Multato anche Spiegel.de a causa delle fake ads. L’analisi di GeoEdge
Nel 2020 nessun editore immune dai siti clonati. Quest'anno, Forbes, Today, BBC, così come HSBC e Paragon Bank, vittime di siti clonati. Per SSP e AdServer impossibile monitorare ogni impression in tempo reale

Sono sempre più sofisticati gli annunci pubblicitari ingannevoli che si prefiggono di estorcere informazioni riservate agli utenti e, dalle ultime statistiche, emerge come un utente medio sia esposto ogni giorno a almeno un sito fake. La testimonianza più tangibile del fenomeno sono le lamentele degli utenti verso gli editori che ospitano, loro malgrado, gli annunci ingannevoli. Le ultime statistiche mostrano come, ad oggi, ben l’89% degli editori abbiano questo genere di problema e, tra essi, il 42% si trovi a dover rispondere a lettori che attribuiscono erroneamente a loro la responsabilità. Come spiega a DailyNet Yuval Shiboli, Regional Director Europe di GeoEdge: “Sappiamo oggi che gli utenti non percepiscono alcuna differenza tra i contenuti del sito web e le pubblicità che ospita. Di conseguenza, quando un annuncio falso porta l'utente in uno spazio truffaldino, danneggia la qualità percepita dell'editore e la fidelizzazione degli utenti”. Il motivo di una così forte crescita del fenomeno è da ricercarsi nella progressiva discesa dei CPM medi che ha permesso ai malintenzionati di accedere a inventory in precedenza riservate agli investitori pubblicitari con maggiore budget. Gli inserzionisti fraudolenti riescono inoltre a ingannare la tecnologia di filtraggio degli adserver grazie al fatto che le pagine di destinazione esposte sono solo di facciata. Le URL reali sono infatti occultate all’interno del codice e si attivano solo quando l’utente clicca sul banner.
L’immagine fa la differenza
I dati di GeoEdge mostrano inoltre come il 50% di tutta la pubblicità dannosa attiri gli ignari utenti usando l’immagine di celebrità e personaggi noti, naturalmente senza alcuna autorizzazione a farlo. La presenza dei volti noti tranquillizza gli utenti che cliccano con maggiore serenità sulle creatività per poi trovarsi reindirizzati su pagine di destinazione clonate o contraffatte. “Ancora peggio – prosegue Yuval – capita che le celebrità che si trovano coinvolte senza il loro consenso, portino gli editori in tribunale per aver violato i diritti di proprietà intellettuale e la loro reputazione. Un caso recente è stato riportato su Spiegel.de e il tribunale tedesco si è pronunciato a favore della celebrità, multando l'editore per un importo di 20.000 euro”.
Cosa cercano i truffatori
Il rischio è dunque reale e potrebbe essere importante. In particolare i truffatori di cui ci stiamo occupando, promuovono prodotti fake o criptovaluta, oppure riproducono siti di banche o di noti operatori del settore turistico. L’obiettivo dei truffatori che agiscono nei modi descritti, è spesso carpire informazioni riservate per poi accedere ai conti correnti o utilizzare le carte di credito per fare acquisti. Nel 2020 nessun editore, indipendentemente dalle dimensioni o dal prestigio, è stato immune dai siti clonati. Quest'anno, Forbes, Today, BBC, così come HSBC e Paragon Bank, sono state tutte vittime di siti clonati, evenienza che si è tradotta in perdite finanziarie reali e diffusione di notizie false. I danni per gli editori sono legati al fatto che gli utenti riconducono la truffa al sito dove è stata veicolata e, non sentendosi tutelati, evitano di frequentarlo nuovamente. Molti editori si aspettano che le SSP e gli AdServer filtrino e blocchino le inserzioni fake, in modo che non vengano mostrate agli utenti ma, in realtà, questa aspettativa non è realistica. Le piattaforme gestiscono così tanto traffico che è impossibile per loro monitorare ogni impression in tempo reale. Per provare a contrastare il fenomeno utilizzano strumenti statistici che emulano traffico e annunci per assicurarsi che la qualità complessiva degli annunci offerti sia buona. I male intenzionati sanno però come aggirare i test e riescono a raggiungere facilmente gli utenti.
Il consiglio di GeoEdge
“Diversa è la soluzione che GeoEdge offre agli editori – dice Yuval – che non si basa sul campionamento degli annunci. Infatti controlla, in tempo reale, ogni singola impression prima che l'utente sia esposto ad essa. Nel caso in cui si individui un annuncio dannoso, questo vieno bloccato e lo sostituito con un annuncio pulito - proteggendo l'utente e l’editore”. Per i publisher il consiglio è di ispezionare non solo la creatività dell'annuncio, ma anche la pagina di destinazione. Riuscendo infatti a riconoscere una pagina di destinazione fraudolenta si può segnalare l'intera creatività stessa come un potenziale rischio prima che gli utenti vengano danneggiati.