Autore: Redazione
08/02/2016

Il 42% dei marketer invia le stesse mail a tutti i propri contatti del database

Uno studio di GetResponse ha dimostrato che solo un ristretto numero di operatori del settore, pari al 4%, si serve di sistemi personalizzati e dati comportamentali per “colpire” il target desiderato. Nonostante ciò, molti lo ritengono ancora uno dei metodi migliori per monetizzare

Il 42% dei marketer invia le stesse mail a tutti i propri contatti del database

Quando suona la sveglia al mattino, la prima cosa che si fa è controllare il proprio smartphone e contestualmente si da uno sguardo anche alla casella di posta elettronica che, puntualmente, è piena di mail ancora da aprire. Ma la maggior parte di quelle che riceviamo si è scoperto non essere indirizzate esclusivamente a noi. Infatti secondo quanto emerge da “State of Email Marketing By Industry”, un report dettagliato del provider di email marketing GetResponse, quasi la metà dei professionisti che operano nel campo dell’email marketing (42%) manda ai propri indirizzi le stesse email, non servendosi di sistemi di personalizzazione né di altre funzionalità da chiave che permettono un maggiore targeting. Un terzo degli email marketer, infatti, non adotta attivamente sistemi di optimisation, e solo uno su due cambia l’intestazione, adattandola all’indirizzo desiderato. Quando si parla di ottimizzazione, ci si riferisce alle varie modalità messe in campo per migliorare i tassi di erogazione e di risposta delle mail, come appunto inserire subject lines alternative, proporre reatività diversificate oppure offrire la preview dell’email in vari client e browser.

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Neofiti dell’email marketing L’indagine, resa pubblica lo scorso 5 febbraio, è stata compiuta la scorsa estate su un campione di 1831 operatori del settore sparsi in tutto il mondo e sono state analizzate più di 700 milioni di email, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. La personalizzazione e il targeting, al tempo di internet, sono diventati due fattori dai quali è impossibile prescindere se si vuole sviluppare efficienti strategie di email marketing o, più in generale, se ci si vuole approcciare al settore del digital marketing. Nonostante questo però il rapporto ha sorprendentemente evidenziato che il 42% dei marketers manda ai propri contatti la stessa mail, mentre solo un 4% usa i dati comportamentali per personalizzare le email e andare a colpire il target giusto. Il 75% degli intervistati, invece, ha ammesso di utilizzare sistemi automatizzati per l’invio di email. Ma una spiegazione a una percentuale così bassa tra coloro che usano sistemi personalizzati e in target potrebbe esserci. Una delle autrici del report, Magda Ciszewska, ha fatto sapere un elevato numero tra coloro che hanno preso parte all’indagine in realtà sarebbero “neofiti” del marketing online. E proprio questa rivelazione potrebbe spiegare un così alto numero di email identiche inviate. La stessa Ciszewska ha aggiunto che la posta elettronica rimane uno dei canali di remunerazione principali con il roi migliore, pur facendo sapere che di spazio per nuove solution ce n’è sempre, soprattutto quando si tratta di immettere nel mercato sistemi di marketing tecnologicamente avanzati come i data segmentation, i test, le misurazioni e l’ottimizzazione. I benefici dell’email marketing In ogni caso, la maggior parte delle aziende intervistate, pur non utilizzando sistemi di optimizing e targeting, ha affermato che l’email marketing offre un eccellente ritorno sugli investimenti. Ma quali sono, nel dettaglio, i benefici che un servizio come questo può portare a coloro che decidono di investirvi? La maggior parte degli intervistati, pari al 29%, ha evidenziato come il maggior beneficio riguardi l’aumento di lead generation, seguito a stretto giro da un miglioramento dei tassi di conversione e da una maggiore qualità dei lead, entrambi attestatisi al 17%. Nonostante un panorama abbastanza segmentato, un 15% ritiene che l’email marketing dia un impulso positivo alle vendite mentre un 13% è convinto che possa ridurre i costi delle attività di marketing. Seguono staccati di molti punti percentuali l’integrazione con altri media per aumentare le risposte al 5% e un relativamente breve ciclo di vendita all’1%. Il restante 3% ha espresso altri motivi non riportati da GetResponse.