AI e Marketing, allo IULM la soluzione di molti problemi
Guido Di Fraia, prorettore all’innovazione all’intelligenza artificiale dell’Università di Comunicazione e Lingue, ci racconta il progressivo affermarsi dell’Intelligenza Aumentata anche nel settore della comunicazione. Obiettivo: sostenere l’impresa nazionale con una formazione espressamente dedicata

Guido Di Fraia, prorettore all’innovazione all’intelligenza artificiale dell’Università di Comunicazione e Lingue
L’invasione robotica, intelligenze artificiali che, debitamente istruite, imparano e lo fanno velocemente per poi ribellarsi all’uomo e dominarlo, e nulla sarà più lo stesso, che poi è un monito di gran moda oggi. Per il resto, tranquilli: scenari apocalittici, con il genere umano ridotto a schiavo di macchine poco prima considerate funzionali alla nostra vita non sono ancora da prendere in considerazione, forse neanche a livello fantascientifico. Ma sul fatto che l’intelligenza artificiale stia caratterizzando, in maniera quasi silente, le nostre esistenze, ci sono pochi dubbi. Se poi consideriamo, e ovviamente non possiamo non farlo, lo sciagurato 2020, ci troviamo di fronte a una notevole accelerazione del progresso, con risvolti nel campo sanitario di prima importanza, con un risparmio di tempo che in questo campo assume un valore fondamentale. Ma nel campo della comunicazione e del marketing? Da circa dieci anni si chiacchiera e si opera sotto la luce dell’AI, nel 2014 il programmatic ha ufficialmente aperto i suoi giochi e da quel momento le strategie sono diventate data driven. Le viviamo, le raccontiamo, le respiriamo, come se fossero un elemento naturale. Ma se volessimo veramente scoprire cosa si cela dietro? Esistono dei master, dei corsi di specializzazione, dei laboratori dedicati. Ci ha pensato lo IULM. Abbiamo chiesto lumi su questo e altri progetti a tema, ma in definitiva su tutto l’argomento AI al professore associato Guido Di Fraia, prorettore all’innovazione all’intelligenza artificiale dell’Università di Comunicazione e Lingue.
Intelligenza Artificiale: magari sarà colpa di qualche brutto film, ma sono due termini che messi insieme creano un po’ di inquietudine
«Allora cambiamoli e parliamo, come è più appropriato, di Intelligenza Aumentata, il che sottolinea la componente umana. Dopotutto si tratta di un argomento antico, che prende le mosse nel secolo scorso, negli anni 50, ma che poi procede sottotraccia, al chiuso dei laboratori ed è forse qui che assume i connotati un po’ misteriosi, romanzati. Ma il dominio delle macchine sull’uomo è lontanissimo nel futuro, anche perché dovrebbe comprendere il tema della coscienza, che appare ancora equivoco a livello umano. L’AI attuale è diventata invece famosa soprattutto da quando i dati si sono trasformati nel nuovo petrolio. La nuova via all’Intelligenza Aumentata è legata al Machine Learning, ossia al processo di auto-programmazione delle macchine».
E il suo utilizzo riguarda innumerevoli campi. Come si comporta nel marketing e nella comunicazione?
«È divenuta preponderante nella creazione dell’awareness, nella generazione dei lead, nell’advocacy, nel marketing, nelle vendite. In particolare, ma ormai c’è piena coscienza di questo, aiuta ad avere una indicizzazione rimarchevole sui motori di ricerca, ottimizzando le performance SEO dei singoli siti. Aiuta nella profilazione dei clienti, è protagonista assoluta nel marketing data driven, laddove il dato si riferisce alle persone, e quindi alla possibilità di raggiungere l’utente giusto con il messaggio giusto. Tutti temi che come IULM volgiamo portare ancora di più sotto i riflettori con obiettivi precisi: aiutare le aziende a performare meglio nel loro business».
Ma? Perché un “ma” alla fine spunta sempre fuori
«Ci sono degli indubbi freni di tipo culturale. In Italia la struttura industriale è composta per la gran parte dalla piccola media impresa, da aziende che magari si muovono in un regime familiare. E anche la classe politica non è certo delle più giovani e aggiornate. Ecco perché è arrivato il momento di formare e riqualificare. Soprattutto oggi, vale il detto “Ora o mai più”».
Cosa chiede la gente al progresso tecnologico?
«Maggiore trasparenza. E infatti diventerà sempre più generalista, come l’elettricità, ce ne accorgeremo sempre di meno. La diffusione sarà meno legata agli esperti di tecnologia e più a quelli di dominio».
Per guidare un’auto occorre una patente, ma non si deve essere in grado di aggiustare un motore. Però le guide esperte servono, come pensate di formarle?
«Abbiamo varato un laboratorio di Intelligenza Aumentata all'interno dell’Ateneo. Abbiamo un master, operativo da due anni. E poi, diamo appuntamento all’evento Umania, che si svolgerà il 3-4-5 di febbraio del 2021».