Webidoo Insight Lab: la produttività cresce oltre il 40% nelle PMI che integrano l'AI
Un report dedicato che non si limita a raccogliere opinioni o casi studio, ma arriva a quantificare l’impatto potenziale dell’intelligenza artificiale sulle performance aziendali su base comparativa

L’intelligenza artificiale è entrata in una nuova fase: dopo anni di sperimentazione e hype, ora per molte PMI italiane è diventata uno strumento operativo concreto che impatta direttamente sulla produttività con incrementi stimati di oltre il 40%. A dirlo è il nuovo report di Webidoo Insight Lab “AI e produttività nelle PMI italiane”, che si distingue per un approccio tanto ambizioso quanto necessario: non si limita a raccogliere opinioni o casi studio, ma arriva a quantificare l’impatto potenziale dell’AI sulle performance aziendali su base comparativa. Una matrice settoriale costruita su tredici possibili ambiti di applicazione consente di stimare, per ogni macro-settore, un incremento realistico della produttività legato all’integrazione degli AI Agents nei processi aziendali. È un lavoro pionieristico nel panorama italiano, che apre la strada a una lettura più matura e concreta della trasformazione in atto. I primi segnali forti arrivano dal marketing e dalle vendite, che rappresentano ancora il campo d’applicazione privilegiato per le PMI che già utilizzano tecnologie AI: tra queste, il 36% impiega l’AI proprio in queste funzioni, per automatizzare campagne, personalizzare offerte e migliorare l’interazione con i clienti; un ambito ormai rodato, che ha dimostrato ritorni rapidi e implementazione accessibile. Ma non è più l’unico driver dell’efficienza digitale.
Da supporto ad azione
Il report mostra come l’AI sia entrata con forza anche in aree meno esposte mediaticamente, ma ad alto potenziale, per esempio, nei servizi professionali e nella consulenza, dove la possibilità di delegare ad Agenti AI l’analisi dei dati, la redazione di bozze, la gestione documentale o il supporto amministrativo può tradursi in incrementi stimati di produttività superiori al 42%. Il cuore concettuale del report è rappresentato dagli AI Agents: assistenti intelligenti evoluti, progettati non solo per rispondere a richieste, ma per eseguire task, integrarsi nei workflow e collaborare con strumenti aziendali in modo continuo. Il salto è evidente: siamo passati da AI che supporta a AI che agisce. Non si tratta più di un supporto passivo, ma di una vera estensione digitale dei team aziendali. Se il settore digitale, come prevedibile, è in testa, con una produttività potenziale legata all’AI pari al 43.5%. A seguire, come abbiamo visto, i servizi (42.5%) e il retail (39.9%), con un impatto notevole anche nel caso delle aziende del turismo e dell’hospitality, dove gli AI Agents possono gestire automaticamente prenotazioni, richieste clienti, email personalizzate e analisi dei feedback: secondo il report, nel comparto si potrebbero raggiungere incrementi di produttività superiori al 38%. Anche in ambiti più complessi, come la sanità privata, l’adozione di agenti AI già pre-addestrati consente di intervenire su processi critici (come il triage informativo) con impatti significativi, stimati attorno al 36% di produttività aggiuntiva. Il messaggio di fondo è chiaro: non è più una questione di dimensioni, ma di velocità. Le PMI che iniziano ora a integrare l’AI nei propri flussi operativi, soprattutto grazie a soluzioni verticali e “pronte all’uso”, possono conquistare un vantaggio competitivo concreto e immediato. Il report dedica ampio spazio anche alle barriere ancora presenti, dalla mancanza di competenze interne alla percezione di costi elevati, ma evidenzia che proprio chi ha già superato le resistenze raccolga oggi i frutti, in termini di efficienza operativa, qualità dei servizi e capacità di scalare. Un’altra novità introdotta nello studio è la stima di un indice sintetico di redditività potenziale legato all’utilizzo degli AI Agents, costruito considerando la produttività potenziale, la capacità di anticipare i concorrenti e i ritorni economici attesi per settore.
Un vantaggio competitivo
I dati raccolti mostrano co chiarezza quali comparti presentano le migliori condizioni per trasformare l’adozione dell’AI in margine reale: il retail registra un indice del 37%, seguito dal turismo al 36% e dai servizi professionali al 35%, settori in cui la combinazione tra processi ripetibili, accessibilità tecnologica e prontezza digitale rende l’AI una leva concreta di crescita. “L’AI è diventata il nuovo motore della produttività nelle PMI - spiega Giovanni Farese, CEO di Webidoo -. Ci troviamo di fronte ad un fenomeno nuovo: il vantaggio non andrà a chi è più grande ma a chi si muoverà per primo, chi sarà più veloce. È un’enorme opportunità per le PMI che per la prima volta potranno competere a livello globale anche con realtà strutturate e sfruttare vantaggi competitivi prima impensabili. Oggi le imprese non solo digitalizzano, riscrivono il lavoro. L’AI è ormai una risorsa strategica e gli AI Agents ne sono la forma più operativa e promettente”.