche rinuncia in termini di quantità». In buona sostanza, anche se i prezzi smetteranno di crescere, non torneranno ai livelli di prima.