Officina della Comunicazione: nel 2024 obiettivo di crescita pari al +10/15% con i documentari culturali dedicati ai temi religiosi
La casa di produzione fondata e guidata da Elisabetta Sola e Nicola Salvi si è inserita in un filone di successo con titoli per i grandi broadcaster; ora in onda su Canale 5 la docuserie che parla di parabole e vita vera
Nicola Salvi e Elisabetta Sola
In questo periodo su Canale 5 va in onda ‘Quando il fiume incontra il mare. Parabole di vita’, una docuserie in sette puntante dedicata alle parabole raccontate attraverso vicende umane, condotta da Don Marco Pozza, che si colloca nel palinsesto della rete Mediaset con uno share vicino al 9% medio e audience che sfiorano i 440mila, registrati nelle tre puntate andate in onda fino a ora (sabato mattina ore 9:30). Quello del prodotto culturale a tema sacro e religioso è un settore verticale, che diventa primario per Officina della Comunicazione, la casa di produzione che firma ‘Quando il fiume incontra il mare. Parabole di vita’ e anche altri importanti titoli in questo filone, tra cui progetti con Alberto Angela che poi son andati in onda in prima serata su Rai1, oppure il documentario su Don Puglisi, sempre per la Rai. La società fondata e guidata da Elisabetta Sola e Nicola Salvi lavora anche con Warner Bros. Discovery. «La nostra offerta si colloca nell’ambito della tv generalista, sebbene con taglio specifico su argomenti legati alla fede religiosa, grazie al taglio culturale e valoriale ampio e non specificamente rivolto ai credenti che la rende unica, anche per la sua fecondità – spiega Elisabetta Sola -. Questo posizionamento – prosegue Nicola Salvi – nasce quando è nata l’azienda e abbiamo avuto l’occasione di realizzare il documentario sulla vita di Giovanni XXIII. In seguito l’abbiamo rafforzato grazie alla collaborazione con Monsignor Viganò (Dario, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, ndr), grazie al quale abbiamo scoperto i tesori artistici della Santa Sede. Abbiamo così deciso di investire in questa direzione, e vediamo che sono prodotti con un loro pubblico, gli ascolti ci sono».
Le audience
Con ‘Stanotte a San Pietro’ e ‘Un viaggio nella Cappella Sistina’, entrambi realizzati in collaborazione con Piero Angela e andati in onda in prima serata su Rai1 hanno raccolto, rispettivamente 6 milioni di spettatori (con il 26% di share) e 4 milioni di spettatori, a cui si aggiunge il documentario su Pino Puglisi che, sempre su Rai1, in seconda serata ha raggiunto 1 milione di spettatori e il 14% di share. Secondo l’ultimo Rapporto APA, nel 2022 gli investimenti sul genere documentario in Italia ammontano a 67 milioni di euro, con una crescita di che si avvicina al 29% rispetto ai 52 milioni dell’anno prima. Nel 2017, quando la tv era la sola piattaforma di produzione, erano solo 18 milioni. Uno sviluppo, quindi, sostenuto anche dall’esplosione dai servizi VOD. Numeri ancora lontani da quelli della animazione (116 milioni) e dei film e serie (672 milioni), sottolinea Sola, ma il dato interessante, che emerge dal Rapporto, è l’incremento delle produzioni esterne» segno del riconoscimento della figura del produttore esterno da parte del mercato, e della sua capacità di generare economie di scala. Crescono infatti dalla stagione 2021/22 alla successiva i soggetti coinvolti in produzioni documentaristiche (+20%), in un mercato frammentato di cui la Rai raccoglie la maggior parte delle ore prodotte (53,8%), grazie anche a rinnovato impegno in questo ambito che si rafforza con la creazione della Direzione Documentari affidata a Fabrizio Zoppi.
Obiettivi
In questo contesto, Officina della Comunicazione è passata da due a tre produzioni dalla stagione 2021-2022 a quella appena conclusa, mentre per l’anno prossimo ha in programma il seguito della serie su Canale 5 in questi giorni (dopo domani andrà in onda la quarta puntata) e poi ci sono altri progetti legati alle monografie per la Rai. Il prossimo anno, annunciano Sola e Salvi, la casa di produzione si attende una crescita del 10/15% anche perché andranno a compimento alcuni lavori iniziati nel 2023, che si chiuderà con ricavi a quota 1 milione di euro, in linea con l’anno precedente. Il business di Officina della Comunicazione è per il 65/70% circa dedicato alla produzione di documentari e docuserie; la quota rimanente è dedicata al video corporate business to business, grazie al radicamento dell’agenzia nel territorio dove spicca l’industria manifatturiera. «Sebbene in crescita, il genere documentario – afferma Sola – è, come dicono anche i numeri APA, ancora molto meno profittevole di altri generi. Una delle criticità è l’assenza di un approccio sistematico di alleanze tra case di produzione, che dia più peso ‘politico’ al settore. In Francia, per esempio, la politica si è occupata del documentario creando una normativa a supporto che favorisce la valorizzazione adeguata di questi prodotti. Una operazione intelligente, lungimirante e coraggiosa in Italia è quella di Nexo Digital (distribuzione di documentari nelle sale cinematografiche, ndr)». L’apertura della divisione documentari da parte della Rai «è una scelta politica, che ha il merito di riconoscere dignità culturale a documentario» continua Sola; «In Rai c’è sicuramente attenzione all’audience ma il servizio pubblico ha anche il compito di fare cultura» aggiunge Salvi. «La vera svolta – conclude Sola – avverrà quando i documentari approderanno alla prima serata».