Autore: Redazione
29/06/2020

Mediaset spinge sul progetto MFE e attacca Vivendi, gli OTT e, per dumping, la Rai, che replica: «I nostri spazi costano più della concorrenza»

Durante l’Assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio 2019 il presidente Fedele Confalonieri è tornato anche sul tema degli OTT del web e sulla azione della UE a sostegno degli editori europei

Mediaset spinge sul progetto MFE e attacca Vivendi, gli OTT e, per dumping, la Rai, che replica: «I nostri spazi costano più della concorrenza»

Fedele Confalonieri, Presidente di Mediaset

Continua l’attacco di Mediaset alla Rai per la pratica di dumping dei prezzi degli spazi pubblicitari. Venerdì scorso il presidente Fedele Confalonieri, nel discorso di apertura dell’assemblea degli azionisti per l’approvazione del bilancio 2019, è ritornato sul tema che nei giorni scorsi ha tenuto banco per le indiscrezioni stampa su un presunto sconto del 94% sui listini praticato dalla concessionaria del servizio pubblico, a seguito delle quali l’amministratore delegato di Rai Pubblicità Gian Paolo Tagliavia è stato duramente criticato anche dalla Commissione parlamentare di Vigilanza.

«Le concessionarie del gruppo Mediaset hanno contenuto la flessione della raccolta pubblicitaria in un 3,6% al netto delle discontinuità legate al calcio – ha detto Confalonieri -. Un dato quindi migliore rispetto al mercato di riferimento. Ciò è ancora più significativo se si pensa che la Rai non ha mai cessato la pratica scorretta dell’abbassamento dei prezzi della pubblicità tramite sconti selvaggi, con il risultato di bruciare valore e sottrarre risorse agli investimenti in contenuti originali».

E ancora, parlando della concorrenza sleale da parte degli Over the Top digitali non soggetti a tassazione in Italia, ha rincarato la dose: «Rimanendo in Italia, certamente non mancano situazioni che vanno a peggiorare il quadro già pesante che abbiamo visto a livello continentale. La concorrenza non è “fair” neppure a livello locale dove la Rai, italianissimo protagonista di punta dello scenario dei media, ha dato vita ormai da anni a una pratica scorretta e anticoncorrenziale, fatta di una politica di sconti molto aggressiva, resa possibile unicamente dalla presenza del canone di cui Rai è unica beneficiaria».

Appello per un sistema più equilibrato

Confalonieri ha ricordato che la pratica di dumping è stata accertata da AgCom «che ha rilevato come la condotta di Rai nella vendita degli spazi pubblicitari non sia trasparente e non garantisca la concorrenza ad armi pari con gli altri operatori privati, che hanno nella pubblicità l’unico introito».

Il servizio pubblico televisivo, aggiunge Confalonieri, «quasi in tutta Europa non raccoglie pubblicità o ne raccoglie in misura limitata. Auspichiamo che cessi questa inaccettabile pratica anticompetitiva, un ritorno a un confronto concorrenziale pubblico-privato equo e anche una rifocalizzazione della Rai come servizio pubblico, con un ruolo di equilibrio per tutto il sistema. Le leggi ci sono, le Autorità di sorveglianza pure. I tempi sono più che maturi per ricondurre Rai e la sua Concessionaria pubblicitaria all’osservanza delle norme, che, a differenza del web, qui ci sono e sono precise».

L’attacco agli OTT

Confalonieri ha parlato anche del persistere delle disparità concorrenziali che hanno favorito gli OTT anche in questo periodo di crisi per l’emergenza Covid-19, e chiede un maggior impegno della UE nel controllo delle posizioni dominanti. I colossi del web, che competono con Mediaset sia sul fronte delle audience, sia su quello della raccolta pubblicitaria, hanno visto crescere notevolmente il consumo come la tv. «Ma i loro fatturati, spinti spesso da disinformazione e sensazionalismo informativo, sono cresciuti mentre i nostri si sono contratti. Per non parlare delle tasse, che in Europa continuano a non pagare. L’Autorità Antitrust europea dovrà dare uno sguardo più attento alle posizioni dominanti che svantaggiano economicamente gli operatori comunitari, sottraendo loro risorse vitali ed estraendo valore tra imponibile e occupazione dal mercato europeo».

