RaiRadio: innovazione, presenza sul territorio e crossmedialità al centro delle strategie future
Il direttore Marco Caputo racconta priorità e obiettivi dell’azienda di servizio pubblico, a partire dal suo ruolo storico e alla luce delle evoluzioni tecnologiche
Marco Caputo
Oltre che della televisione, la Rai rappresenta anche la storia della radiofonia in Italia, di cui ha interpretato le evoluzioni fino a quella attuale, che grazie alla tecnologia e al digitale offre una esperienza molto più articolata e ricca del passato, ma sempre a partire dallo stesso punto di riferimento: il suono. Anche la Rai ha arricchito la propria offerta con l’elemento video e oggi, accanto alla radio tradizionale, propone la visual radio, nonché una serie di brand ‘verticali’ e contenuti on demand – tra cui i podcast originali –, il tutto fruibile tramite la piattaforma streaming Rai Play Sound. La stagione di RaiRadio 2025-2026, la prima firmata dal direttore Marco Caputo in carica da marzo scorso, mostra la sua articolazione multimediale grazie alla distribuzione in fm e DAB, digitale, device come smartphone, smart speaker, pc, tv auto, streaming, on demand. L’offerta del servizio pubblico si articola tra generalisti (Radio1, Radio2, Radio3, Isoradio); specializzati (No Name Radio, Radio Kids, RadioLiveNapoli, RadioTechetè, Radio Tuttaitaliana, Radio1 Sport, Radio3 Classica, Gr Parlamento), Un’offerta diversificata: Radio1 con i Gr (163 nazionali e 18 regionali), attualità, sport; Radio2, all’insegna della musica e dell’intrattenimento; Radio3, ‘casa’ del dibattito culturale, dell’approfondimento, della musica ‘colta’. Isoradio rafforza la sua missione di radio in mobilità, che rafforza l’informazione sul traffico rafforzata nelle fasce orare più interessante dai flussi elevati. Il presidio degli eventi e le attività sul territorio rafforzano l’attività delle emittenti creando connessione con le community degli ascoltatori. L’inclusione sociale, il pluralismo culturale, le battaglie contro il razzismo e le discriminazioni, la sostenibilità ambientale sono temi cari a RaiRadio, trattati con forza e sensibilità attraverso contenuti dedicati, podcast, iniziative di sensibilizzazione, programmi di efficientamento energetico. Diffusione sfruttando la tecnologia, per essere sempre raggiungibili; sperimentazione e linguaggi innovativi, grazie alle opportunità offerte del digitale, per catturare nuovo pubblico ma sempre nel rispetto della missione del servizio pubblico: il direttore di RaiRadio Marco Caputo spiega strategie e sfide del prossimo futuro. “Gli obbiettivi – spiega – sono importanti, nascono dalla storia della Rai, dalla sua forza e dalla sua capacità di essere moderna e contemporanea pur mantenendo la barra dritta sulla missione di servizio pubblico. Tanti anni fa con ‘Chiamate Roma 3131’ la Rai ha anticipato la disintermediazione e tante altre dinamiche tipiche dei social. Recentemente abbiamo festeggiato il 60 anni di ‘Bandiera Gialla’, un programma che ancora oggi rappresenta un esempio perché ha cambiato il modo di fare radio. E ancora, negli anni ci sono stati altre trasmissioni innovative che hanno fatto scuola: ‘Alto Gradimento’, o ‘Il ruggito del coniglio’, ancora in onda dopo 30 anni e sempre attuale. Abbiamo innovato con la visual radio, e abbiamo sviluppato una piattaforma per condividere il prodotto radiofonico: su questo nuovo terreno si svolgono le sfide future. Per noi diventa centrale essere dove gli ascoltatori ci cercano e arrivare, per farci trovare, anche dove non siamo mai stati. Chiamiamolo claim, o mantra per i prossimi tempi: in ogni caso, l’obbiettivo è portare i contenuti al nostro pubblico in tutti i modi possibili, mantenendo sempre intatta la forza tipica della radio”.
