Hellodì punta sui giovani: Il futuro del digitale è nell’alleanza delle generazioni
La content media house milanese mette a punto un modello di scambio virtuoso tra la visione dei senior e l’abilità tecnologica e la potenza ideativa degli junior

Alex Ballato e Francesco Ferrari
Per Hellodì si preannuncia un 2022 fervido di novità. Dopo il biennio Covid, che ha congelato molti desideri e limitato in parte il campo d’azione, la content media House guidata dai due millennials Alex Ballato e Francesco Ferrari è pronta a mettere a frutto mesi di progettazioni e a esplorare nuovi territori nel dinamico mondo della comunicazione digitale. Hellodì è pronta a segnare il passo in tutti i segmenti che la vedono eccellere: dal branded content alla content strategy; dai progetti multipiattaforma al brand integration; dall’influencer marketing al social media management e la pianificazione media. Con incursioni in eventi digitali, on field (ambito music nel mirino) e nel metaverso. Per capire a fondo di quali ambiziose strategie si tratti, abbiamo chiesto direttamente ai protagonisti di questa realtà: Francesco Ferrari e Alex Ballato.
Ne è passata di acqua sotto i ponti dall’inizio di questa avventura. Era il 2016, quando nacque Hellodì. Avete ancora l’animo degli startupper oppure qualcosa è cambiato?
«L’animo è sempre quello, non riusciamo a smettere di inventare, innovare, moltiplicare le proposte. Però certo, con quaranta persone tra dipendenti e collaboratori (e se contiamo tutto il Digital Lab la squadra si allarga a cento professionisti), senti anche una grossa responsabilità. Siamo una realtà dinamica, oserei dire fluida. La nostra squadra è composta per lo più da giovanissimi, molti escono direttamente dall’Università di comunicazione e marketing e sbarcano qui da noi pronti a essere messi in mare in autonomia. Sono loro ad aiutarci a mantenere quella freschezza mentale vicina allo spirito da startupper».
Com’è il futuro della comunicazione digitale per voi?
«La comunicazione digitale è un mondo in continua evoluzione. Le parole d’ordine oggi sono live, aggregazione, walled garden, omnicanalità e gamification. Per capire tutto questo basti pensare all’ultima edizione di Sanremo. Uno show televisivo con 71 anni di storia, che è riuscito ancora a stupirci. Il format è quello “antico” del concorso canoro, ma guardiamo il modo in cui il pubblico lo fruisce: con un occhio guarda la tv, con l’altro segue i commenti sullo smartphone, mentre con l’orecchio ascolta i commenti dell’influencer preferito. Un approccio multi piattaforma che ci indica la strada di quello che dobbiamo offrire ai brand per continuare a esserci e per farsi notare».
State rivedendo il vostro posizionamento e la vostra struttura con un obiettivo preciso: trasformare la content media house in un’agenzia a tutto tondo.
«Esattamente. Siamo un’agenzia matura e fluida. Matura perché abbiamo quell’esperienza, che ci dà modo di aiutare il cliente a identificare il pubblico ideale per loro, sia che si rivolga a un target boomers, alla generazione X, ai Millennial, alla GenZ e a breve anche agli Alfa, ma anche d scegliere il prodotto più adatto. Fluida perché anche quest'anno abbiamo messo in cantiere nuove pipeline di prodotti che solo qualche mese fa non avremmo nemmeno immaginato di trattare. Per esempio: progetti di riqualificazione urbana per quelle realtà che vogliono avvicinarsi al mondo street/urban; una partnership con una realtà leader del metaverso, il gruppo The Nemesis, con cui andremo a esplorare ogni angolo di questo nuovo mondo virtuale e quello degli NFT. Abbiamo un’expertise significativa nel campo music ed entertainment (il format Fuori Onda scritto e prodotto da noi e distribuito su Twitch per Amazon Music) da far esplodere ancora di più. Last but not least siamo un punto di riferimento in Italia negli eSport e Twitch, tanto che l’Osservatorio italiano esports (Oies) ci ha premiato proprio a gennaio 2022 con il suo badge dedicato alle aziende con competenze qualificate».
Sognate in grande: metaverso, music streaming, eventi digitali e on field. Dove volete arrivare tra cinque anni?
«Non sappiamo dove vogliamo arrivare tra cinque anni, ma come: continuando ad offrire ai clienti un livello di competenza elevato, servizi di qualità, flessibilità, un paniere di prodotti variegato, e al passo con la comunicazione contemporanea. Hellodì è tante anime in un corpo solo: Bloomind, cuore pulsante dell’agenzia creativa; Redfir, casa di produzione video; Louder (media musicale) e Hel (progetto eSports). Le aziende e i brand che si rivolgono a noi devono sapere che siamo in grado di coprire ogni aspetto delle loro esigenze di marketing e di comunicazione digitale, copriamo tutta la filiera della comunicazione: dall’ideazione alla produzione, fino alla distribuzione».
Hellodì è anche un luogo di formazione e di cultura. A marzo, infatti, partirà la terza edizione della vostra Academy sulla Comunicazione sportiva.
Sì, siamo partiti il 21 marzo, con un corso che sarà possibile frequentare in presenza, ma anche in live streaming. Anche quest’anno, come docenti, avremo solo i fuoriclasse del mondo del giornalismo sportivo, partendo da uno dei volti più noti della tv, Monica Bertini per passare allo stratega del calcio mercato Gianluca di Marzio, al re delle dirette, Luca Marchetti, fino al teorico della telecronaca perfetta Dario Massara e al veterano della narrazione calcistica, Carlo Pellegatti.
Questo è anche un modo per contribuire al mondo della formazione, cercando di portare i professionisti che hanno avuto la fortuna di fare un percorso lavorativo molto ricco a condividere le loro esperienze e le loro competenze con i giovani, aiutandoli ad essere pronti per il mondo del lavoro reale».
L’alleanza tra generazioni è il futuro del digitale?
«Esattamente. Formare i giovanissimi è la strada giusta per crescere. Sono loro che ne sanno di più, in questo momento, di questo settore. Sono loro che ci porteranno lontano, in uno scambio virtuoso tra esperienza e visione dei senior e abilità e freschezza mentale da parte dei junior. Una delle nostre citazioni preferite è quella del filosofo Umberto Galimberti, quando racconta che Leopardi ha scritto l’Infinito a 21 anni, e Einstein ha scoperto la sua formula a 24 anni e giustamente afferma che i ragazzi hanno il massimo della potenza ideativa tra i 18 e i 30 anni. Noi, filosoficamente e nel lavoro di tutti i giorni, siamo lì».