L’azione della Commissione Europea

Il presidente Mediaset ha quindi rimarcato positivamente l’azione della Commissione Europea rispetto alla sovranità digitale e la posizione del Commissario Paolo Gentiloni contro il dumping fiscale, nonché ha ricordato le dichiarazioni del Commissario per la Concorrenza Margarethe Vestager a favore della web tax e l’impegno di Thierry Breton, Commissario al Mercato Interno, a sostegno della filiera industriale dei media europei.

«Tutti i provvedimenti sono tesi a limitare lo strapotere di queste piattaforme e a consentire ai media europei l’accesso a risorse sufficienti. È il momento per costruire un vero “Level playing field” fiscale e regolamentare. Condividiamo l’obiettivo della Commissione di creare un’economia dei dati. A tendere, sarà necessario fare chiarezza sull’utilizzo dei cookie di terze parti e sulle modalità utilizzate dai player d’oltreoceano per fare affari con i dati dei nostri utenti».

Lo sviluppo pan europeo

Confalonieri ha anche ricordato tutte le azioni messe in atto con il lockdown per garantire la continuità editoriale e industriale mettendo al sicuro la liquidità e la struttura patrimoniale, e infine anticipando la cassa integrazione al personale che non è stato in grado di lavorare da casa. «Abbiamo, inoltre, messo in atto tutte le azioni economiche e finanziarie necessarie per affrontare questa crisi con un bilancio solido».

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Pier Silvio Berlusconi, Amministratore Delegato Mediaset

 

Ad aprile Mediaset ha incrementato la partecipazione in ProsiebenSat1, raggiungendo una quota vicina al 25% dei diritti di voto. Si consolida così la strategia pan europea che trova il suo fulcro nel progetto MFE-Mediaforeurope lanciato nel 2019. L’opportunità per i broadcaster di crescere adottando una prospettiva internazionale «è il motivo per cui nelle ultime settimane – anche durante l’emergenza sanitaria – abbiamo ricevuto molto interesse da parte di investitori finanziari e partner industriali, per le prospettive che questa nuova dimensione potrebbe aprire. MFE è un'operazione che parte da un'azienda italiana che cerca di crescere all'estero, senza delocalizzare, continuando a pagare le imposte in Italia e in Spagna e restando quotata alla borsa di Milano e di Madrid».

Nei confronti del progetto MFE prosegue l’ostruzionismo di Vivendi e Simon Fiduciaria, i cui appelli contro il via libera del Tribunale di Milano all’operazione MFE è stato rigettato dallo stesso lo scorso 19 giugno 2020. «Una perdita di tempo e soldi che si risolverà in tribunale». Venerdì scorso però Vivendi è stata ammessa a partecipare ai lavori dell’assemblea e a esercitare il diritto di voto. Esclusa invece Simon Fiduciaria sia dalla partecipazione sia dal voto.

Produzione originale al centro del business

Al centro del business di Mediaset si conferma la produzione di contenuti locali e fiction. Nel 2019 sono state trasmesse 15mila ore di prodotto originale. «Una strategia oggi seguita da altri broadcaster europei e che non verrà messa in discussione nel contesto di Mfe. I contenuti originali sono la risorsa più importante e rappresentano il punto di forza della nostra programmazione e la caratteristica distintiva rispetto alla competizione emergente. Aumentare la produzione di contenuti locali e fortemente identitari di intrattenimento, di cinema e di fiction, rimarrà prioritario in avvenire, visto il successo e il vantaggio competitivo che ce ne deriva in raffronto agli operatori internazionali».

