Autore: Redazione
22/03/2016

La storia dei 70mm a “Storie di Cinema”

Ospiti di Tatti Sanguineti, Davide Pozzi, della Cineteca di Bologna, e Piero Fumagalli del Cinema Arcadia di Melzo

La storia dei 70mm a “Storie di Cinema”

Tornato in auge,anche grazie a Quentin Tarantino, il formato dei 70mm è il tema ultra cinephile del nuovo appuntamento con “Storie di Cinema, in onda stasera, in seconda serata, su Iris.  Con Tatti Sanguineti - che, per la prima volta, confessa in pubblico l’idea giovanile di diventare un esercente alternativo, sogno per il quale ha anche sostenuto l’esame per il patentino di proiezionista - Davide Pozzi, direttore del laboratorio di restauro de L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna e Piero Fumagalli, ideatore e proprietario del Cinema Arcadia di Melzo. Pozzi spiega che «nel 70mm, rispetto alla pellicola standard (35mm), l’immagine è due volte più dettagliata e due volte più bella. E sui grandi schermi cinematografici - prosegue - questa differenza appare enorme». Fumagalli, invece, anticipa che «il 70mm non scomparirà mai». Tra sequenze tratte da “Ben Hur”, “Lawrence d’Arabia, “West Side Story”, “2001: Odissea nello spazio”, “Interstellar” e “The Hateful Eight”, Sanguineti chiosa: «il 70mm cinematografico è una metafora della presa di potere, dell’occupazione di spazi da conquistare e sinonimo di energia».