L’IA dimezza tempo e risorse necessarie per il calcolo della carbon footprint
La startup francese ClimateSeed, da poco arrivata in Italia, mette tecnologia e intelligenza artificiale a disposizione delle imprese per misurare l’impronta di carbonio e implementare strategie e progetti di decarbonizzazione
La neutralità carbonica è ancora lontana, ma secondo la società ClimateSeed, start up francese acquisita nel 2021 da Axa Investment Managers che offre competenze e soluzioni digitali per la sostenibilità aziendale, l’intelligenza artificiale può aiutarci a raggiungerla, dimezzando i tempi e le risorse necessarie per il calcolo delle emissioni di CO2 di un’impresa. Una partita che si gioca partendo proprio dalla misurazione della carbon footprint, elemento imprescindibile per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea e relativi alla riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, per poi arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. Circa 50mila aziende, secondo la direttiva CSRD, saranno obbligate a redigere un bilancio di sostenibilità in cui inserire la propria impronta di carbonio. A esserne toccate sono soprattutto le grandi imprese tra i 250 e i 500 dipendenti, ma sono incluse nella normativa anche le PMI quotate. Tuttavia, in Italia, dove il tessuto imprenditoriale è composto soprattutto da piccole e medie imprese, secondo l’Istat meno del 10% delle aziende ha monitorato le emissioni nel biennio 2021-2022. Anche secondo l’Osservatorio MECSPE, nel 2023 solo il 18% delle imprese manifatturiere ha adottato politiche di misurazione. È proprio in questo contesto che l’intelligenza artificiale va in aiuto delle aziende, e un esempio è la piattaforma di ClimateSeed, pensata per il calcolo delle emissioni di CO2 di un’impresa. La carbon footprint, o impronta di carbonio, è la quantificazione delle emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra (GHG) generete in un periodo specifico. Il GHG Protocol stabilisce uno standard globale, offrendo le linee guida per misurare le emissioni in maniera accurata. Ma come funziona il calcolo? In che modo l’intelligenza artificiale è di aiuto? Come primo step si definisce il periodo temporale per il calcolo della carbon footprint. Successivamente i software basati sull’IA digitalizzano la struttura organizzativa dell’azienda, assicurando che ogni area, dai vari siti produttivi agli edifici, venga considerata con precisione. Ciò consente una mappatura dettagliata delle fonti delle emissioni, favorendo la collaborazione tra diverse unità organizzative e tra l’azienda e i suoi fornitori. La piattaforma di ClimateSeed fa esattamente questo e stabilisce inoltre obiettivi di riduzione in linea con l'Accordo di Parigi. Per esempio, l'identificazione delle principali fonti di emissione consente di elaborare strategie mirate, che possono portare a un miglioramento dell'efficienza energetica e a una conseguente riduzione dei costi operativi. Una volta definito il perimetro di calcolo, il cuore del processo è la raccolta dei dati. Immaginiamo una grande azienda con centinaia di fornitori e diverse linee di produzione, oppure una PMI che non ha a disposizione tutti i dati ma solo alcune fatture. L'IA interviene semplificando la raccolta di grandi quantità di dati da queste fonti disomogenee, automatizzando la raccolta e riducendo il carico di lavoro manuale. Gli algoritmi avanzati possono esaminare database estesi e diversificati per estrarre rapidamente le informazioni necessarie, oltre che analizzare file e fatture, e integrare automaticamente i risultati. Semplificare la raccolta di dati permette alle aziende di riuscire più facilmente ad ottenere una visione precisa di dove e come le emissioni vengono generate e di comprendere meglio quali parti impattano maggiormente sulla loro impronta di carbonio. Inoltre, i software migliorano la qualità dei dati attraverso tecniche di validazione e verifica che eliminano errori e incongruenze. Solo alla fine i dati grezzi sono trasformati in stime precise di emissioni di CO2 grazie all’ utilizzo di database che contengono i fattori di emissione aggiornati per ogni tipo di attività. I risultati possono poi essere presentati in modo intuitivo per permettere alle imprese di analizzare lo stato dell’arte e agire laddove necessario.
L’IA non è a impatto zero
Qualunque tipo di tecnologia, IA compresa, non è a impatto zero. L’industria tecnologica nella sua interezza è infatti responsabile di una percentuale compresa tra l'1,5 e il 4% delle emissioni globali di gas serra . Per questo un’azienda che sceglie software per la decarbonizzazione, deve assicurarsi che questi siano stati progettati e sviluppati utilizzando linguaggi di programmazione a basso consumo energetico e siano ottimizzati per massimizzare l’efficacia e l’efficienza energetica. L'intelligenza artificiale è dunque un alleato chiave per le aziende che si trovano ad affrontare la sfida della decarbonizzazione e devono adeguarsi alle recenti direttive green europee, ciononostante deve essere sfruttata e applicata con i dovuti accorgimenti per evitare di vanificare tutti gli sforzi intrapresi e incappare in accuse di greenwashing. Questi due fattori, intelligenza artificiale e decarbonizzazione, se integrati in maniera consapevole e attiva nella propria strategia di business, innescano un circolo virtuoso a beneficio sia dell’azienda stessa che del clima. Il calcolo dell’impronta di carbonio con software di tecnologia avanzati e l’annesso investimento nella riduzione e assorbimento delle emissioni accelerano da una parte il percorso verso la neutralità carbonica globale e migliorano dall’altra la reputazione aziendale e la competitività, attraendo in questo modo talenti e finanziamenti in altro modo preclusi.