Nielsen: difficoltà della raccolta pubblicitaria nel primo trimestre 2022 dovuta al conflitto Russia-Ucraina
L’anno parte piano ma il trend dei primi due mesi non riflette ancora l’enfatizzazione di inflazione e materie prime; Alberto Dal Sasso (Adintel Mediterranean Cluster Leader) conferma il contraccolpo sulla spesa adv

Alberto Dal Sasso, Adintel Mediterranean Cluster Leader di Nielsen
Dopo le osservazioni a caldo rilasciati a DailyMedia dal Presidente di UPA Lorenzo Sassoli de Bianchi all’indomani dell’attacco all’Ucraina da parte della Russia, lo scorso 25 febbraio, anche Alberto Dal Sasso, Adintel Mediterranean Cluster Leader di Nielsen, commenta la situazione che si è creata e i possibili effetti sugli investimenti pubblicitari.
«Siamo d’accordo con UPA, ci sarà un contraccolpo legato alla enfatizzazione, dovuta al conflitto, delle tematiche già sul tavolo da settimane, quali l’inflazione e il caro prezzi delle materie prime, aspetti collegati tra loro e che rappresentano un grosso problema per le aziende. Non sappiamo ancora con esattezza in che modo questi eventi influenzeranno il prodotto interno lordo, è ancora tutto da capire».
Media e categorie merceologiche
In effetti i consumatori si stanno preparando a comprare di meno: secondo un sondaggio pubblicato lunedì scorso dal Sole 24 Ore, il percepito dell’inflazione sarebbe del 6,4% contro un dato ufficiale Istat del 4,8%, e per farvi fronte uno dei rimedi è ridurre i consumi.
Sul fronte dei media «è una questione generale ma presumibilmente a risentirne di più saranno quelli meno pianificati. Dipende anche dal media mix e da quali mezzi sono più funzionali per il singolo settore; in ogni caso televisione e internet sono i media più resistenti». Per quanto riguarda i settori, la crisi dei prezzi sulle materie prime interessa più o meno tutti.
«Uno di quelli più colpito è senz’altro l’auto, che comunque già stava facendo fatica a rispettare i tempi di consegna. Forse per i servizi potrebbe esserci un rimbalzo negativo più contenuto dato che i costi meno legati alle materie prime. Tematiche su cui le aziende erano comunque già preparate».
L’effetto guerra sui primi tre mesi
I trend di gennaio, che saranno resti noti nei prossimi giorni, ancora non riflettono del tutto le preoccupazioni del mercato: «Ai dati manca l’enfatizzazione di cui dicevamo prima, ma già all’epoca si percepivano le questioni legati alle materie prime e all’inflazione. L’anno non è partito “col botto”, ma ce lo aspettavamo; per quanto riguarda febbraio, la guerra è iniziata a fine mese perciò il mercato dovrebbe proseguire quell’abbrivio.
Diverso è marzo, tutto da vedere: potremmo vedere quell’enfatizzazione di cui si parlava e quindi il primo trimestre 2022 si potrebbe chiudere con un po’ in difficoltà. Poi ovviamente oltre ad augurarci che questa situazione si risolva, ci sono anche gli eventi sportivi come gli spareggi dei Mondiali e la Confederation Cup che dovrebbero dare una spinta al mercato».