Autore: Redazione
25/01/2022

Netflix in difficoltà: calo in Borsa e stime deludenti sui nuovi abbonati, ma resta leader nello streaming video

La multinazionale fondata da Reed Hustings rimane in territorio positivo in termini finanziari, ma deve fare i conti con il declino sul fronte delle sottoscrizioni e l’offensiva dei competitor

Netflix in difficoltà: calo in Borsa e stime deludenti sui nuovi abbonati, ma resta leader nello streaming video

La scorsa settimana non si può certo annoverare tra le più fortunate nella storia di Netflix. La previsione, annunciata al mercato, di raggiungere solo 2,5 milioni di nuovi abbonati nel primo trimestre di quest’anno invece dei 4 milioni attesi dagli analisti ha influenzato molto negativamente il valore del titolo della piattaforma di streaming a Wall Street e Netflix ha perso nelle contrattazioni oltre il 21% della propria quotazione, trascinando in basso l’intero indice Nasdaq. Ma oltre al dato deludente sulle nuove sottoscrizioni indicato dalle stime sul trimestre d’avvio del 2022, la società statunitense ha mancato anche l’obiettivo legato al periodo di chiusura del 2021 e tra ottobre e dicembre dell’anno scorso, infatti, non è riuscita a centrare il traguardo previsto di 8,5 milioni di abbonamenti, fermandosi a 8,3 milioni. La discesa alla Borsa di New York, poi, è ormai costante da due mesi e non fa altro che riflettere la corrispondente frenata del gruppo nel suo core business dopo l’esplosione degli abbonamenti avvenuta durante i lockdown del 2020, oltre a mettere in luce l’effettiva difficoltà nell’attività di scouting provocata dall’agguerrita concorrenza di rivali sempre più minacciosi, come nel caso della multinazionale Disney.

Abbonamenti nel mondo a quota 222 milioni

In termini generali, Netflix ha raccolto 18,2 milioni di abbonati in tutto il mondo durante il 2021, il ritmo più lento di crescita degli ultimi cinque anni, dopo che la società californiana aveva guadagnato più di 36 milioni di abbonati durante il 2020. Il servizio, ora, vanta quasi 222 milioni di sottoscrittori a livello globale, confermandosi, comunque, al primo posto nel settore dello streaming video, attualmente preso di mira da altri colossi, tra cui Apple, che stanno producendo sforzi significativi per aumentare le proprie quote di mercato in un segmento affollato dove stanno emergendo ulteriori operatori di minore dimensione, anch’essi a caccia di spettatori in un ambito che appare sempre più attrattivo. E proprio il progresso della concorrenza è uno dei motivi principali per cui Netflix aveva deciso, lo scorso anno, di espandersi nel mondo dei videogiochi, altro settore “hot” in questo frangente, come dimostra la mega acquisizione portata a termine da Microsoft, che ha da poco ufficializzato l’acquisizione del gigante ActiVision per l’incredibile cifra di 68,7 miliardi di dollari, interamente realizzata in denaro. Sul fronte strettamente numerico correlato all’andamento dello streaming televisivo internazionale, Disney ha chiuso il 2021 con 179 milioni di iscritti tra Hulu, Disney+ ed Espn+ e prevede di raddoppiare il numero di Paesi in cui la stessa Disney+ sarà disponibile entro l'anno fiscale 2023. La sfida, quindi, è quanto mai aperta e Netflix deve guardarsi sempre più attentamente dalle offensive portate avanti dai vari colossi dell'intrattenimento.

