LinkedIn: come far crescere le views dei propri post e farsi aiutare dal social adv
Le best practice per realizzare contenuti sul social che strizzino l’occhio al suo algoritmo fanno riferimento ai profili personali, ma sono applicabili anche alla gestione delle pagine aziendali, con la differenza che queste ultime hanno uno strumento in più: la pubblicità

Sergio Brizzo
a cura di Sergio Brizzo, Ceo di Across
Con oltre 740 milioni di utenti attivi, dei quali 15 milioni solo in Italia, LinkedIn è ad oggi una delle principali piattaforme di Social Media. Basta scorrere il suo feed per rendersi conto che sempre più professionisti – dei settori più disparati – lo utilizzano sia a scopo personale sia per la propria azienda, prediligendo azioni di personal branding, inbound marketing e social selling. A oggi, LinkedIn resta uno dei social preferiti per costruire relazioni con i decision maker in ambito aziendale, guadagnare credibilità professionale, intercettare potenziali clienti e ricercare personale per la propria azienda, fare formazione e molto altro. Eppure molti dei suoi utilizzatori non riescono a superare un problema sostanziale, ossia ottenere un numero maggiore di visualizzazioni per i propri post. Come fare, quindi, per allargare la propria audience?
Il misterioso algoritmo
Secondo Across, la Digital Solution Company che offre al cliente soluzioni complete e personalizzate di marketing e sales, per rispondere a questa domanda è essenziale comprendere il funzionamento dell’algoritmo di LinkedIn, ossia quell’intelligenza artificiale in grado di filtrare gli input e selezionare cosa è meglio mostrare e a chi. Per farlo è essenziale porre attenzione a queste 3 differenti fasi:
1. Come prima cosa l’algoritmo di LinkedIn analizza il contenuto in oggetto e lo cataloga come “valido” o “non valido”. In che modo? L’algoritmo analizza le keyword associate al profilo di chi ha scritto il post, ossia quelle parole chiave che riguardano la propria professione e utilizzate nella descrizione del proprio profilo. Se non c’è alcuna connessione tra quel contenuto e la professionalità di chi lo scrive, l’algoritmo di LinkedIn probabilmente non mostrerà il post ai collegamenti della propria rete, etichettandolo come “non valido”.
2. Al contrario, nel caso in cui l’algoritmo di LinkedIn etichetti il post come “valido”, allora inizierà a mostrarlo a parte dei collegamenti di primo grado. I primi a vederlo saranno quei contatti con cui si interagisce maggiormente, in particolar modo quelli tra cui sono intercorsi scambi di commenti o con cui ci sono state conversazioni tramite messaggistica privata.
3. Sempre per superare l’ostacolo “algoritmo”, sarà essenziale catturare l’interesse del proprio target. Questo perché i consigli, i commenti e le condivisioni da parte dei propri collegamenti di primo grado su LinkedIn permetteranno di raggiungere la visibilità presso la rete di secondo grado (ovvero i collegamenti dei propri contatti). È importante, però, fare attenzione a quali interazioni vengano maggiormente premiate dall’algoritmo. I “like” e i click possono generare molto rumore per nulla: tanti utenti lasciano un’interazione ai post senza leggere veramente il contenuto, oppure cliccano su un articolo per errore. Le interazioni preferite dall’algoritmo di LinkedIn sono i commenti, che restituiscono un feedback interessante anche all’autore del post. Quando si scrive un post su LinkedIn, quindi, è utile inserire una domanda rivolta alla propria audience: in questo modo si stimoleranno gli utenti a lasciare un commento. Per quanto riguarda l’eterna lotta tra copy brevi o lunghi, non si può ancora affermare che ci sia un vincitore. Eppure nell’ultimo aggiornamento dell’algoritmo di LinkedIn è stato aggiunto un valore: il tempo di permanenza, che considera il tempo trascorso da un utente su un contenuto e lo relaziona con la lunghezza dello stesso: se troppo breve, vuol dire che quell’utente non ha trovato il post interessante; se invece il tempo di permanenza corrisponde a quello di lettura del post, allora il contenuto ha suscitato l’interesse della community.
Il valore aggiunto dell’adv
Queste best practice per realizzare contenuti su LinkedIn che strizzino l’occhio al suo algoritmo fanno riferimento principalmente ai profili personali ma sono applicabili anche alla gestione delle pagine aziendali, con la differenza che queste ultime hanno uno strumento in più: l’advertising. Grazie alle sponsorizzate su LinkedIn, è possibile mostrare i contenuti della propria pagina aziendale a un bacino di utenza decisamente più ampio rispetto ai follower, puntando ad un’audience molto specifica. L’incremento di utenti ha determinato una grossa espansione delle opportunità di advertising per la promozione e pubblicizzazione delle aziende, contribuendo a rendere questo social uno dei canali cardine del Marketing B2B. Il principale motivo per cui ha senso pensare alla pubblicità su LinkedIn è il tipo di audience potenzialmente raggiungibile e le opzioni di targetizzazione, a oggi tra le più avanzate. Sia la qualità dei lead sia i tassi di conversione su LinkedIn sono veramente elevati. I costi per click o per invio sono superiori rispetto ad altri canali, ma se gli obiettivi sono corretti e gli strumenti come le landing page sono ottimizzati, il ritorno di una campagna è solitamente tra i più interessanti nel panorama social. Tra i tipi di annunci disponibili, su LinkedIn Ads si segnalano:
° Contenuti sponsorizzati: la sponsorizzazione dei contenuti, per quanto più costosa rispetto a Facebook, rappresenta la soluzione giusta se l’obiettivo è la brand awareness o il traffico verso un sito web. Una implementazione interessante è quella legata ai Moduli LeadGen per la generazione di contatti direttamente su LinkedIn, senza la necessità di landing page esterne.
° Messaggi InMail: sono una forma di comunicazione one to one che permette di mandare messaggi al target che si è definito. La conversione avviene a seguito di diversi step: l’apertura della mail, il click sulla CTA e la compilazione su una landing page esterna. Se si dispone di un budget elevato è uno strumento utile che Across consiglia di usare in abbinamento agli altri formati pubblicitari.
° Annunci di testo (Text Ads): si tratta dei classici annunci pubblicitari visualizzati solitamente sulla destra o nella parte superiore della schermata. Offrono la possibilità di aggiungere un titolo accattivante, una descrizione e una foto 50x50. Come canale a se stante va segnalato anche LinkedIn Sales Navigator, ossia un tool pensato per i professionisti del settore commerciale che permette di utilizzare i propri contatti per favorire l’attività di vendita. Lo strumento offre l’accesso ad analytics precisi e sempre aggiornati sulle evoluzioni dei Lead e delle caratteristiche delle aziende selezionate. Non solo, può contare anche sul supporto dell’algoritmo di LinkedIn. Questo, infatti, unito alle funzioni di sales Navigator, è in grado di suggerire possibili Lead e Account in target, aiutando sensibilmente ad avere già a un primo impatto, una visione chiara del mercato..