Autore: Redazione
28/03/2022

Havas Media: nel 2022 60 milioni di adv in meno per la mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali

Gli Azzurri non saranno in Quatar; Guido Surci, Chief Sports & Intelligence Officer dell’agenzia media, fa una prima stima delle conseguenze in termini di investimenti pubblicitari

Havas Media: nel 2022 60 milioni di adv in meno per la mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali

Guido Surci, Chief Sports & Intelligence Officer Havas Media

E anche questa volta, i Mondiali di calcio li giocheremo tra quattro anni. Forse. A parte la cocente delusione dei tifosi, che dopo la vittoria agli Europei dell’anno scorso si aspettavano il riscatto degli Azzurri anche sul palcoscenico mondiale, da cui l’Italia è assente dal 2018, a mangiarsi le mani c’è tutta la industry della comunicazione, che su questa occasione aveva molte aspettative.

Così, in attesa di vedere se nei prossimi quattro anni la Nazionale riuscirà a risollevare le proprie sorti, si fanno i primi conti di quanto costa questa mancata qualificazione della Nazionale italiana alla competizione che si terrà in Qatar, tra novembre e dicembre. Secondo Havas Media, nel 2022 verranno a mancare 60 milioni di euro in investimenti pubblicitari.

60 milioni di adv in meno

Spiega Guido Surci, Chief Sports & Intelligence Officer dell’agenzia media: «Tipicamente, gli anni “pari” erano quelli in cui il mercato pubblicitario guadagnava circa il 2% rispetto agli anni “dispari”; al netto delle congiunture che ovviamente potevano sopraggiungere, ci si fregava le mani. Senza la Nazionale italiana in Qatar viene a mancare una importante occasione di investimento adv».

Due le dinamiche che intervengono: aziende meno attratte da un Mondiale senza gli Azzurri; e un prodotto editoriale un po’ più debole. Alla luce del conflitto tra Russia e Ucraina, il futuro del mercato è imperscrutabile; «Ma prima di questa guerra avevamo ipotizzato nel 2022 una crescita tra il 5% e il 6%; senza l’Italia ai Mondiali questa stima si riduce dell’1% circa ma oggi una chiusura d’anno con un incremento del 4 o 5 per cento sembra utopistica. Gli investimenti procedono con il freno a mano tirato, anche perché le aziende prendono precauzioni e spostano in avanti le iniziative di comunicazione».

Anche sul fronte delle sponsorizzazioni sportive si registrano rallentamenti, con nuovi progetti che faticano a essere finalizzati.

Ascolti

Tutto questo però non è esattamente un fulmine a ciel sereno, considerato che la Nazionale italiana non era ancora qualificata. Certo, c’è chi aveva già messo sul piatto parecchi soldi contando sulla presenza in Qatar: la Rai, che ha pagato i diritti oltre 170 milioni di euro «dovrà fare i conti con listini ribassati rispetto a quanto avrebbe venduto gli spazi pubblicitari se l’Italia si fosse qualificata. Ma sono fiducioso che l’evento avrà comunque un impatto positivo: la competizione è interessante dal punto di vista degli ascolti e gli italiani sono molto coinvolti dai Mondiali».

Coppa del Mondo di rugby 2023

E poi c’è il rugby, «vedremo se il Paese riuscirà ad appassionarsi a questo sport che l’anno prossimo disputerà la Coppa del Mondo in Francia». Si sa che la nostra Nazionale di rugby non riesce a emergere rispetto ad altre squadre di Paesi dove la tradizione di questo sport è più consolidata, ma l’ironia che accompagna le sue, spesso cocenti, sconfitte ha lasciato il posto a una autentica gioia generalizzata per la vittoria contro il Galles del 19 marzo.

«La Coppa del Mondo di rugby è il terzo evento globale, in Italia non lo sentiamo tantissimo ma in tanti altri paesi è uno sport top. La collocazione in Francia dovrebbe favorire anche gli ascolti, la Nazionale di rugby è comunque amata anche perché lo sport è contraddistinto dalla pura passione e dall’assenza di astio. Inoltre la visibilità di questo sport sta aumentando. Come Havas Media siamo coinvolti nella competizione dell’anno prossimo, perché come consulenti di BKT, che è anche title sponsor della Serie B di calcio, stiamo curando la sua partecipazione sempre con una sponsorship. E siamo dentro come Gruppo, dato che Vivendi è partner di primo livello».