L’avventura è finita: chiude YouTube Originals, stop all’attività legata alla produzione di contenuti originali
Si conclude l’esperienza della struttura nata con l’ambizioso obiettivo di contrastare l’avanzata dei competitor sul fronte della creazione: il servizio non è mai riuscito a decollare e ora i vertici hanno fatto la scelta definitiva

Chiude YouTube Originals, fine dell’avvenura. La decisione dei vertici di Google - che controlla YouTube, la piattaforma a cui fa capo la struttura chiamata a sviluppare il progetto dedicato alle produzioni originali per gli abbonati Premium - è definitiva e interrompe anzitempo l’ambiziosa operazione con cui la multinazionale statunitense di Mountain View sperava di contrastare l’avanzata di servizi offerti da autorevoli competitor come Netflix. Nonostante il vantaggio negli Usa detenuto, appunto, da Netflix, fin dal 2016 molte società ritenevano possibile insidiarne la leadership nel mercato e tra queste spiccava Google: il colosso americano, che aveva acquistato YouTube nel 2006, riteneva di poter entrare da protagonista nel mondo dello streaming video con un apposito programma. Ed ecco l’idea, concretizzata nella creazione di YouTube Originals. L’obiettivo, come suggerito dal nome della divisione, era quello di creare e ospitare contenuti inediti e di formato più lungo rispetto ai tradizionali video diffusi dalla piattaforma. Il primo step messo in atto da Google fu quello di cercare di riunire il maggior numero possibile dei creatori di contenuti più noti di YouTube per farli entrare nel programma Originals, così da costruire una vetrina di proposte ampia, variegata e a basso costo. Successivamente, YouTube Originals ha iniziato a ospitare contenuti più complessi e dotati di un budget maggiore in chiave produttiva, come “Cobra Kai”, la serie sequel ispirata all’indimenticabile Karate Kid. Ma nonostante gli sforzi, YouTube Originals non è mai riuscito a decollare del tutto e ora Google ha compiuto la scelta definitiva, che in realtà era attesa da tempo: YouTube Originals chiude. E per sempre.
L’annuncio dello stop
L’annuncio della chiusura di YouTube Originals è stato diffuso da Robert Kyncl, Chief Business Officer di YouTube, via Twitter. Kyncl ha riepilogato i successi conseguiti da YouTube nel sostegno ai creatori di contenuti negli ultimi anni, riconoscendo proprio YouTube Originals come primo passo nella direzione di un significativo supporto a loro favore. Kyncl ha annunciato anche che Susanne Daniels, attuale Direttrice per la produzione di contenuti originali di YouTube, lascerà l’azienda il prossimo 1 marzo. “Con la rapida crescita di YouTube - ha spiegato il manager - arrivano nuove opportunità e ora i nostri investimenti possono avere un impatto maggiore su un numero ancora più elevato di creatori se applicati ad altre iniziative, come il nostro Creator Shorts Fund, Black Voices Fund e la programmazione di Live Shopping, solo per citarne alcuni”. Negli ultimi tre anni - ha segnalato Kyncl - YouTube ha investito oltre 30 miliardi di dollari sui contenuti, finanziando creator, artisti e media company.
Spazio ai creator
La divisione, ora, finanzierà solo contenuti indirizzati all’offerta degli stessi YouTube Kids Fund e Black Voices Fund, programma da 100 milioni di dollari creato nel 2020 con lo scopo di aumentare la presenza di creator afroamericani sulla piattaforma. Al netto della chiusura di YouTube Originals, Google manterrà, comunque, aperto il programma YouTube Premium, il servizio a pagamento di streaming disponibile solo in alcuni paesi selezionati, tra cui l’Italia, e che prevede una programmazione comparabile a servizi come Netflix e Amazon Prime. L’iscrizione a YouTube Premium consente, infatti, non solo di vedere alcuni film e serie liberamente, ma anche di eliminare gli annunci pubblicitari sulle differenti versioni della piattaforma (desktop, mobile, app), oltre a poter scaricare i video sui propri dispositivi e anche di ascoltare YouTube Music Premium. Per quanto riguarda, ancora, la vicenda di Originals, la sua chiusura anticipata va ad aggiungersi ad altri progetti che BigG ha tagliato negli anni scorsi, tra cui spiccano Answers, Spaces e il social network Google Plus.
