L’adv digitale non si fermerà più: nel 2031 potrebbe superare la quota di mille miliardi di dollari a livello globale
Secondo le previsioni della prestigiosa firma di consulenza Market & Research il valore del comparto si attesterà intorno a quota 1.065 miliardi, con un indice Cagr che nel prossimo decennio risulta fissato al 10,3% Un progresso enorme, guidato dall’ulteriore progresso tecnologico, dall'aumento degli utenti internet e dalla prevalenza di telefoni cellulari e media digitali in tutto il pianeta

L’anno del record sarà il 2031: il mercato globale della pubblicità digitale, tra poco meno di dieci anni, dovrebbe superare l’incredibile traguardo di mille miliardi di dollari, attestandosi, nel dettaglio, intorno a quota 1.065 miliardi, con un indice Cagr che nel periodo compreso fra il 2022 e, appunto, il 2031, risulterebbe fissato al 10,3%. Un progresso davvero enorme, guidato dall’ulteriore progresso tecnologico, dall'aumento degli utenti internet e dalla prevalenza di telefoni cellulari e media digitali in tutto il pianeta. Il dato è tra quelli principali contenuti nell’esaustivo rapporto di recente realizzazione da parte della firma irlandese di consulenza Research & Markets, creata nel 2002 con l’obiettivo di connettere le aziende con informazioni e analisi per consentire la facilitazione dei processi decisionali. M&R, da allora, si è fatta sempre più grande e strutturata, divenendo una società leader che oggi è tra le più utilizzate internazionalmente, con clienti in tutto il mondo, incluse oltre 450 company dell’elenco Fortune500, a cui fornisce insight riferiti a più di 800 settori merceologici.
Classificazioni dettagliate
In particolare, il rapporto “Global Digital Advertising Market 2021-2031” si basa su una ricerca approfondita in relazione all'intero mercato globale della pubblicità digitale e di tutti i suoi sottosegmenti attraverso classificazioni ampiamente dettagliate. Il rapporto fornisce dati storici di mercato per il triennio 2018-2021 e previsioni dal 2022 fino al 2031, con il 2021 come anno base. Le analisi qualitative di spiccata profondità comprendono l'identificazione e l'indagine di molteplici aspetti: fisionomia e descrizione del mercato, fattori di crescita, tendenze legate a prodotti emergenti e opportunità di sviluppo. Digital Display Ad, Programmatic Transactions, Non-Programmatic Transactions, Internet Paid Search, Social Media e Online Video spiccano tra i formati primari di advertising posti sotto analisi, in riferimento a numerosi settori: Media and Entertainment; Consumer Goods & Retail Industry; Banking, Financial Service & Insurance; Telecommunication IT Sector; Travel Industry; Healthcare Sector; Manufacturing & Supply Chain; Transportation & Logistics; Energy, Power & Utilities. E ancora, nel novero delle società operanti sul mercato e valutate in base alle loro performance pubblicitarie figurano Alibaba, Amazon, Apple, Applovin, Baidu, Facebook, Google, Microsoft, Nokia, Sina, Tencent, Twitter, Verizon e Yahoo. Il report di M&R, inoltre, copre anche l'attuale scenario competitivo e l'andamento previsto dell'offerta, oltre a profilare i fornitori chiave tra cui leader di mercato e importanti attori emergenti. Ma gli elementi di analisi non si esauriscono qui, perché nel monitoraggio emergono anche i potenziali andamenti associati alle forme di investimento nel mercato globale della pubblicità digitale, valutati quantitativamente e qualitativamente attraverso un sistema di valutazione dei rischi. E proprio secondo l'analisi e la valutazione del rischio, i Critical Success Factors (CSF) vengono generati come guida per aiutare investitori e azionisti a identificare le opportunità emergenti, gestire e ridurre al minimo le situazioni rischiose, sviluppare modelli di business appropriati, definire strategie efficienti e prendere decisioni profittevoli. Apac (Giappone, Cina, Corea del Sud, Australia, Indonesia e altre nazioni dell’area) Europa (Germania, Regno Unito, Francia, Russia, Italia e le altre nazioni del continente) Nord America (Stati Uniti e Canada) America Latina (Brasile, Messico, Argentina e gli stati del Sud America), RoW (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto) sono le macro-aree coinvolte dall’approfondita indagine della company di Dublino, guidata dal Ceo Ross Glove e dal Managing Director Cliff Sheridan.