In quale modo intendete raggiungere questo obbiettivo?
Dobbiamo essere presenti in tutti i contesti, mantenendo la centralità dei contenuti di servizio pubblico che è il nostro faro di riferimento. Siamo in una fase di continua evoluzione, e a partire dall’AI, su cui dobbiamo ragionare tempestivamente, dobbiamo essere capaci di anticipare cosa succederà a livello tecnologico. Inoltre, abbiamo un punto di forza straordinario: la Rai, una azienda sempre più crossmediale. E grazie alle piattaforme Rai Play e Rai Play Sound, che rappresentano una grande forza sul mercato, abbiamo la possibilità di ideare e realizzare progetti integrati.
Quali caratteristiche deve avere l’offerta per essere attuale, trovare nuovi ascolti e fidelizzarli?
Innovazione, essere sempre più presenti grazie alle attività sul territorio, sviluppare iniziative editoriali attraverso partnership con altri contesti. La radio possiede una grande capacità di comunicazione e riesce a sviluppare un rapporto diretto e intimo, se può anche essere ‘vista’ il potenziale aumenta.
La svolta digitale: i vostri punti di forza?
Parlando di contenuti che si ascoltano: per noi l’offerta dei podcast è un elemento centrale. Attualmente in piattaforma sono presenti 400 contenuti originali, oltre ai programmi che si possono ascoltare on demand. E, ripeto, la capacità insieme alla volontà di realizzare progetti integrati cross mediali che fanno parte di un unico ragionamento è il punto che fa la differenza.
Copertura del territorio: a che punto siete e quali sono gli obiettivi?
In primo luogo va detto che l’innovazione va di pari passo con lo sviluppo della radio tradizionale, a cui si affiancano tutte le altre modalità di ascolto. Il tema della copertura è imprescindibile per Rai; abbiamo la necessità di realizzare la migliore copertura possibile. Continuiamo a lavorarci con grande impegno. Per quanto riguarda lo sviluppo del DAB, vogliamo raggiungere l’85% del territorio nel 2027. RaiWay ha raddoppiato gli impianti a 128 nei mesi scorsi, e conta di raggiungere quota 179 entro fine anno, con l’obbiettivo di anticipare la scadenza.
Che tipo di indicazioni vi hanno fornito i nuovi dati sugli ascolti sulla vostra offerta?
Stiamo utilizzando una indagine nuova, in fase di implementazione, che integra la metodologia CATI con forti elementi di novità. E manca ancora l’SDK. Abbiamo solo i dati del 1° semestre e non possiamo parlare di trend né fare confronti. Li stiamo analizzando, attualmente ci presentano elementi di positività: rispetto al primo semestre 2023 (ultima rilevazione RadioTER a cui ha partecipato anche la Rai, ndr) Radio1 mantiene la stessa posizione, Radio2 è migliorata di due posizioni e Radio3 di una posizione. I dati sembrerebbero molto positivi anche per Isoradio. Abbiamo un po’ di indici che ci rendono ottimisti, ma aspettiamo comunque il consolidamento dei dati.
Analizzando il comparto radiofonico nel suo complesso, quali sono le prossime sfide da affrontare?
Tra network e radio digitali la Rai dispone di un’offerta di 12 canali, un’ampiezza che colloca in un punto di osservazione privilegiato e di avere una visione di insieme. Quindi, le sfide che interessano il mercato in generale sono molto simili a quelle che abbiamo individuato per RaiRadio. Questo mezzo è agile, e veloce, il linguaggio si è molto evoluto per rispondere ai cambiamenti in atto e ora dobbiamo guardare a cosa ci porterà l’AI. Quindi la sfida è mantenere la forza tipica della radio ed essere allo stesso tempo attuali in un contesto in rapida evoluzione.