Vedo e ci credo: le nuove frontiere del marketing in AR di Viewtoo
Alla conquista dei gusti della GenZ, ma non solo: le parole del founder e CEO dello studio creativo specializzato in extended reality, Luca Bonzi, tra i primi promotori italiani della realtà aumentata, protagonista a Linkontro con i rivoluzionari AR Mirror

Luca Bonzi
Houston abbiamo un problema? Pare di sì, ma ci stiamo lavorando: secondo NielsenIQ, la GenZ rappresenta già il 25% della popolazione mondiale e diventerà la generazione con il più alto potere di spesa entro il 2030, superando i 12 trilioni di dollari. È anche la generazione che deciderà il futuro dei brand, ma non la si conquista con banner e spot. La GenZ non vuole ascoltare i brand, vuole viverli. È una generazione che ignora la pubblicità tradizionale, è allergica alla retorica aziendale e si affida a esperienze autentiche, contenuti visuali, storytelling partecipativo. Si chiama Viewtoo ed è uno studio creativo specializzato in extended reality che unisce strategia, creatività e sviluppo per creare campagne marketing in realtà aumentata tailor-made per brand italiani e globali. L’azienda lavora da tempo sugli AR Mirror, schermi digitali integrati con realtà aumentata che coinvolgono ed emozionano perché sfruttano la potenza dell’interazione e dell’immersività delle realtà estese nei luoghi fisici. Si tratta di strumenti ch consentono di attirare il pubblico negli spazi fisici e offrire esperienze phygital; coinvolgere con esperienze visive hands-free con cui interagire in modo naturale senza bisogno di device personali; convertire con esperienze immersive, try-on virtuali, giochi e promozioni; misurare ogni interazione (utenti, tempo, interazioni, condivisioni). Ne parliamo con il founder e CEO Luca Bonzi, protagonista in questi giorni dell’evento annuale Linkontro.
Comunicare oggi: come si conquista la fiducia delle generazioni più giovani?
«Parliamo di un target di difficile analisi: i giovanissimi oggi come oggi non vogliono solo acquistare un prodotto, vogliono aderirvi, comprenderne i motivi. È una generazione notoriamente iper connessa, critica, dai gusti volatili e allergica alla retorica di marca; mostra scetticismo verso il marketing tradizionale, il classico slogan. La Gen Z rappresenta attualmente il 17% del potere di acquisto, a breve si arriverà al 30%. Chi fa promozione oggi deve guadagnarsi la fiducia. Serve una comunicazione fluida e omnicanale, gli user generated content devono essere percepiti come autentici, reali e come Viewtoo perseguiamo l’obiettivo con i nostri AR Mirror, strumenti che mettono al centro la persona, la rendono sempre protagonista».
Quali sono i media preferiti dagli esponenti della GenZ e quali sono le caratteristiche dei singoli mezzi sui quali agire?
«I più giovani sono sempre collegati allo smartphone, magari sono dei gamer, sicuramente sono nativi digitali, quindi cresciuti con una grande padronanza tecnologica, ma dotati altresì di un forte senso critico che li porta ad avere un forte controllo su ciò che consumano online. Sanno esattamente quello che cercano e vogliono, utilizzano tutti i canali, skippano gli annunci, non vogliono essere interrotti ma essere coinvolti. Desiderano contenuti visivi di qualità, dotati di uno stoytelling proprio; anche in questo senso, l’AR Mirror ci aiuta a creare esperienze su misura, per poter prolungare interazione e rafforzare il senso di appartenenza. Al centro di tutto c’è l’identità, il desiderio di essere in primo piano, per esprimere sempre il proprio vissuto».
Si parla sempre di più di storytelling appropriato: che elementi deve contenere per essere vincente?
«Non deve solo intrattenere ma creare una sintonia, deve essere uno specchio del vissuto dell’utente. I racconti devono essere facilmente leggibili, coerenti e accessibili e devono rivolgersi alle emozioni e ai valori. Ciò che viene proposto deve essere interessante prima che promozionale (ma attenzione: la GenZ è molto attenta anche ai costi). I giovani cercano la qualità, ma deve essere proposta in modo interessante. Anche l’umorismo è importante e, quando funziona, intrattiene, coinvolge e genera connessioni».
Viewtoo si occupa (anche) di realtà aumentata: in cosa consiste la sua offerta in tal senso e in quali settori l’AR sembra funzionare meglio?
«La GenZ ha generato un impatto profondo in molti settori: il food & beverage per dinamicità e apertura all’innovazione, con comunicazioni sovente etiche e sociali; poi ci sono i brand che prendono posizioni, che si muovono promuovendo un cambiamento positivo della società. Come già detto, anche il budget è importante e cresce tutto quello che ruota attorno al cambiamento climatico. Infine, si avverte un deciso interesse verso il benessere mentale; ricordiamo, in tal senso, che negli ultimi cinque anni siamo passati attraverso lockdown, crisi varie e guerre»
Avete collaborato con oltre 80 brand: quali industry, oggi, si sposano meglio con le esigenze di un’utenza giovane?
«Operiamo molto nel campo del food e siamo attivi anche sul fronte sportivo: con il Milan, abbiamo introdotto la AR FanCam, un nuovo standard europeo, quasi una consuetudine in territorio americano. Da un paio di anni lavoriamo con l’AR Mirror che presentiamo al Linkontro un palcoscenico importante, con 600 manager coinvolti, cui potremo far vivere le potenzialità di simili esperienze».
Come si muove generalmente Viewtoo?
«Il nostro primo impegno è comprendere la strategia; una volta definita, si lavora sullo storyboard, da cui nasce una sorta di prototipo e da lì la declinazione sui diversi canali. Il vantaggio offerto dagli AR Mirror sta nel poter essere posizionato sul punto vendita. È vero che la GenZ acquista molto online, ma c’è anche un 50% che entra in negozio e vuole essere catturato; l’esperienza fisica può essere adattata anche sugli altri canali, in particolar modo quelli social. Quando il contatto viene allacciato, controlliamo il ritorno degli analytics la cui analisi è fondamentale per prendere decisioni sul fronte marketing. Dagli AR Mirror possiamo sapere quante persone sono passate sul punto vendita, che interazioni, il tempo trascorso, si possono scattare fotografie, erogare anche altri tipi di contenuto, incentivi all’acquisto, alla prova, le connessioni sono parecchie».
Quali saranno le vostre prossime evoluzioni?
«Crediamo molto nell’evoluzione degli AR Mirror e lavoriamo agli AR Glasses (anche Meta e Snapchat sono impegnati su simili visori), indossabili come normali occhiali, che permetteranno di avere informazioni in tempo reale, il che aprirà nuove frontiere per i brand. Con l’AR siamo stati i primi, veri e propri pionieri in Italia, abbiamo evangelizzato e continueremo a farlo».