Autore: Redazione
30/09/2022

Mulino Bianco rinnova e rende più attuale il logo con FutureBrand, e lo lancia in comunicazione con budget in linea con il 2021

Julia Schwoerer, che ne è Responsabile Marketing, ha presentato il restyling di cui beneficia il marchio in coerenza con il suo posizionamento e con i valori del suo DNA

Mulino Bianco rinnova e rende più attuale il logo con FutureBrand, e lo lancia in comunicazione con budget in linea con il 2021

Un anno di importanti novità per Mulino Bianco, il celebre marchio del Gruppo Barilla, protagonista da oltre 45 anni della prima colazione degli italiani. Dopo quelle di prodotto presentate quest’anno, tra cui i biscotti Scacchieri, le Tartelle Cuor di Mela e le Tigelle, il brand ha deciso di rinnovare il proprio logo. E non di lanciarne uno nuovo, come ha precisato ieri in sede di conferenza stampa Julia Schwoerer, che ne è Responsabile Marketing, perché si tratta del risultato visivo dell’impegno che vede impegnato Mulino Bianco nel perseguire ancora una volta attraverso il suo posizionamento e i propri valori  - come sempre ha cercato di diversamente fare nel corso degli anni da quando esiste – le esigenze dei consumatori. Ecco, quindi, che la narrativa del logo si arricchisce di elementi che raccontano la storia, i valori e il DNA della marca. Il logo Mulino Bianco è caratterizzato da una grande ricchezza di elementi, che messi assieme raccontano appunto i valori in cui crede la marca. Un mulino iconico, luogo del saper fare e della tradizione. Una valle incontaminata. Una ghirlanda ricca di fiori e di spighe di grano. Un festone con la scritta “Mulino Bianco”, un nome che richiama la genuinità, il candore e la purezza. Ognuno di questi elementi è stato rinnovato nei colori e nelle forme, nel rispetto della storia e dei valori della marca. Ai fiori, inoltre, si aggiunge un’ape, simbolo dell’impegno della marca sui temi della sostenibilità. Scompare invece l’endorsement Barilla, a conferma che Mulino Bianco vive ormai di luce propria senza rimandi all’azienda che lo produce. Il logo è frutto per altro di un lungo lavoro compiuto con FutureBrand, che lo segue ancora adesso dopo aver assorbito quella Gio Rossi Associati il cui omonimo fondatore lo aveva ideato per la prima volta nel 1975.

Il racconto

Più che un logotipo è un racconto in miniatura, un’immagine iconica e delicata che ha cresciuto milioni di consumatori e che comunica emotivamente con loro da quasi 50 anni. Ogni elemento – le spighe e i fiori, il mulino, la valle, il festone e i colori – hanno un ruolo preciso nella narrazione e testimoniano l’impegno del brand nell’offrire prodotti genuini, frutto del suo saper fare e del suo atteggiamento positivo e autentico nei confronti della vita. Nel corso degli anni, il logo è quindi leggermente cambiato senza tuttavia mai diluire la propria capacità narrativa. Oggi, anche a fronte dell’accresciuto impegno del brand per la tutela dell’ambiente, come testimoniano tra l’altro la “Carta del Mulino” e i diversi progetti avviati, il segno si è ulteriormente evoluto per diventare ancor più vero e attuale. «Gli elementi che compongono il logo di Mulino Bianco cambiano per parlare di una natura viva, autentica e sostenibile - ha spiegato Gianni Tozzi, Chief Creative Officer International di FutureBrand -. Abbiamo interpretato la tensione della marca tra semplicità e ricchezza, genuinità e contemporaneità per arrivare a esprimere la sua anima più profonda, saldamente connessa al passato ma con un forte slancio verso il futuro».

Il DNA

«Il logo Mulino Bianco è ricco di elementi, ognuno dei quali contribuisce a raccontare il DNA più profondo di questa marca –ha spiegato Julia Schwoerer –. Questi elementi raccontano esattamente i valori in cui crede la marca. E se vediamo l’evoluzione del logo, ci rendiamo conto che gli elementi non cambiano ma evolvono. Uno su tutti, il rapporto che abbiamo con la natura. Se alle origini della marca la natura era intesa come un elemento da contemplare, ricco di frutti da cogliere, oggi il rapporto che abbiamo con la natura è diverso. Oggi quando pensiamo alla natura pensiamo alla necessità di salvaguardarla, di proteggerla e di prendercene cura, per lasciare alle prossime generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo trovato. Gli elementi che compongono il logo quindi non cambiano, così come non cambia la visione della marca. Quello che cambia è il modo in cui immaginiamo e rappresentiamo questi elementi».

Leadership

Il logo Mulino Bianco, disegnato appunto nel 1975 da Gio Rossi con la collaborazione di Cesare Trolli, è frutto della combinazione di tre componenti: le spighe e i fiori esprimono la naturalità, la figura del mulino evoca la tradizione, il nome Mulino Bianco sintetizza i primi due elementi nei concetti di genuinità e salute. Con oltre 130 referenze in portfolio oggi Mulino Bianco è leader nel mercato nei prodotti da forno, capace di rispondere ad ogni momento di consumo accompagnando i pasti degli italiani a partire dalla prima colazione. Sostenibilità, nutrizione e trasparenza sono sempre i valori su cui si affida il brand e che vengono raccontati perfettamente nel nuovo logo, simbolo della sinergia tra uomo e natura. Il logo, fin da subito visibile sulle properties del marchio, si diffonderà via via sui pack dei prodotti a scaffale e in comunicazione fin dalle prossime nuove campagne ideate da Publicis Italia e pianificate da OMD dal prossimo mese, a sostegno di Tigelle e Tartelle Cuor di Mela. Il tutto sostenuto da un budget 2022 confermato rispetto a quello del 2021, con una quota del digitale che ha ormai raggiunto il 20% del totale.

La mostra

E per finire, la marca ha voluto celebrare I Fiori del Mulino, trasformandolo nella prima mostra fotografica di Mulino Bianco dedicata al tema della sostenibilità attraverso un’esperienza virtuale immersiva per il pubblico. “The Exhibeetion, I Fiori del Mulino”, si terrà fino a domani presso il Meet Digital Culture Center di Milano di via Vittorio Veneto, 2. L’esposizione unisce il punto di vista di Mulino Bianco sulla sostenibilità attraverso le foto degli agricoltori che hanno partecipato al contest fotografico, la visione d’autore di Simone Bramante (in arte Brahmino) sui fiori e sulle api e il punto di vista inedito delle api stesse in un’experience immersiva a cura dello studio di multimedia design Karmachina.