Mondadori Retail firma co-marketing con Fattorie Garofalo e investe 7 milioni in comunicazione
Un accordo che parla la lingua della convivialità e racconta i due marchi e i loro movimenti in campo pubblicitario, tra settori in crescita e investimenti sostanziosi


ll cliente viene prima di tutto, deve essere al centro di qualsiasi focus, vezzeggiato, coccolato, qualcuno ha detto irretito? Ma sì, tutte le armi legali sono consentite, se poi hanno a che vedere con i fornelli tanto meglio. Mondadori, marchio ultrasecolare, sull’argomento la sa decisamente lunga. Come tutte le rivendite del settore librario e dintorni ha vissuto in progressione un lustro sull’orlo del cosiddetto baratro, la crisi che aveva subito attecchito tra i prodotti di non primario bisogno, e si sa che in Italia non siamo particolarmente affezionati alla lettura. Il picco al contrario fu toccato nel 2013, l’abisso a due passi, urgevano soluzioni repentine e chiavi in mano.
Quattro anni dopo, lo scenario è cambiato, pur non avendo i connotati del paese delle meraviglie, il sistema rivendite libri e tanto altro ha ripreso a viaggiare, con i servizi che si aggiungono di volta in volta. Ieri, per fare un esempio, nella sede di via Marghera a Milano, la seconda più trafficata dopo quella situata in piazza Duomo, ha presentato e inaugurato il Mozzarella Bistrot di Fattorie Garofalo. Non si tratta solo di cibo, peraltro di pregevole fattura, ma di convivialità.
Fattorie Garofalo da Capua alla conquista di Milano e del mondo
Un’azienda decisamente in salute: Fattorie Garofalo arriva da Capua e si presenta all’appuntamento milanese con un fatturato da 70 milioni di euro generato dalla vendita di Mozzarella di bufala Campana, carne e salumi di bufalo ed energia elettrica verde, ottenuta da biogas e fotovoltaico. Oggi punta a un’ambiziosa operazione di espansione nel food retail diretto, con 6 milioni di euro di investimenti all’anno. E il Fattorie Garofalo Mozzarella Bistrot di via Marghera a Milano è, in questa operazione, snodo strategico: destinato a diventare un luogo di eventi culturali, propiziati dall’inserimento all’interno del Mondadori Megastore, e legati a doppio filo alle eccellenze enogastronomiche del Made in Italy.
Il presidente Raffaele Garofalo, la responsabile digital e social Gilda Ruzzi e il direttore della comunicazione Angelo Di Martino raccontano alla stampa, gioiosamente rifocillata, le prossime mosse in comunicazione del brand: «L’obiettivo principale è allargare il nostro raggio d’azione, internazionalizzare il marchio. Il prossimo mese apriremo una boutique a Parigi. E non dovrebbe essere una sorpresa, visto che i nostri principali mercati sono la Germania, gli Stati Uniti, la Francia, l’Inghilterra e il Belgio».
«La fotografia di fronte al nuovo nastro di partenza - proseguono - ci descrive un fatturato complessivo di 70 milioni, frutto di un 35% di export, un’operatività che riguarda ben 42 Paesi. In Italia la Grande Distribuzione assorbe il 65%. Poi c’è il retail che si esplica nel nostro Paese in 15 punti vendita, tra rivendite dirette e luoghi di ristorazione. Un retail che negli ultimi 4 anni ha visto raddoppiare il fatturato a 16 milioni, nell’ultimo anno una crescita del 105%. Un qualcosa che avevamo iniziato a costruire un decennio fa, ma solo da 3 anni ha avuto uno sviluppo più corposo. Il retail è un canale di comunicazione. E a proposito di comunicazione, ci muoviamo tra social e digital, senza tralasciare l’esterna e gli eventi. Investiamo il 3-4% del fatturato in attività curate con l’appoggio dell’agenzia Arkè».
Mondadori: porte sempre aperte, celebrazioni, e… sveglia presto
Mario Resca è il cliente, sempre sul gradino più alto del podio. Il presidente di Mondadori Retail scova un angolo comodo e rilassante all’interno del Megastore per rendere confortevole l’esperienza dei cronisti. Ai quali racconta che: «In Italia ci sono circa 4500 librerie, circa 630 sono legate al marchio Mondadori. L’obiettivo è arrivare, nel breve volgere di qualche stagione, a 1000 centri. Il tutto condito da una nuova strategia che prevede una maggiore apertura, ben fotografata dall’ingresso, sempre spalancato, dal personale, sempre più competente e sorridente, dall’offerta, variegata e composita.
Qualcosa è cambiato, dopo il lustro di difficoltà, culminato con l’anno orribile nel 2013, stagione che ha visto le librerie arrancare e sparire. E allora abbiamo approntato una nuova strategia, che vede il cliente al centro di tutto. E siamo stati bravi e fortunati, perché intanto il settore libro ha ripreso a crescere, +4% nell’ultimo anno. Ma tutto ha ripreso vigore, anche la musica, data per spacciata, che ha fatto segnare un +5%». Con l’appoggio di Francesco Riganti, direttore marketing, ci inoltriamo sulle modalità di comunicazione dell’insegna: «Ci muoviamo tra tv, stampa, digital e social. Abbiamo investito nell’ultimo anno circa 7 milioni a valore. Sui social ci siamo giovati della funzione Facebook Place e possiamo contare su mezzo milione di fan complessivi.
Tra le novità, la sede del Duomo ad aprile compirà 10 anni e stiamo studiando un mese di festeggiamenti e di iniziative legate al digital. Tutta la comunicazione viene pianificata da Media Club, mentre la creatività da qualche tempo viene curata dall’illustratore Pierluigi Longo, le cui idee vengono poi organizzate in chiave pubblicitaria da Attitude. Siamo soddisfatti, ma non disdegnamo possibili novità. Magari per comunicare l’apertura della coffee zone in via Marghera: avverrà nella tarda primavera e darà al possibilità di fare colazione e accompagnarla con la lettura dei giornali, vista la presenza dell’edicola nel megastore. L’orario di apertura sarà quindi anticipato alle 7.30». I croissant in modalità Mondadori diventeranno un classico? Per scoprirlo, mettete la sveglia.