Editoria e automazione: per Axel Springer la riorganizzazione passa dall’AI e dalla fine dell’era cartacea
Mentre il leader europeo comunica un ridimensionamento della forza lavoro del quotidiano Bild, ci si interroga su come potrà cambiare il settore con l’avanzamento dell’Intelligenza Artificiale. Ne parliamo con Fabiano Lazzarini, esperto di digital publishing, Senior Manager di Jakala e Vice Presidente di Web3 Alliance
Fabiano Lazzarini
Il progresso che cambia, per forza di cose, le carte sul tavolo di gioco, che ti aiuta e sostiene, come raccontano, dai tempi della Rivoluzione Industriale, i pragmatici dell’ottimismo, che ti cancella senza rimorso alcuno, come urlano nei cortei manifestanti avvelenati. In un mondo che ormai non vede più molto lontana la mitologica ipotesi di robotizzazione, del lavoro e delle esistenze, i vecchi timori di carattere fantascientifico si sono fatti reali, ma non ancora protagonisti principali del nuovo film, il conto alla rovescia è però definitivamente partito. Gli esempi sono innumerevoli, l’editoria potrebbe esserne stravolta. Dalla Germania, il prestigioso Alex Springer ha annunciato una riorganizzazione della forza lavoro dai contorni non proprio pacifici: uno sfoltimento che potrebbe e dovrebbe interessare circa 200 posti lavoro; è stato Matthias Dopfler, CEO del gruppo, a parlare di imminenti lettere di licenziamento in seno al quotidiano Bild, una manovra causata e favorita dall’influenza sempre più larga dell’Intelligenza Artificiale, che la casa editrice aveva cominciato a sperimentare e introdurre qualche stagione orsono. Siamo dalle parti dell’ineluttabilità e esistono tragitti umanamente e professionalmente più potabili? Lo abbiamo chiesto a Fabiano Lazzarini, esperto di editoria digitale, Senior manager di Jakala e Vice Presidente di Web3 Alliance.
Che accade in Germania? I tedeschi sono ormai ostaggio della trasformazione digitale?
«Succede che c’è un piano per arrivare a un Bild solo digitale, con il taglio netto del sistema cartaceo. Di più: si vocifera che entro il 2025 il progetto sia quello di aumentare, con Bild e Die Welt, il margine di 100 milioni di euro, facendo crescere i ricavi e abbassando significativamente i costi, quindi con uno stop alla produzione delle edizione cartacee nel medio termine».
Cosa significa?
«È in atto una riorganizzazione, in cui è protagonista principale l’AI che, al giorno d’oggi, sia in termini di creazione, sia di impaginazione e correzione rappresenta un importante aiuto al lavoro; ma oggi come oggi l’Intelligenza Artificiale rappresenta solo un sostegno all’operato umano».
Quindi qualcuno ha voluto anticipare troppo i tempi?
«Direi di sì. Nella routine della produzione giornalistica, nella costruzione e nell’invio del classico comunicato, in un prossimo futuro, il lavoro di fondo lo farà una macchina e servirà molto meno operato “umano”, su questo non ci sono dubbi. Ma nell’attualità, un controllo umano più presente è ancora necessario, perché l’AI sbaglia ancora troppo e, per esempio, lega a caso notizie scovate in rete».
Il futuro del settore come potrebbe essere?
«Nel futuro si punterà sempre di più su qualità e inchiesta. I progressi dell’Intelligenza Artificiale potrebbero essere visti come un reale stimolo per l’editoria che cerca nuovi modelli, sempre più verso il pay per views; ma chi paga per comunicati scadenti? E allora, mano al portafogli solo per i contenuti originali e di valore».
La realtà italiana vede siti presi d’assalto, ma sempre più oscurati quando privi di abbonamenti e le edicole semi deserte…
«In Italia tra resistenze sindacali e approcci obsoleti si fa fatica. Quel che è certo è che la carta non fa più guadagnare e tenerla in vita ha logiche diverse da quelle prettamente economiche. In ogni caso è necessario che tutte le parti in causa, editori, giornalisti e grafici, affrontino il nuovo scenario in modo proattivo, per preservare un mondo come quello dell’editoria che sta radicalmente cambiando».
Un nuovo modello come potrebbe concretizzarsi?
«Prima di tutto, occorrerebbe abbattere i blocchi a pagamento che uccidono il traffico, senza la certezza di poter recuperare soldi con l’abbonamento. Come detto prima, si paga solo il valore reale, mentre il resto andrebbe messo in modalità free con adv a supporto; ma anche in questo caso ci sarà bisogno di una capacità tecnologica che riesca a ottimizzare il carico pubblicitario».