Metaverso protagonista
Ed è proprio all’interno di questo scenario, in fortissima evoluzione, che si inserisce un’altra indagine significativa per cogliere i segnali e i trend essenziali di un mercato in enorme espansione, firmata da JP Morgan: emerge, su questo nuovo fronte investigativo, un assoluto protagonista del sistema, anche in chiave pubblicitaria, che proprio nel corso dei prossimi anni contribuirà a rafforzare i valori e i volumi dell’intero advertising market digitale e non solo, ovvero il sempre più citato, e spesso criticato, metaverso. JP Morgan, infatti, stima che il mercato del metaverso potrà valere non meno di mille miliardi di dollari già entro il 2024. Un fenomeno di tale rilevanza da creare un giro d'affari di almeno 800 miliardi. Cifre da capogiro, che hanno ingolosito il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. Ma non soltanto lui. Gli investimenti che già iniziano a girare attorno al metaverso, infatti, sono ormai innumerevoli e praticamente tutti i più importanti operatori del mondo digitale aspirano a conquistarne una fetta. Di recente, Nigel Bolton, Chief Information Officer di Blackrock - la più grande società di investimento nel mondo, con sede a New York, che gestisce un patrimonio totale di oltre diecimila miliardi di dollari, di cui un terzo in Europa - ha rilasciato dichiarazioni pubbliche molto esplicite invitando i vertici delle aziende a investire nel metaverso, descrivendolo come una specie di nuovo El Dorado tech. "Si tratta di uno spazio molto simile all'internet dei primi anni Novanta o allo smartphone dei primi anni Duemila - ha sentenziato Bolton -. Avrà un enorme impatto e cambierà la quotidianità delle persone generando implicazioni significative per gli investitori che dovrebbero sfruttare le opportunità di investimento che si presentano qui e ora”.
Segnali ovunque
In effetti, in giro per il mondo si stanno moltiplicando i segnali inequivacabili che confermano queste rosee prospettive e basta guardare, ad esempio, alla cifra raccolta nel 2021 dal business dei concerti musicali nel metaverso: più di 200 milioni di dollari, una quota già di per sè enorme ma con margini altissimi, soprattutto perché i costi di carattere organizzativo appaiono decisamente inferiori rispetto agli evento dal vivo. Intanto, anche sul fronte luxury parecchi marchi prestigiosi hanno rotto gli undugi e si sono attivati nel corso dell’ultimo anno per produrre e commercializzare creazioni virtuali nel metaverso, sotto forma di NFT, per vestire i propri avatar. E proprio di recente un gigante del lusso come Gucci ha venduto una sua borsa “digital only” per oltre 4.000 dollari, superando il valore del pezzo reale esposto nelle boutique fisiche, che era fissato a 3.400 dollari. Ma praticamente tutti i settori sono stati sedotti dal nuovo trend, tanto che sul fronte immobiliare, per tracciare la rotta di un altro comparto di primaria importanza, da tempo è iniziata la corsa per acquistare lotti di terra nel metaverso con l'obiettivo di trasformare l'operazione in un affare immobiliare reale. Un esempio eclatante riguarda Marco Verratti, calciatore della Nazionale italiana e del team francese Paris Saint-Germain, che ha comperato una delle venticinque isole digitali messe in vendita da The Sandbox tramite il marketplace del lusso Exclusible. Mentre la popolare Paris Hilton ha voluto replicare su Roblox la villa posseduta a Beverly Hills per permettere ai più curiosi di entrare nel suo mondo.
