Autore: Redazione
20/03/2019

Kantar Italia: nel primo trimestre confermato trend positivo che nel 2018 ha portato un +7% e oltre 60 mln di fatturato

Come confermato dal Ceo, Federico Capeci, il mercato italiano oggi rappresenta un riferimento per tutti quelli in cui il Gruppo opera, essendo quello che ha registrato la crescita più importante

Kantar Italia: nel primo trimestre confermato trend positivo che nel 2018 ha portato un +7% e oltre 60 mln di fatturato

Federico Capeci

«Il business va molto bene e abbiamo iniziato l’anno nel migliore dei modi», ha esordito Federico Capeci, Ceo della divisione Insight di Kantar Italia (insieme a Grecia e Israele), che dal due aprile sarà ufficialmente solo Kantar a seguito di un rebranding, parlando del mercato italiano a margine dell’evento di presentazione dello studio BrandZ Top30 Most Valuable Italian Brands 2019. Il report, commissionato da WPP, indaga il valore dei brand italiani, stilando una classifica di quelli più forti secondo i parametri che accomunano le più grandi aziende di successo di oggi. La stessa Kantar in Italia, rappresenta un esempio di eccellenza, che non ha nulla da invidiare a quelle che dominano le sue classifiche, dopo aver registrato una crescita del + 7% con oltre 60 milioni di fatturato nel 2018 ha, infatti, riconfermato il trend positivo (che ha caratterizzato anche il 2017) anche per il primo quarter 2019. Grazie al lavoro che Kantar svolge durante l’anno per stilare la classifica BrandZ, inoltre, il suo portfolio clienti si è molto allargato in settori dove in precedenza non aveva registrato un seguito particolare, soprattutto, in quello del Luxury, che quest’anno domina in percentuale nella classifica dei brand italiani più forti; tra gli altri sono clienti di Kantar brand del calibro di Gucci (primo in classifica ndr), Moncler e Salvatore Ferragamo.

Database in continua evoluzione

«Kantar possiede un “database” di know how che consente di personalizzare i servizi in base a tutte le esigenze dei brand, esigenze che si evolvono continuamente – continua Capeci -. I nostri metodi vanno di pari passo, ad esempio, se fino a poco tempo fa gli insight si basavano per lo più su un metodo legato a Survey e raccolta di dati esterni, oggi gestiamo analizziamo molto più i dati che arrivano direttamente dai nostri brand clienti, ma anche dall’ascolto della rete e da touchpoint sempre nuovi che ci permettono di affinare ogni giorno di più il risultato delle nostre ricerche. Abbiamo, infatti, un hub a Milano tutto dedicato alla sfera degli analytics dal quale seguiamo con attenzione tutte le innovazioni e le possibilità offerte dal mercato».

Focus sull’Italia

Nonostante i problemi oggettivi che affliggono il nostro Paese, come il divario ancora evidente tra Nord e Sud Italia, un digital divide che si sta colmando troppo lentamente, e un livello di scolarizzazione al di sotto della media internazionale, il Made In Italy rappresenta un valore aggiunto che può ancora rappresentare la chiave di volta per il successo dei brand nostrani. «Molti brand innovativi e di eccellenza in Italia non fanno parte della nostra classifica, perché ancora non hanno compreso l’importanza di alcuni driver fondamentali e non investono in brand value, cosa che potrebbe dar loro la spinta per crescere in modo importante in un Paese che si sta polarizzando, dove crescono molto solo pochi brand. I primi 30 della nostra classifica, infatti, rappresentano da soli il 5% del PIL in Italia. Penso che, guardando agli elementi distintivi dei brand del settore lusso che dominano il ranking 2019, come i fattori ispirazionali e attrattivi e la forte spinta internazionale, si possa dire che l’Italia debba ora lavorare in due direzioni: da un lato passare ad un approccio di attacco al mercato e dall’altro operare al fine di nutrire l’innovazione, non necessariamente con nuovi lanci di prodotto o stravolgendo il proprio ecosistema, ma arricchendolo, portando il business ad un livello successivo attraverso le leve che differenziano i brand più forti del mondo: pensiero globale, investimenti mirati in comunicazione, un brand purpose chiaro e riconoscibile e così via«.

«Oltre ai settori come l’alimentare, l’automotive e la moda, dove l'Italia è universalmente riconosciuta come leader mondiale, il nostro studio dimostra come i marchi italiani raggiungano risultati eccezionali anche in settori come l'energia, l’oil & gas e le crociere, con grandi aziende come Enel, A2A, Eni, MSC e Costa Crociere. Tornando all’innovazione, anche piccoli ma significativi cambiamenti potrebbero essere la soluzione per molti brand, a patto di supportarli con una comunicazione chiara e dirompente».