Autore: Redazione
17/01/2017

Fake news, per la maggioranza degli editori sono una vera opportunità

A rivelarlo ci ha pensato un rapporto diffuso da Reuters Institute, secondo cui il social network per antonomasia, Facebook, risulta essere la piattaforma terza preferita

Fake news, per la maggioranza degli editori sono una vera opportunità

Se Facebook e Google sono alle prese con il problema delle fake news, secondo diversi capi d’azienda le bufale sono una opportunità per una ulteriore affermazione del giornalismo di qualità. È quanto sostiene un nuovo rapporto diffuso dal Reuters Institute, costruito a partire dalle risposte di circa 150 tra amministratori delegati, editori e manager del digitale sparsi in 24 Paesi.

Reuters Institute, bufale come opportunità

Il 70% degli intervistati crede che la propria posizione sarà “rafforzata” dal desiderio del pubblico di entrare in contatto con brand credibili e notizie accurate. L’8% ha detto di non attendersi alcuna differenza in termini di preferenze mentre per il 17% le fake news potrebbero indebolire l’attuale posizione dei publisher. Stando a quanto indica il ricercatore Damian Radcliffe, le audience potrebbero man mano apprezzare l’importanza e il valore di un giornalismo indipendente di qualità. A confermare questa tendenza è l’aumento degli abbonati a testate come il New York Times o Pro Publica.

Un tema molto attuale

Il tema delle bufale sta dominando il dibattito mondiale e locale dopo le elezioni presidenziali americane. Facebook è finito nel mirino dei media ed è stato costretto a rivedere la propria posizione. Se, infatti, Zuckerberg ha inizialmente minimizzato affermando come solo l’1% dei contenuti sulla piattaforma non sia vero, il numero uno di Menlo Park ha progressivamente rivisto la propria visione, arrivando a coinvolgere pool di giornalisti e società di terze parti per verificare l’attendibilità delle notizie.

Facebook in cima ai desideri

Per gli editori è necessario intensificare gli sforzi e puntare sulla trasparenza e sul dialogo con i lettori. Il 46% degli intervistati ha dichiarato di essere più preoccupato sul ruolo e l’influenza dei social media, ma nonostante ciò la gran parte dei publisher continuerà a investire in modo importante su Facebook e in misura minore su altre piattaforme. Secondo lo studio, il 78% dei publisher pensa che Facebook sia stata la più importante piattaforma in cui investire l’anno scorso, valori che si abbassano fino al 13% per Snapchat. Infine, tre quarti degli interpellati sostiene di lavorare per trovare il giusto bilanciamento strategico nella distribuzione di contenuti tra il proprio sito web e piattaforme terze.