Autore: Redazione
18/07/2025

In Italia, l’AI cresce del 58% nel 2024 e si prepara a cambiare il digitale nel 2025

Con il 72% delle aziende globali già attive sull’AI, Extera Digital Agency offre una panoramica sulle opportunità e le sfide per le PMI italiane in tema di digital marketing e e-commerce

In Italia, l’AI cresce del 58% nel 2024 e si prepara a cambiare il digitale nel 2025

Nel 2025 l’intelligenza artificiale si conferma il principale driver di innovazione per marketing ed e-commerce. In Italia, il mercato dell’AI ha registrato una crescita del 58% nel corso del 2024, ma la penetrazione tra le PMI resta limitata (8,2%). Extera Digital Agency, grazie alla sua expertise e all’analisi dei dati di mercato, analizza le nuove dinamiche digitali e le strategie per affrontare questa trasformazione; con un approccio multidisciplinare e orientato ai risultati, l’agenzia supporta le aziende italiane nel cogliere appieno le opportunità emergenti, mediante l’unione di tecnologia, strategia e visione con l’obiettivo di una crescita solida e sostenibile.

AI: motore di personalizzazione, automazione e predizione

L’intelligenza artificiale è oggi la chiave per creare esperienze su misura, capaci di rispondere a utenti sempre più esigenti. “Il vero potenziale emerge quando è integrata strategicamente nei processi aziendali, anche attraverso la programmazione di agenti specializzati in compiti specifici, in grado non solo di automatizzare attività complesse, ma anche di cooperare autonomamente tra loro per raggiungere obiettivi condivisi”, afferma Simon Marussi, COO e founder di Extera Digital Agency. L’integrazione dell’AI nei processi digitali produce risultati tangibili, tra i quali: personalizzazione delle campagne e dei contenuti; automazione nella creazione di testi, visual e contenuti multimediali; previsione dei comportamenti d’acquisto tramite analisi dei dati, con conseguente migliore gestione del magazzino, raccomandazioni di prodotto puntuali e identificazione di utenti a rischio abbandono. “Naturalmente, l’adozione dell’AI non è priva di complessità. Serve una governance consapevole per mantenere coerenza con l’identità del brand: un alleato potente, che va integrato con sensibilità e intelligenza umana”, conclude Marussi.

Il gap delle PMI e i modelli di riferimento internazionali

Secondo McKinsey & Company, il 72% delle organizzazioni mondiali ha già adottato l’AI in almeno una funzione aziendale. Le piccole medie imprese italiane, però, faticano a tenere il passo. I grandi brand internazionali mostrano la direzione: nel fashion l’AI è già al centro dell’evoluzione della customer experience, con assistenti virtuali per supportare negli acquisti e sistemi di machine learning e computer vision capaci di consigliare la taglia ideale.

GEO: l’evoluzione della SEO nell’era dell’AI generativa

Con l’ascesa di strumenti come ChatGPT, Perplexity e Claude, la visibilità digitale si gioca sempre più nei motori AI, oltre che nella SERP tradizionale. Bain & Company evidenzia come l’80% dei consumatori si affidi a contenuti generati da AI per almeno il 40% delle ricerche, con un possibile calo del 25% del traffico organico; nasce così la generative engine optimization, un’evoluzione della SEO che mira a rendere i contenuti facilmente selezionabili e citabili dai modelli generativi; GEO unisce le tecniche SEO classiche a una nuova attenzione per testi chiari, autorevoli e ben strutturati, aumentando la probabilità di apparire direttamente nelle risposte AI. Sara Ferrarini, SEO Specialist di Extera, spiega: “La sfida è creare strutture e contenuti comprensibili per i modelli generativi, senza sacrificare la qualità. La GEO non sostituisce la SEO, ma la integra e la evolve: contenuti di valore che rispondano alle esigenze dettagliate degli utenti, supportati da dati e pensati per ambienti conversazionali, garantiranno visibilità e autorevolezza; senza dimenticare che la struttura tecnica di un sito, la reputation del brand e la presenza su diversi canali giocano un ruolo fondamentale. L’era delle keyword è ormai un vecchio ricordo”.

Un cambiamento che richiede visione e competenze

Dall’introduzione di AI Overview di Google, agli strumenti generativi come ChatGPT, fino all’impatto più ampio dell’AI sull’intera filiera del marketing e del commercio digitale, la trasformazione in corso spinge verso approcci sempre più conversazionali e data-driven. “L’AI offre vantaggi enormi in termini di produttività e analisi, ma non può sostituire la creatività e la visione critica dei professionist - conclude Ferrarini -. Solo un uso consapevole e strategico consentirà alle aziende di guidare il cambiamento, anziché subirlo”.