Autore: Redazione
13/06/2017

Entro l'autunno il delisting di Caltagirone Editore, che sarà assorbita da Caltagirone SpA

L’operazione è gestita attraverso la società appositamente costituita Chiara Finanziaria. Nei prossimi giorni, il CdA del Gruppo conferirà le nuove deleghe dopo le dimissioni del presidente Francesco Gaetano Caltagirone e di sua figlia Azzurra, che ne è v.p.

Entro l'autunno il delisting di Caltagirone Editore, che sarà assorbita da Caltagirone SpA

È attesa concludersi entro il prossimo autunno l’operazione di delisting di Caltagirone Editore, l’avvio delle cui procedure è stato comunicato venerdì scorso. La relativa nota è stata emessa da Chiara Finanziaria, una società appositamente creata il 15 maggio scorso per quest’operazione dal Gruppo Caltagirone che, a sua volta, controlla Caltagirone Editore ed è, invece, controllato da una delle finanziarie di famiglia, la FGC - che sta per Francesco Gaetano Caltagirone. Chiara Finanziaria promuoverà un’opa volontaria sul flottante, pari al 40% del capitale della società che pubblica Il Messaggero, Il Mattino, Leggo, Il Gazzettino, Corriere Adriatico e Nuovo Quotidiano di Puglia, e che effettua la raccolta attraverso Piemme. Dall’offerta sono escluse le azioni detenute da Francesco Gaetano Caltagirone anche, oltre alla citata FGC, tramite le società Gamma e Parted 1982.

Una comunicazione cui hanno fatto seguito le dimissioni dello stesso Francesco Gaetano Caltagirone dalla carica di presidente (con funzioni anche di a.d.) e consigliere, di Azzurra Caltagirone dalla carica di vice presidente e consigliere, e di Alessandro e Francesco Caltagirone dalla carica di consiglieri. Il prossimo CdA, previsto per i prossimi giorni, dovrebbe conferire le nuove deleghe. Gli altri consiglieri sono: Tatiana Caltagirone (figlia di Gaetano, cugino di Francesco Gaetano), Massimo Confortini, Mario Delfini, Albino Majore e Antonio Catricalà. Prima della notizia, le azioni avevano chiuso in Borsa a 0,845 euro e, a quei valori, il flottante si sarebbe attestato a un controvalore di circa 41 milioni di euro. Il prezzo offerto rappresentava un premio del 19% sulla chiusura di giovedì e del 21% sul prezzo medio ponderato dell’ultimo mese. Ieri, per altro, il titolo si è subito allineato all’offerta e, quindi, a 1 euro più qualche centesimo. Il balzo in avanti è la controprova del senso dell’operazione, mirata proprio a togliere dalla Borsa un titolo che, in condizioni ordinarie, è sempre restato abbastanza stabile.