Un orizzonte ricco e parallelo
Un orizzonte nuovo e ricco, dunque, oltre che parallelo. Una sorta di “universo nell’universo” dove tutto è virtuale ma le esperienze e l’economia restano le stesse, quelle reali, che tutti conoscono bene. Un nuovo spazio da vivere al confine tra analogico e digitale, capace di trasformare l’esistenza in qualcosa di più ibrido e più fluido, che ha convinto, forse per primo, Mark Zuckerberg, pronto, addirittura, a cambiare il popolarissimo nome della sua galassia da Facebook a Meta. E la big company - che oltre al social numero uno al mondo controlla anche Instagram e WhatsApp -, ha trasmesso durante il recente SuperBowl 2022 uno spot per promuovere il suo metaverso durante l’evento più seguito al mondo: Horizon Worlds. Protagonista del commercial pianificato in occasione della finale del campionato professionistico di football americano - vinta dai Los Angeles Rams contro i Cincinnati Bengals - è un cane robot che insieme a una stravagante rock band torna a suonare nel mondo digitale, indossando gli Oculus Quest 2 sugli occhi, dopo la chiusura del locale dove il gruppo era abituato a esibirsi nella vita reale. “Il metaverso è visto come la prossima grande evoluzione dell’interazione online, un web basato su spazi 3D condivisi e interconnessi in cui gli utenti interagiscono tramite avatar. Rappresenta, così, un ecosistema immersivo, interattivo, interoperabile in cui le persone possono socializzare, lavorare, effettuare transazioni, giocare” spiega Jacopo Fracassi, ricercatore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano. Non è più fantascienza da film e letteratura cyberpunk. Di conseguenza, l’interesse per questo tipo di esperienze è aumentato drasticamente in ogni settore, dall’architettura al mercato immobiliare, dal design all’arte, dallo sport alla moda, attirando l’attenzione di investitori, brand e consumatori. “Potrebbe rappresentare la principale modalità di interazione online sia tra le stesse persone sia tra le persone e le aziende. All’interno di questo ecosistema sarà possibile effettuare anche acquisti o vendere oggetti, sia digitali sia fisici, oltre a creare nuovi servizi - aggiunge Fracassi - e la rilevanza che potrà avere questo mercato è testimoniata dai grandi volumi che già oggi riscontrano i primi oggetti “metaverse-ready”, ovvero gli NFT (Non Fungible Token) che vengono scambiati attraverso le principali piattaforme Blockchain”. E in questo quadro spicca, ad esempio, l’attività di Open Sea, la principale piattaforma per il trading di NFT, che ha visto scambi per oltre 14 miliardi di dollari nel corso del 2021 e che nel solo mese di gennaio 2022 ha raggiunto la vetta di 3,5 miliardi di dollari scambiati. Pur essendo stati inizialmente associati al mondo dell’arte, le principali collezioni di NFT oggi riguardano avatar e immagini del profilo che in molti casi possono essere utilizzati anche all’interno di mondi virtuali come Sandbox o Decentraland, spingendo le grandi aziende consumer a preparare e offrire le proprie esperienze virtuali sia acquistando “terreni” all’interno di questi nuovi mondi, sia realizzando i propri NFT.
Si corre forte
La corsa al metaverso, dunque, è partita. E si corre forte. Oltre ai colossi big tech come Amazon, Microsoft, Google, Apple, la già citata Facebook-Meta e le multinazionali cinesi, coinvolge anche ambiti che operano principalmente al di fuori della rete, dall’arredamento all’abbigliamento. In questo spazio commerciale sempre più frequentato trova riscontro adegiuato, insieme a un posizionamento originale e qualificato, un recente progetto sviluppato da Adidas, chiarissimo fin dal nome, “Into The Metaverse”, un club esclusivo che mescola collezioni reali e virtuali riservato ai clienti. In risposta, i rivali di Nike hanno inaugurato la città ideale “Nikeland”, dove è possibile intrattenersi e praticare sport con il proprio avatar, oltre ad aver acquistato RTFKT, società che vende sneakers digitali. Intanto, si moltiplicano le iniziative di brand come Balenciaga o Moncler che hanno già inaugurato le loro crypto-boutique nel mondo parallelo. Ma c’è anche chi si spinge più in là, sospinto da una nuova visione pronta a rivoluzionare il concetto dell’abitare, dagli interni all’architettura fino al real estate: l’artista Krista Kim ha venduto da poco - con finalità solidale -, per mezzo milione di dollari, la prima casa digitale sul “pianeta Meta”, mentre il designer Andrés Reisinger, dopo aver realizzato una collezione di mobili che non esistono fisicamente, ha presentato - in collaborazione con l’architetto Alba de la Fuente - la proposta residenziale Winter House che può essere inserita in ogni metaverso esistente e futuro. Ma anche le case d’asta non stanno a guardare: Christie’s ha battuto i file-sculture Furniture Unhinged dell’americano Misha Kahn e Sotheby’s ha replicato con una mega villa “fantasma” in Florida, a Miami, gestita dall’agenzia MetaReal che raccoglie immobili con doppia cittadinanza, una reale e l’altra “only digital”, mentre sulla piattaforma Lieu.city si è tenuta la prima metafiera d’arte in Italia, BOOMing Contemporary Art Show, con gli avatar che si sono ritrovati a percorrere gli spazi fedelmente riprodotti del binario centrale di DumBO, Distretto urbano multifunzionale di Bologna. Il collettivo Ouchhh e la startup Reasoned Art, invece, hanno creato una copia virtuale dell’Arco della Pace di Milano che è diventato a tutti gli effetti il primo monumento nel metaverso. Non mancano mostre, gallerie e musei, come il Museum of Crypto Art, il Museum of Contemporary Digital Art o il B.20 Museum. Per gli amanti della street art, si impongono i cryptopuppets di Lapo Fatai, una serie di cento avatar digitali NFT acquistabili e collezionabili.