Domina l’incertezza

I vertici della piattaforma, nel frattempo, dopo le difficoltà borsistiche e le valutazioni al ribasso annunciate la scorsa settimana, hanno spiegato che l’incertezza causata dalla pandemia durante l’anno passato ha reso più difficile prevedere i flussi della possibile crescita futura. Nell’analisi del co-Ceo Ted Sarandos, il Covid avrebbe creato “una spiccata instabilità” e Reed Hasting - l’altro co-Ceo, oltre che Presidente e co-fondatore - ha sottolineato: “Per ora, stiamo solo mantenendo la calma e cercando di capire”. Dichiarazioni che non nascondono, appunto, la ridotta visibilità che regna in casa Netflix, anche se la company sta mantenendo un buon andamento in termini finanziari, nonostante i margini di profitto stiano crescendo meno velocemente degli anni precedenti e la liquidità sia stata drenata dalla spesa per una più cospicua programmazione originale, proprio per attirare nuovi abbonati. Netflix ha guadagnato 607 milioni di dollari nel quarto trimestre del 2021, mettendo a segno un aumento del 12% rispetto allo stesso quarter dell’anno prima. Le entrate del medesimo periodo sono aumentate, invece, del 16%, attestandosi a 7,7 miliardi di dollari. Le opportunità di ulteriore crescita, in realtà, sembrano particolarmente difficili proprio all’interno del più grande mercato occupato da Netflix - gli Stati Uniti e il Canada -, dove la maggior parte delle famiglie interessate al servizio dispone già di un account. Così, la società ha chiuso il 2021 con 75,2 milioni di abbonati tra Stati Uniti e Canada, guadagnando solo 1,3 milioni di nuovi abbonati nel corso dell’anno. E anche per fronteggiare il rallentamento dei sottoscrittori, Netflix ha recentemente aumentato il prezzo del servizio di circa il 10% in Nord America: da una parte, quindi, ci sarebbero motivazioni connesse alle lacune provocate nel conto economico dall’effettivo blocco delle sottoscrizioni e, dall'altra, alla necessità di recuperare risorse dopo le ingenti spese sostenute dalla piattaforma per mettere a disposizione degli utenti nuove produzioni. In pratica, Netflix - proseguendo positivamente nel suo rafforzamento economico - ha scelto di mettere in atto piccole variazioni di prezzo incrementali nel tempo. Del resto, il servizio è ben radicato e i clienti hanno un tasso di fedeltà stabile, dimostrando, dunque, di accettare i “balzelli” imposti dalla politica economica del colosso americano. Un approccio che sembra funzionare, in virtù del fatto che gli utenti ritengono, probabilmente, che il servizio offerto da Netflix disponga ancora di un buon rapporto tra qualità e prezzo, non riservando, così, troppa attenzione ai lievi, e pur frequenti, aumenti. 

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Il futuro di “Squid Game”

Intanto, l’argomento più attuale sul fronte produttivo di Netflix riguarda “Squid Game”: con 142 milioni di account raggiunti nei primi ventotto giorni dalla pubblicazione e trasmessa in streaming per un totale di oltre 1,6 miliardi di ore, il futuro della serie tv creata da Hwang Dong-hyuk è decisivo ed è stato nuovamente Ted Sarandos - a margine dell’evento di presentazione dei risultati del quarto trimestre del 2021 - a svelare che “Squid Game 2” si farà assolutamente. Il capo dei contenuti di Netflix, inoltre, ha lasciato intendere che le avventure di Seong Gi-hun, unico vincitore tra i 456 partecipanti all’ormai famigerato “Gioco del Calamaro“, sono appena iniziate. L’annuncio ufficiale che conferma “Squid Game 2" non può certo considerarsi una sorpresa. Già nelle scorse settimane, infatti, Hwang Dong-hyuk aveva candidamente ammesso di pensare, addirittura, alla terza stagione della serie. Tuttavia, i commenti di Ted Sarandos sono i primi che provengono dalla piattaforma streaming in forma ufficiale. 

L’avanzata nel gaming

In questo quadro, al di là dell’universo televisivo, il fondatore di Netflix, Reed Hastings - che condivide l’incarico di vertice con Sarandos -, ha ribadito la volontà del gruppo di aggredire il settore del gaming. “Dobbiamo essere - ha sostenuto il founder - diversamente eccezionali negli sforzi legati all’espansione del campo dei videogame, perché non ha senso semplicemente esserci". Dunque, Netflix deve distinguersi attraverso la qualità e il livello degli sforzi attuati, differenziandosi dalla proposta avanzata dagli altri protagonisti della contesa, anche se lo stesso Hastings ha riconosciuto che Netflix non avrebbe ancora mostrato di cosa è davvero capace, sottolineando, però, che l’obiettivo è “muoversi a piccoli passi”, pur confermando le grandi aspettative per il servizio di gaming in futuro. "Dal lancio - ha aggiunto il co-Ceo -, abbiamo pubblicato altri cinque giochi, portando il totale a dieci per il 2021. Siamo ancora all'inizio, ma siamo soddisfatti dei nostri progressi. Nel 2022 espanderemo il portafoglio a disposizione sia per i giochi casual che per quelli di base, mentre continuiamo a programmare una vasta gamma di ulteriori tipologie per consegnare ciò che piace di più ai nostri interlocutori" ha concluso il Presidente della multinazionale.