Autore: Redazione
02/03/2018

Spotify va in Borsa: i ricavi crescono ma le perdite sono elevate

Il servizio di streaming ha fatturato 147 milioni di dollari di pubblicità nel 2017, sulla spinta del video e del programmatic

Spotify va in Borsa: i ricavi crescono ma le perdite sono elevate

Spotify andrà in Borsa con un collocamento diretto. La società di streaming svedese ha depositato il prospetto per la quotazione al NYSE, svelando alcuni numeri finora sconosciuti o emersi solo tramite indiscrezioni. Innanzitutto l’azienda punta a raccogliere 1 miliardo di dollari, per una valutazione che dovrebbe attestarsi attorno ai 23 miliardi, per intenderci quanto quella di Snap al momento dell’IPO dell’anno scorso. Spotify ha affermato di avere in mano il 42% del mercato globale streaming mentre l’ARPU è stato di 7,60 dollari, in calo sul 2016.
I numeri di Spotify
Spotify ha un grandissimo valore in un mercato della musica digitale caratterizzato dalle difficoltà di produrre profitti. Questo valore sono i 71 milioni di utenti paganti, un’enormità costruita nel tempo. Nel complesso gli utenti attivi su base mensile sono 159 milioni (92 milioni senza abbonamento): chi non dispone di una sottoscrizione viene monetizzato attraverso la pubblicità. Numeri di tutto rispetto e soprattutto in grande crescita. Solo un anno fa gli abbonati erano 40 milioni, mentre a dicembre la quota era lievitata a 60 milioni.
Buona la traiettoria dei ricavi, ma le perdite sono alte
Positiva anche la traiettoria dei ricavi, in costante aumento nel corso degli ultimi tre anni. Il fatturato nel 2017 è arrivato a quota 5 miliardi di dollari (+39%), mentre nel 2016 è stato di 3,6 miliardi e di 2,37 miliardi l'anno precedente. Tuttavia anche il rosso è incrementato di pari passo: le perdite operative nel corso degli ultimi dodici mesi sono salite a 461 milioni di dollari, contro i 425 dell'anno. In questo contesto, segnala ReCode, si nota tuttavia un aumento dei margini, anche se tutto dipende dagli accordi con le case discografiche, visto che il grosso delle entrate di Spotify proviene dagli abbonamenti.
La pubblicità
Il capitolo pubblicitario, per la nostra industry, è sicuramente il più interessante. Come riporta Adexchanger gli introiti da advertising sono cresciuti nel 2017 del 41% a quota 147 milioni, grazie anche a un incremento delle impression vendute in programmatic (+31%) e del costo medio (+7%). In totale le entrate da programmatic sono aumentate del 100%. La quota della pubblicità sul giro d’affari si attesta al 10% del totale, ma la sua incidenza è molto importante, perché molti utenti che provano il servizio “free” scelgono poi di passare al modello ad abbonamento. Per quanto riguarda il programmatic, il segmento ha assorbito il 49% degli spazi venduti nel 2017, contando per il 18% degli introiti da pubblicità. A spingere l’area è stato anche il premium video al 29% delle entrate advertising.