Autore: Redazione
16/03/2022

Centromarca: pressing sul Governo per il varo di misure anti-crisi, Mutti: «Le imprese hanno bisogno di stabilità»

Azzeramento oneri energia, riduzione Iva sul carrello della spesa, stabilizzazione costo carburanti per l’autotrasporto sono l’oggetto della campagna partita ieri sui quotidiani, firmata con le associazioni dell’industria, della distribuzione moderna e GS1 Italy

Centromarca: pressing sul Governo per il varo di misure anti-crisi, Mutti: «Le imprese hanno bisogno di stabilità»

Francesco Mutti

Putin gelido, distanziato a 20 metri di tavolo dall’interlocutore; Zelensky in maglietta con la barba sfatta che parla al suo popolo e tutto il mondo tramite uno smartphone. Sono i due volti della leadership che salgono alla ribalta in questi giorni. A questi si aggiunge il blocco occidentale, che dopo la disfatta di immagine subita con la ritirata dall’Afghanistan prova a ritrovare un ruolo rilevante di mediatore. Sul tema della leadership e della fiducia che deve generare si sofferma, inevitabilmente vista la situazione creata dalla guerra in Ucraina, Centromarca che insieme a Corriere della Sera ha promosso ieri un convegno intitolato proprio “Leadership e fiducia nell’Italia che cambia”. La prima notizia è il lancio di una campagna-appello alle istituzioni politiche italiane perché vengano azzerati gli oneri sull’energia per tutto il 2022, la riduzione dell’Iva sui beni di largo consumo che costituiscono il carrello della spesa delle famiglie italiane e la stabilizzazione del costo dei carburanti per l’autotrasporto. L’annuncio a tutta pagina è uscito ieri sui quotidiani, firmato dalle associazioni dell’industria, della distribuzione moderna e GS1 Italy.

Urgente l’azione del Governo

«Le imprese hanno bisogno di stabilità, tutte queste crisi vissute dal 2008 a oggi danneggiano l’ambiente economico e la ricchezza collettiva – commenta il presidente di Centromarca Francesco Mutti -. Gli interventi che chiediamo sono mirate soprattutto a difendere quest’ultima, a tutelare le fasce a minor reddito che sono particolarmente esposte alle conseguenze dei rincari e preservare il comparto della logistica che è vitale, appoggiando in questo senso le richieste di Federtrasporti». E’ opportuno quindi convocare un tavolo governativo di confronto «per trovare insieme soluzioni efficaci. Si dovrebbe anche pensare a potenziare le produzioni interne e alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento».

Emergenza inflazione

Dopo la pandemia, la guerra ha dato un’ulteriore spinta all’inflazione preannunciata all’inizio del 2022: prezzi delle materie prime in crescita del 44% sul gennaio 2021 e del 70% sul periodo pre-covid, secondo Prometeia. Per il prossimo aprile, si attendono incrementi del 20% per la luce, del 2% per il gas (dati Nomisma Energia), e secondo l’Istat a febbraio si è registrato un aumento dei prezzi al consumo del 5,7% su base annua. «Prezzi esplosivi come neanche negli anni ’80, e comunque un conto è gestire tassi di inflazione simili da un anno all’altro, diverso è gestire un’onda d’urto dopo 20 anni in cui la filiera del largo consumo ha contenuto i costi sotto l’inflazione» continua Mutti. La prima ondata inflazionistica ha colpito le imprese mentre stavano cercando di recuperare terreno dopo la pandemia. Poi è arrivata la guerra ad accelerare il processo: «In primis l’emergenza è ovviamente quella umanitaria, ma a livello economico assistiamo all’esplosione del prezzo dell’energia che ha un impatto diretto per le imprese. A questo si aggiunge per esempio la crisi dell’agroalimentare: l’Ucraina è il granaio d’Europa; con la Russia fa il 70% della produzione di olio di girasole. Tutto questo crea grande tensione e rischi per i prezzi al consumo».

Fiducia: italiani e imprese a confronto

In questo contesto il tema della fiducia assume due aspetti diversi: secondo Ipsos a fine 2021 gli italiani erano logorati da due anni di perenne attesa, tra emergenza e misure per contrastarla. Il sentimento di sfiducia prevaleva sul 50% della popolazione, contro il 45% fiducioso. Al contrario, il 61% delle imprese guardava al futuro come fonte di opportunità, in crescita del 7% rispetto al 2020. Gli sfiduciati rimanevano confinati al 26%, in calo dell’8%. Nella maggioranza dei casi, le aziende preventivavano di aumentare la comunicazione (59%). Fino alla guerra, la fiducia ha tenuto, ma per sapere come stanno ora le cose sarà necessario attendere fine mese per l’indagine congiunturale di Centromarca. Per quanto riguarda gli investimenti pubblicitari, è presumibile che il drenaggio importante di risorse influisca negativamente sulla predisposizione alla spesa.

Serve una leadership politica solida

Tornando sul tema della leadership, Mutti sottolinea come le scelte del Governo Draghi, sia nella gestione della pandemia, sia la radicale trasformazione del Paese, necessitino del contributo di tutti per essere realizzate. «Il PNRR non è solo un insieme di interventi, ma un’opportunità di aprire un nuovo ciclo per il Paese». Ma bisogna crederci, superando lo scontento e guardando avanti anche se il futuro appare nebuloso, a dir poco. Questo cambio di prospettiva non si verifica se manca la capacità di motivare la collettività. «Per questo oggi abbiamo bisogno di una classe dirigente preparata, realista e ottimista». Anche se ottimismo non vuol dire chiudere gli occhi davanti ai problemi, ma sollecitare l’azione nella convinzione che ci siano possibilità di riuscita: come la realizzazione del vaccino, che ancora nell’estate del 2020 sembrava pura utopia, e a dicembre era realtà.