Note liete da Music
Se dall’ambito produttivo di YouTube arrivano notizie non positive, note liete per Google e YouTube provengono, invece, dal fronte dei servizi di streaming musicale a pagamento lanciati qualche anno fa: YouTube Music, infatti, è sempre più in crescita sul mercato e secondo le stime contenute nell'ultimo report stilato da Midia Research - società di ricerca e analisi con sede nel Regno Unito impegnata soprattutto nei settori dell'intrattenimento e dei media, in particolare in quello musicale -, YouTube Music è cresciuta del 50% in termini di abbonati negli ultimi dodici mesi, dal secondo trimestre 2020 fino a oggi. Il servizio ha recentemente tagliato il traguardo dei 50 milioni di iscritti e il merito del progresso sarebbe dovuto soprattutto all'interesse suscitato negli utenti corrispondenti alla Generazione Z. YouTube Music, dunque, risulta particolarmente appetibile tra gli utenti nati tra la seconda metà degli anni 90 e il 2010. Nel mercato dello streaming musicale, a farla da padrone, però, è sempre Spotify, che detiene una quota del 31% ma che risulta in calo rispetto al 34% registrato due anni fa. Seguono Apple Music (con una quota del 15%) e Amazon Music (attestata al 13%).
Download intelligenti
YouTube, intanto, sta testando una nuova funzionalità: Google avrebbe deciso di partire dall'Europa per coinvolgere tutti gli utenti che utilizzano l'app per Android e sono abbonati a YouTube Premium nell’operazione legata allo sviluppo dei cosiddetti “download intelligenti”. In pratica, chi dovesse accettare la proposta lanciata sulla home della piattaforma darà all'app di YouTube la possibilità di scaricare automaticamente in memoria venti video a settimana tra quelli che l'algoritmo ritiene più aderenti alle abitudini dell'utente, naturalmente quando il telefono è connesso a una rete wi-fi. In questo modo, in assenza di connessione domestica, in mobilità verrebbe comunque garantita la possibilità di intrattenersi con i video di YouTube senza erodere l’offerta dati della propria offerta, anche nei casi di eccessiva lentezza o mancanza di connessione oppure in aereo durante un viaggio. Alla luce di quanto già avviene su YouTube Music, è molto probabile che i “download intelligenti” finiscano in pianta stabile sull'app di YouTube per Android e iOS, ma per il momento la novità è proposta in test soltanto ad alcuni gruppi di utenti e per un periodo di tempo limitato.
“Baby Shark” da record
Nel frattempo, per quanto riguarda l’offerta della piattaforma, “Baby Shark” ha raggiunto la quota enorme di 10 miliardi di visualizzazioni e si tratta di un numero record: nessun video era mai arrivato a una simile quantità di views. Dal 2016 a oggi la proposta è riuscita, quindi, a raggiungere una nuova vetta, mai toccata da nessun altro. Il brano sudcoreano cantato da Hope Segoine sta continuando ad avere enorme successo da oltre cinque anni ed è diventato un autentico “tormentone”, soprattutto tra i bambini. Protagonista del record, quindi, è il video dalle tinte cartoon che ha come figure principali due bambini, in fuga da una famiglia di squali. Per alleggerire il tutto, è presente anche una coreografia chiamata “La danza del cucciolo di squalo“. Il fenomeno “Baby Shark” è nato grazie alla compagnia sudcoreana Pinkfong, che si occupa di marketing nel settore educativo. Il successo di “Baby Shark” è ormai incontrastato ed è anche diventato uno show negli Usa, in onda su Nickelodeon, oltre ad aver dato vita a una marca di cereali, a uno show dal vivo e, per finire, al grido di battaglia dei Washington Nationals, squadra di baseball professionistica americana. Già da novembre 2020 è il video più visto su YouTube e la canzone per bambini è seguita in classifica da “Despacito” di Luis Fonsi, “Johny Johny Yes Papa” di Tulsi Kumar e “Shape of You” di Ed Sheeran.