Sul fronte fiction «abbiamo in serbo titoli molto promettenti. Si tratta di investire e scegliere le storie più belle e meglio raccontate». Nel frattempo, Mediaset perde il calcio spagnolo – Liga e Champions League - che trasmetteva attraverso il suo OTT Mitele, in quanto il detentore dei diritti Telefonica li ha ceduti a Movistar+ e Orange per la stagione 2020/21. L’accordo tra Mediaset e Telefonica cessa dopo solo un anno.

I necessari interventi del Governo italiano

Confalonieri ha anche ricordato che l’Italia deve recepire la Direttiva Avms (Servizi media audiovisivi) e la Direttiva Copyright. «Le priorità di Mediaset sono che il governo recepisca integralmente le disposizioni previste dalla Direttiva soprattutto in tema di maggiore flessibilità del 20% di affollamento pubblicitario e che ci sia puntuale e fedele recepimento anche delle misure in materia di responsabilità delle piattaforme. La recente crisi Covid-19 ha dato ulteriore conferma che il codice di condotta sulla disinformazione si dimostra inadeguato e non rispettato. Per funzionare bene avrà bisogno di attuare sistemi efficaci di “notice-and-action”».

Prioritaria è anche la Direttiva Copyright. Mediaset ribadisce che la necessità di acquisire licenze ex-ante per le piattaforme che comunicano al pubblico (come Youtube) - prevista all’art. 17 della Direttiva Copyright – non sia ulteriormente mitigata. Infine, in merito all’azione di Governo per fare fronte alla crisi, «il Decreto Rilancio contiene una norma particolarmente rilevante per noi: si tratta di un Tax credit per gli investimenti pubblicitari sulle televisioni commerciali, che speriamo esca rafforzato nel dibattito parlamentare di approvazione».

Dopo la crisi generata dalla emergenza sanitaria, «siamo costretti a reinventare un modello di crescita che garantisca occupazione e programmi prodotti in Italia. Mediaset è pronta a farlo e confida sul fatto che il sistema Italia possa effettivamente creare le condizioni perché questo avvenga, in un contesto concorrenziale regolato ed equo».

Il voto dell’assemblea

L’Assemblea degli azionisti ha approvato il bilancio di Mediaset chiuso il 31 dicembre 2019 con ricavi consolidati netti per 2.925,7 milioni di euro (3.401,5 milioni nel 2018), ebit a 354,6 milioni contro i 73,7 del 2018, e un risultato netto di Gruppo a 190,3 milioni (468,2 nel 2018).

L’Assemblea ha deliberato di riportare l’utile a riserva straordinaria accogliendo la proposta del consiglio di amministrazione in vista della costituzione della nuova holding internazionale MFE che provvederà alla distribuzione del dividendo già annunciato.

Inoltre, è stato nominato il nuovo consiglio sindacale di cui fanno ora parte Giovanni Fiori (presidente, da lista Vivendi); Riccardo Perotta e Flavia Daunia Minutillo (sindaci effettivi da lista Fininvest); Francesca di Donato, Leonardo Quagliata e Francesca Meneghel (sindaci supplenti, da lista Fininvest).

 

Rai Pubblicità: piena collaborazione con AGCOM, il tema del dumping è fuorviante 

La concessionaria della Rai risponde all’attacco da parte di Mediaset, secondo cui il servizio pubblico praticherebbe sconti eccessivi sui listini pubblicitari

 

In merito alle dichiarazioni del Presidente di Mediaset, Rai Pubblicità precisa che il tema del dumping, evidentemente, non sussiste dato che il costo degli spazi pubblicitari della Rai è più alto rispetto a quello dei concorrenti privati. Ciò è dimostrato in maniera inequivocabile dal fatto che negli ultimi anni la quota di mercato dei soggetti privati si sia notevolmente espansa, proprio a danni della quota di mercato Rai.

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Gian Paolo Tagliavia, Amministratore Delegato Rai Pubblicità

Rai Pubblicità ricorda inoltre, come già anticipato in sede di audizione alla Commissione di Vigilanza Rai, che proporrà al mercato una profonda revisione al ribasso dei propri listini e degli sconti in vigore a partire da settembre, nello spirito di una piena collaborazione con le autorità e in particolare con AGCOM