Beintoo, partnership con Kochava per i dati mobile e fatturato a 9,5 milioni nel 2017
Con l’accordo, la società mira a ottenere ulteriori insight qualitativi e incrementare la copertura da un punto di vista quantitativo. Intanto, segna una crescita del 46% rispetto ai 12 mesi precedenti. Nell’intervista, le parole della sales director Marilena Pellegrini
La precisione è l’ago della bilancia tra una torta squisita e una immangiabile, tra un pneumatico aderente alla strada e uno sul punto di scoppiare, tra una campagna ignorata da tutti e una capace di produrre valore per chi investe. E la precisione non è certo un caso. Significa avere idee chiare basate su indicazioni precise, statistiche, test, esperienze. Quando si parla di mobile advertising, la ricetta o il manometro sono i dati sugli utenti. Il geo-targeting e il comportamento online sono gli strumenti per individuare le audience e i contesti in cui ogni utente si trova quando riceve il messaggio pubblicitario. Le indicazioni in tempo reale sui destinatari delle ads diventano imprescindibili per non disperdere i budget, e questo Beintoo lo sa bene. Aggiungere alle informazioni (anonimizzate) raccolte dalla SDK all’interno della DMP proprietaria ulteriori dati relativi alle app in possesso degli utenti - e la loro frequenza di utilizzo - diventa così un ulteriore upgrade sulla qualità della fotografia dell’interlocutore.
La partnership
È per questo motivo che la società guidata da Andrea Campana ha stretto una partnership con Kochava, che nella sua piattaforma Kochava collective raccoglie oltre 2 miliardi di device mobile in tutto il mondo, unendo il set di dati provenienti da Free App Analytics e dati di terze parti. Tali dati includono informazioni come il numero di sessioni giornaliere per app, eventi di iscrizioni/acquisti e dati di geolocalizzazione. In Italia, dove Beintoo sarà partner esclusivo, la piattaforma include più di 30 milioni di dispositivi, portando la capacità di reach della DMP della società italiana a “circa 15 milioni di utenti unici su base mensile”, come dice Andrea Campana, ceo di Beintoo. Dunque Beintoo utilizzerà i dati e la tecnologia di Kochava Collective per estendere i segmenti della propria DMP mobile BeAudience al fine di ottenere ulteriori insight qualitativi e incrementare la copertura da un punto di vista quantitativo. DailyNet è sceso nel dettagli della partnership con Marilena Pellegrini, sales director di Beintoo.
Marilena PellegriniAvete appena annunciato una partnership con Kochava. In cosa consiste?
L’accordo appena stretto, in esclusiva per l’Italia, si inserisce perfettamente nelle linee di Beintoo. Tantissimi brand, con l’arrivo del GDPR, ci chiedono come raccogliamo i dati. Alle audience che sviluppiamo attraverso strumenti interni, e quindi strettamente controllati, possiamo ora aggiungere alla nostra DMP le informazioni sul comportamento online degli utenti che Kochava raccoglie attraverso la sua SDK proprietaria. Le informazioni sull’user in possesso dei nostri partner non riguardano solamente le app installate nel suo dispositivo, ma anche la frequenza e il tempo medio di utilizzo. In altre parole, se un utente è un appassionato di cinema possiamo scoprirlo semplicemente controllando se ha una app relativa alle nuove uscite in sala e a quante volte la utilizza, e poi verificare se frequenta i cinema attraverso i nostri dati e i nostri tool di geolocalizzazione.
Come funzionerà l’integrazione nello specifico? E cosa verrà potenziato?
Con la nostra SDK raccogliamo in maniera anonima dati sulla frequenza, sulla prossimità e sul tempo di permanenza nei luoghi visitati dagli utenti. Adesso abbiamo inserito nella nostra DMP i dati di Kochava, e sappiamo quali app sono installate nel telefono degli stessi utenti e quali sono le più utilizzate. Grazie alla partnership abbiamo a disposizione volumi talmente grandi da offrire un’audience potenziata. Siamo gli unici a offrire reach così ampie per dati geo-comportamentali così precisi.
L’attribution ha avuto una grande attrattiva durante il 2017. Quale considerazione vanta ora? L’interesse verso il tema è ancora così alto?
Abbiamo lanciato l’attribution in Italia alla fine del 2016, e durante i 12 mesi è stata testata dai segmenti di mercato più disparati, capitanati dall’automotive. Il dato interessante per i brand non è solo il visit rate, ma anche l’uplift. Serve a rispondere alla domanda: ha avuto senso investire sulla campagna? Durante il 2017 abbiamo lavorato anche su attività di attribution in real time, producendo case history interessanti. Specialmente nel campo dell’automotive. Dare un valore all’advertising è un tema molto interessante, soprattutto per il mercato retail, che si è mostrato molto coinvolto. Campagne del genere, per avere effetto, hanno bisogno di girare su budget di un certo peso, in quanto avere una reach piuttosto vasta è fondamentale. Sebbene una prova deterministica è pressoché impossibile da ottenere, con alcuni clienti abbiamo incrociato i dati sul drive to store con i dati di scontrino e abbiamo notato grosse affinità. Il sistema è utile quanto affidabile.
L’anno scorso, di questi tempi, avevate pubblicato il vostro bilancio. Quali sono i risultati del 2017?
Quest’anno abbiamo fatturato 9,5 milioni di euro, segnando una crescita del 46% sui 6,5 milioni del 2016. Nel 2018 puntiamo a una crescita ulteriore, e per raggiungerla stiamo lavorando anche all’apertura di una sede spagnola. Nel 2017 abbiamo presentato tante novità sul fronte dell’attribution, che ci hanno portato clienti delle industry più disparate, e della creatività, con formati che coinvolgono WhatsApp, realtà aumentata e advergame.
Quali saranno invece i focus per il 2018?
Sulla creatività continueremo a lavorare costantemente perché il tema creativo è necessario per migliorare le performance. Quest’anno terremo l’attenzione alta sull’attribution, ma faremo un forte focus sul targeting.