Autore: Redazione
12/03/2019

Il World Wide Web compie trent’anni, ma per il suo fondatore la rete deve cambiare

Tim Berners-Lee, l’informatico britannico che il 12 marzo 1989 ha creato internet, è intervenuto in occasione di questo anniversario parlando delle tre fonti di disfunzione del sistema e della volontà di ritornare alle origini

Il World Wide Web compie trent’anni, ma per il suo fondatore la rete deve cambiare

Trent’anni fa, il 12 marzo 1989, nasceva il World Wide Web, un fatto che ha cambiato per sempre le nostre vite individuali e la società. Oggi, però, la rete deve cambiare. E lo deve fare in meglio. A sostenerlo è Tim Berners-Lee, l’informatico britannico che è considerato il padre fondatore di internet. Berners-Lee ha pubblicato una lettera nella giornata di ieri in cui mostra le sue preoccupazioni legate alla rete e dice di aver compreso che internet non è più una “forza del bene”. “La lotta per il web - ha scritto - è una delle cause più importanti dei nostri tempi".

Nel documento Berners-Lee individua tre fonti di disfunzione che riguardano internet oggi. La prima, ha spiegato, è legata ai comportamenti deliberatamente malevoli, le molestie o l’hacking sostenuto dagli stati: in questo caso occorrono nuove leggi per governare l’età digitale, assicurando che i mercati rimangano aperti, liberi e carichi d’innovazione.

Il secondo ha a che vedere con la gratuità e la libertà di internet. Berners-Lee, infatti, ha reso disponibile a tutti il codice del World Wide Web senza richiedere una fee, ma il sistema ha creato degli incentivi “perversi” connessi principalmente a modelli di business basati sulla pubblicità come Facebook e Google, che premiano il clickbait e la diffusione di disinformazione. In precedenza il padre del web ha attaccato queste piattaforme anche per le loro attività connesse ai dati. “Le aziende devono fare di più per garantire che il perseguimento del profitto suli breve-periodo non danneggi i diritti umani, la democrazia, i fatti scientifici o la sicurezza pubblica”, ha continuato.

Infine, Berners-Lee ha puntato il dito sulle conseguenze inattese dell’architettura del web, che tende a polarizzare le discussioni che avvengono online. In questo caso sono i cittadini a rivestire il ruolo più importante, tenendo chiaramente conto del contesto sopra indicato.

Per invertire questa rotta, la World Wide Web Foundation di Berners-Lee ha rilasciato ad ottobre la sua Magna Charta, in cui sono contenute le linee guida per individui, imprese e governi per indirizzare la rete al suo corso originale. La proposta ha trovato il supporto di diversi gruppi, anche politici, e dei grandi colossi statunitensi, tra cui Facebook, Google e Microsoft. Solo tornando ai primi passi, internet potrà riscoprirsi e uscire da uno stato "adolescenziale" per abbracciarne uno maturo, che porti reali benefici alla collettività.