Autore: Redazione
15/05/2018

Per Spotify l’audio non è più solo radio. Bertozzi: «Il sonic branding è una grande opportunità»

Aumentano i consumi dei contenuti audio, le audience e le situazioni di fruizione. Nuovi dispositivi, come le auto connesse, permettono un’ulteriore espansione del formato e di conseguenza delle opportunità pubblicitarie. Marco Bertozzi, VP Europe di Spotify, traccia uno scenario del segmento alla kermesse

Per Spotify l’audio non è più solo radio. Bertozzi: «Il sonic branding è una grande opportunità»

L’audio non è più solo radio, ormai da un po’. Il rinascimento dell’industria musicale è stato possibile grazie alle infrastrutture digitali, delle vere zattere che hanno portato le etichette dalle fangose acque del declino dei dischi al limpido oceano degli abbonamenti alle app di streaming. Ma questo non è ancora del tutto illuminato dai riflettori del settore, che non conosce - o sottovaluta - le possibilità offerte da un supporto contenutistico privo di qualsivoglia forma visuale.

Il consumatore

Il consumatore di audio ha una propensione all’acquisto doppia rispetto al fruitore di video, ha un’attitudine il 24% più alta all’aumento della brand recall, e si affida ai contenuti “via cuffia” il 79% delle volte in cui non si può guardare uno schermo. Lo streaming musicale - il modo più diffuso per fruire la musica nel 2017 - è un mercato da 28 miliardi di dollari, e in UK coinvolge all’ascolto per circa 9 ore alla settimana i consumatori digitali. Per 11,6 ore se si considera solo il target più giovane, ma è addirittura il 61% del campione di adulti a dire di ascoltare regolarmente questo tipo di contenuti.

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Fenomeno in ascesa

La dimensione del fenomeno crescerà ancora insieme ai device mobili che ne supporteranno la riproduzione. «Entro 2 anni ci saranno più di 20 milioni di auto connesse, ma già oggi Spotify riesce a raggiungere chi si collega dalla propria macchina - spiega Marco Bertozzi, VP Europe di Spofity -. Ora sulla piattaforma gli utenti hanno a disposizione podcast e canzoni. Hanno tutti gli elementi dunque per creare il proprio palinsesto radio, disponibile in giro, in ufficio, in auto e attraverso i vocal assistant», continua.

Sonic branding

Oltre ai vantaggi legati all’ipertargetizzazione, che tiene conto dei dati sull’utente ma anche dell’attività che svolge (suggerita dalle playlist che ascolta) del suo mood e dei momenti della giornata, ai brand sono accessibili altri vantaggi derivanti dall’utilizzo del canale audio. «Investire nel sonic branding è una grande opportunità per il futuro. Molti marchi hanno fatto la loro visibilità su un suono inconfondibile, e applicare questa strategia in un contesto sempre più diffuso e apprezzato potrebbe essere una scelta vincente. Integrare l’audio nelle brand guidelines darebbe organicità a questo passaggio. L’adattamento one-to-one, sviluppando creatività ad hoc per segmenti, momenti della giornata, giorni della settimana e mood, aumenta l’efficacia sul consumatore. Un esempio è la campagna di Deliveroo UK, che ha sviluppato oltre 46.000 audio. L’ultimo punto è l’utilizzo dei dati per massimizzare l’impatto creativo, grazie alla streaming intelligence di cui sopra, all’ecosistema controllato e alla facilità di declinazione del messaggio», conclude Bertozzi.